Cosa c’è da sapere sui droni?

In Europa si discute – forse con ritardo – una normativa sui droni, sul loro uso, su eventuali patenti e su limiti (anche di buon senso) quali la distanza da aeroporti (almeno 5 km) il divieto di sorvolo su aree urbane pubbliche (per il rischio di ferimento in caso di malfunzionamento) e soprattutto in tema di privacy (non è chiaro infatti come regolamentare le riprese di persone comuni comunque acquisite tramite le videocamere).


La questione è stata molto parzialmente risolta per similitudine con le immagini raccolte da Google nella realizzazione dei famosi filmati grazie ai quali Earth ci offre una visione non solo satellitare e geografica del pianeta, ma anche una visione Street, eliminando volti, targhe, e qualsiasi elemento di riconoscimento soggettivo, anche successivamente a richiesta motivata degli utenti.
Sul tema il Garante italiano ha dichiarato “la sola ampiezza delle applicazioni oggi note, dalla ricognizione di aree impervie alle riprese di eventi o manifestazioni, dal monitoraggio di aree urbane alla verifica di impianti e strutture complesse fino agli usi amatoriali o ricreativi, dà bene l’idea di quali possono essere i potenziali rischi per la privacy delle persone. Le attuali regole giuridiche rischiano di non essere più adeguate a questi nuovi sistemi di raccolta di dati personali così invasivi. Dobbiamo puntare sempre di più sulla ‘privacy by design’, su tecnologie rispettose dei diritti di libertà delle persone fin dalla loro progettazione. Il parere dei Garanti Ue è un primo passo”.


Intanto c’è un sito molto facile e immediato che si alimenta – e con successo – grazie ai video (amatoriali e professionali e talvolta di promozione turistica) degli utenti: caricati liberamente e gratuitamente e gratuitamente fruibili.
Si chiama Travel with Drone ed è un sito web indipendente dove si possono vedere “i migliori video dei droni da tutto il mondo: dal Grand Canyon in Arizona al deserto di Dubai negli Emirati Arabi Uniti, dal Ponte di Brooklyn a New York alle più belle spiagge di Koh Samui. Attraverso migliaia di incredibili video caricati dagli utenti è possibile visitare comodamente da casa quasi tutto il mondo. E non attraverso una visione topografica, ma soggettiva.
Quello che era iniziato come un gioco si è evoluto in uno srumento video-fotografico molto dinamico e spesso di grande professionalità.
Il sito dichiara un database di oltre 5000 video: paesaggi naturali e città “viste dal punto di vista di un uccello”, e a differenza dell’immagine statica di Google Earth o di un video professionale di promozione turistica, si ha l’impressione, talvolta, di essere lì e vedere le cose esattamente come sono, difetti inclusi.


I video possono essere votati dai visitatori, condivisi, e sono anche raccolti nei “migliori video della settimana” e dell’anno. Tra le varie sezioni – utili per gli appassionati – anche una “drone crashes”, e molti contatti utili per saperne di più sul mondo dei droni, meglio se prima di cimentarsi.
Per gli appasionati italiani c’è un sito molto utile con una sezione “formazione” ed una “normativa” decisamente complete.
Per sapere invece come usarli è bene consultare il sito Enac (che come molti siti governativi ha una sintassi di raggiungimento dei link specifici abbastanza lunga – il link completo è questo) a dimostrazione che si è fuori dalla logica “giocattolo” e si è decisamente in un abito più serio della categoria “mezzi aerei a pilotaggio remoto”.

Buon compleanno, Brooke Shields

Ha incarnato gli anni Ottanta, tra pellicole scandalose e celebri campagne pubblicitarie: enfant prodige della moda e del cinema, Brooke Shields spegne oggi cinquantuno candeline.

Brooke Christa Camille Shields è nata a New York il 31 maggio 1965 in una famiglia che vanta una relazione con la nobiltà italiana. Origini inglesi, italiane e tedesche, il padre di Brooke era Francis Alexander Shields, membro del partito repubblicano, funzionario della casa cosmetica Revlon e fratello di Marina Shields, e la madre Teri Shields (nata Maria Theresia Schmon) era un’ex attrice e poi manager della figlia.

