Morto Leonard Cohen, il poeta di “Halleluja” e “Suzanne”

«E anche se è andato tutto storto, mi ergerò davanti al Dio della canzone e dalle mia labbra altro non uscirà che Alleluja». Così recita il testo originale di Halleluja, una delle canzoni più conosciute di Leonard Cohen che dalla sua pubblicazione nel 1984 ad oggi ha subito innumerevoli cover e variazioni (anche ad opera dello stesso cantautore). Non si possono immaginare parole migliori per reagire alla notizia della morte di Leonard Cohen, annunciata stanotte dalla sua casa discografica sulla pagina facebook ufficiale. «È con un profondo dolore che annunciamo che il leggendario poeta, cantautore ed artista Leonard Cohen è venuto a mancare. Abbiamo perso uno dei più venerati e prolifici visionari della musica», questo il messaggio della Sony Music Canada. Davanti la sua casa a Montreal i fan si sono riuniti per accendere candele, intonare quell’Halleluja e dire addio al musicista.


Nato in Canada da una famiglia ebraica nel 1934, Leonard Cohen ha iniziato a scrivere poesie tra i banchi dell’università, pubblicando la sua prima raccolta di componimenti nel 1956. Della sua vena poetica disse «Vorrei dire tutto ciò che c’è da dire in una sola parola. Odio quanto possa succedere tra l’inizio e la fine di una frase». Nel 1967 alle parole ha iniziato a mescolare i suoni nel suo album d’esordio Songs of Leonard Cohen, intriso di malinconia e ispirato alle sonorità della musica popolare europea. Ha sempre trattato temi forti, dalla religione alla depressione (di cui soffriva), dalla sessualità all’aborto, con la delicatezza di un poeta e la ruvidità della sua voce baritonale. «Ho un’immaginazione molto scarsa – disse in un’intervista –  motivo per cui ho sempre pensato a me stesso come a una specie di giornalista intento a riportare ciò che osservo nel modo più accurato possibile». Tra i suoi numerosi successi, Suzanne, Dance me to the end of love e il suo testamento musicale pubblicato in autunno, l’album You want it darker.