Giuseppe Palmisano: la fotografia ha a che fare con l’inconscio

Giuseppe Palmisano è un giovane fotografo italiano. La sua è una fotografia che procede per sottrazione e in cui le donne ritratte risultano semplici, sensuali ed estremamente delicate.


Quando e come nasce la tua passione per la fotografia?


Ho iniziato a fotografare da ragazzino in maniera giocosa, ritraendomi da solo; facevo già teatro, l’artista di strada e mi dedicavo pertanto a video e foto. Acquistando poi una reflex nel 2009, ho iniziato a sperimentare in maniera più seria: il mezzo mi ha spinto verso la fotografia e poi, nello stesso tempo, la fotografia mi ha spinto lontano dal mezzo. Infatti, non mi è mai interessata particolarmente la tecnica.


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Come ti poni con i soggetti ritratti? Come interagisci?


Avviene tutto in maniera naturale, altrimenti si tratterebbe di una fotografia di moda. Io mi pongo come se fossi un regista: nel momento in cui fotografo, la modella è un’attrice e io il regista della situazione, come se si svolgesse uno spettacolo.


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Bellezza e fotografia. Come si incontrano nelle tue immagini?


Per me la fotografia non esiste. La bellezza è, invece, ciò che esiste: penso alla bellezza della donna nel contesto e non in quanto tale.


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Nelle tue immagini, la donna appare incessantemente incorniciata dal contesto circostante. Qual è l’aspetto a cui presti maggiore attenzione mentre fotografi?


Mi interessa che ogni cosa sia al suo posto: c’è sicuramente ordine nelle mie immagini. Per quanto riguarda le simmetrie, si può soltanto tentare di riprodurle poiché ci sarà sempre qualcosa di imperfetto.


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Le donne che ritrai sono sempre donne semplici, prive di tutto ciò che è superfluo. Qual è la funzione che attribuisci alla presenza femminile all’interno dell’immagine?


Non parlerei di funzione, altrimenti sarebbero soltanto degli oggetti. Semplicemente, mi piace la donna come soggetto da ritrarre, in quanto diverso da me: credo che sia più adeguata a trasmettere ciò che io vorrei.


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La tua è una fotografia “di ricerca”. Dove si dirige attualmente?


Non si può definire dove una ricerca si dirige: il senso della ricerca risiede esclusivamente in se stessa. So da dove vengo e non so assolutamente dove mi sto dirigendo.


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A quali fotografi ti sei ispirato per la tua ricerca?


Direi che mi sono ispirato a tutto ciò che ho visto e fatto, principalmente al teatro. Non conoscevo affatto la fotografia prima che iniziassi a fotografare. Ci sono alcuni fotografi che sicuramente mi hanno segnato, anche a livello inconscio, ma non sono stati affatto il mio punto d’inizio. Credo fermamente che la fotografia sia qualcosa di inconscio, contrariamente a chi ha l’esigenza di copiare altri fotografi pur di creare. Sicuramente mi hanno molto segnato le immagini di Guy Bourdin.


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Hai detto che l’arte è un modo di entrare in empatia col mondo. Puoi spiegarci meglio questa tua visione?


Per me, l’arte è un modo per conoscere gli altri e per entrarci in empatia. Non è il mezzo per farmi conoscere, bensì facendomi conoscere mi consente di avvicinarmi agli altri.


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Erotismo, Immaginazione e Fotografia. Qual è il loro punto d’incontro nelle tue immagini?


Sono tre momenti differenti. L’erotismo è un modo di vedere le cose. L’immaginazione è quella che ho quando voglio fotografare o quando guardo delle cose e le associo: può essere preventiva o estemporanea. L’immagine è invece il risultato del click.


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Ultima domanda. Se dovessi utilizzare una parola da associare alla tua fotografia, quale sceglieresti?


Utilizzerei “perchè” come parola. Tutto si basa sulla domanda, viviamo e facciamo senza farci delle domande.


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La fotografia di Giuseppe Palmisano si contraddistingue per un linguaggio del tutto personale: le sue modelle appaiono quasi sempre agiatamente sdraiate, accovacciate, con le gambe ben in vista, o in piedi contro un muro. Esse sembrano cercare un posto nell’ambiente circostante, così come l’autore potrebbe ricercarlo nel mondo attraverso il mezzo fotografico. E’ evidente la contaminazione con il teatro: l’immagine è il frutto di una specie di improvvisazione in cui la scenografia che ne deriva è di primaria importanza. Tutto ciò ha contribuito a fare di lui un vero e proprio fenomeno virale sui social, dove le sue immagini vengono recepite visivamente dai follower come intime e sincere.