Forse pochi sanno che la nonna paterna della piccola era la principessa Donna Marina Torlonia di Civitella-Cesi, metà italiana e metà americana, sorella di Alessandro Torlonia, V principe di Civitella-Cesi, marito dell’Infanta Beatrice di Spagna (zia del Re Juan Carlos I). Brooke Shields è inoltre cugina di secondo grado dell’attrice Glenn Close.

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Brooke Shields è nata a New York il 31 maggio 1965


Brooke Shields in uno scatto di Patrick Demarchelier, 1983
Brooke Shields in uno scatto di Patrick Demarchelier, 1983


Uno scatto di Francesco Scavullo, 1983
Uno scatto di Francesco Scavullo, 1983


Foto di George Hurrell, 1981
Foto di George Hurrell, 1981


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La carriera di Brooke Shields è iniziata ad appena 11 mesi, e sua madre Teri è stata il suo manager


Da una ricerca compiuta nel 1995 dal genealogista William Addams Reitwiesner si sarebbe accertata la discendenza dell’attrice americana dalle più importanti famiglie italiane, in particolare di Roma e di Genova, tra cui i Grimaldi, i Carafa, i Doria, i Doria Pamphili Landi, i Chigi-Albani e i Torlonia.

L’infanzia della piccola Brookie -soprannome con cui veniva chiamata dalla mamma- è segnata dal divorzio dei genitori ma anche dalla sua incredibile bellezza: con un volto come quello, la strada del cinema e della moda appare quasi scritta nel DNA. La bambina ad appena 11 mesi appare su numerose riviste, immortalata in alcune campagne pubblicitarie. A soli 11 anni è la più giovane modella a firmare un contratto con la celebre agenzia Ford di New York. Tre anni più tardi, non ancora adolescente, è già una star e vanta oltre 300 cover di riviste patinate, tra cui Vogue e Cosmopolitan.


SFOGLIA LA GALLERY:




Brooke Shields posa per i più grandi fotografi del mondo, da Richard Avedon a Francesco Scavullo a Patrick Demarchelier, solo per citarne alcuni. Ma sotto gli abiti e il trucco da diva c’è solo una ragazzina indifesa: quella carriera diventa croce e delizia della giovanissima Brooke, la cui infanzia è segnata dall’ingombrante figura materna, che la inizia al mondo del cinema. Acerba veste i panni di una baby squillo nella controversa pellicola Pretty baby, diretta da Louis Malle (1978), scandalizzando intere generazioni. Torbida figura della notte appena 13enne, l’attrice entra nel mito grazie a quella scabrosa interpretazione. La rivediamo poi in Laguna blu, immersa in un paradiso esotico, quasi un mitologico Eden, in cui scopre i primi turbamenti d’amore accanto al biondissimo Christopher Arkins. È il 1980 e la regia del celebre film, simbolo della generazione nata negli anni Ottanta, è di Randal Kleiser.

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L’attrice in uno scatto del 1983


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La nonna paterna di Brooke Shields era la principessa Marina Torlonia di Civitella-Cesi


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La celebre campagna pubblicitaria per Calvin Klein Jeans, in cui la baby modella dichiarava che tra lei e i suoi jeans non c’era che la nuda pelle


Brooke Shields in "Laguna blu", 1980 (Foto di Michael Ochs Archives/Getty Images)
Brooke Shields in “Laguna blu”, 1980 (Foto di Michael Ochs Archives/Getty Images)


Musa di numerosi stilisti, da Valentino a Versace a Calvin Klein, indimenticabile è la campagna pubblicitaria per quest’ultimo brand, in cui la splendida baby modella ammicca, dichiarando che tra lei e i suoi jeans vi è solo la barriera della pelle nuda. Presenza fissa dello Studio 54 e intima amica di Michael Jackson, forse quel suo volto perfetto e l’immagine che i registi forgiano per lei, in perenne bilico tra innocenza e perdizione, l’hanno privata dell’innocenza dell’infanzia.

Ma Brooke dimostra di essere una ragazza con la testa sulle spalle: nel 1983 si laurea in Letteratura francese alla prestigiosa Princeton University, prendendosi una pausa dalla sua carriera di attrice. Inoltre ha dichiarato di aver conservato la propria verginità fino ai 21 anni. Le sue storie d’amore divennero argomento succulento per i tabloid di tutto il mondo, a partire dal matrimonio con il campione di tennis Andre Agassi. Nel 2005 l’attrice ha dichiarato pubblicamente di aver sofferto di una grave forma di depressione post-partum, dopo avere dato alla luce la sua prima figlia, Rowan Francis.

Brooke Shields in "Pretty Baby" (1978)
Brooke Shields in “Pretty Baby”, scandalosa pellicola diretta da Louis Malle, in cui lei interpretava il ruolo di una baby prostituta (1978)


Su Vogue, foto di Richard Avedon, 1980
Su Vogue, immortalata da Richard Avedon, 1980


Brooke Shields in Valentino, foto di Vittoriano Rastelli, 1981
Brooke Shields in Valentino, foto di Vittoriano Rastelli, 1981



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“La Rinascente” giudicato il miglior store del mondo

Durante il Global Department Store Summit 2016 di Ginevra, La Rinascente di Milano è stata proclamata “Best Department Store in the world”.

Il premio, assegnato con cadenza biennale, ha premiato il megastore meneghino tenendo conto della solida prestazione finanziaria, della capacità di creare una particolare esperienza in-store e  l’ottimo servizio riservato  alla clientela.

 

La notte di Natale 1918, un corto circuito provocò un vasto incendio (fonte urbanlife)
La notte di Natale 1918, un corto circuito provocò un vasto incendio (fonte urbanlife)

 

 

Da oltre 150 anni, La Rinascente dona glamour ad una città fortemente cosmopolita. Le maggiori griffe, presentano le loro collezioni usufruendo di spazi elegantemente allestiti.

Ricevere questo riconoscimento è un grande onore e una profonda soddisfazione per la bottega nata a Milano 150 anni fa e ora nominata il miglior department store al mondo” ha commentato Alberto Baldan, amministratore delegato de La Rinascente.

Fu Gabriele D’Annunzio a battezzare il grande magazzino con il nome di “La Rinascente”, di proprietà della famiglia Borletti.

 

Vetrina d'epoca de La Rinascente (fonte mam-e)
Vetrina d’epoca de La Rinascente (fonte mam-e)

 

 

Il Supermarket della moda di lusso, adiacente in piazza Duomo, offre una shopping experience che non conosce rivali.

Sviluppati a più livelli, gli spazi de “La Rinascente” ospitano luxury brand per uomo, donna e bambino, beauty, home design e food.

Nel 2017, inoltre, verrà realizzato a Roma il secondo flagship store in via Tritone, con uno spazio espositivo di 15.000 mq, sviluppato su più piani, con un’offerta commerciale estremamente varia e prestigiosa.

L’obiettivo, dichiara Vittorio Radice (Vice Presidente de La Rinascente) ”è farla diventare nei prossimi 5 anni non solo un’insegna globale, ma soprattutto uno dei 5 più importanti department store del mondo”.

 

 

 

 

Fonte cover larinascente.it

 

 

Daniela Gregis si racconta per la prima volta

Ad ogni fine sfilata , i designers escono tra il pubblico per accogliere gli applausi, sempre.
Lei no. Al suo posto, una fila di sarte sorride in passerella. Indossano abiti da lavoro e ringraziano.
Questo è il messaggio della designer di moda Daniela Gregis: la persona viene prima dell’ abito che indossa.

Intervisto Daniela Gregis presso il suo atelier nel centro di Bergamo.

Siamo nel bar storico di Bergamo alta. La piazza è un vociare allegro di ragazzi appena usciti da scuola, siedono sugli scalini accanto ai cafè. Chiacchiero con l’assistente di Daniela Gregis cercando di scoprire qualcosa sul carattere della designer, quando mi appare d’improvviso dietro le sue spalle. Mi venisse un colpo!

Una signora elegante in ambiti semplici, senza un filo di trucco sul viso, con una grande fusciacca al collo e dalla voce sottile mi invita a sedere al tavolino del bar per conversare davanti ad una tazza di tè bollente, che allunga con un poco di spremuta. Magra, capelli castano cenere sulle spalle, ha l’andatura della voce di chi ha il lusso del tempo e mi racconta quand’è nata la passione per la moda:

Mia zia lavorava all’uncinetto, è da lei che ho imparato e da allora porto avanti la tradizione, più per una questione di rispetto che per una vera e propria scelta di stile”.

Ricorda il suo primo scialle, di un arancio forte e di una lana terribile, sintetica, che si usava per fare delle prove, per i noviziati: lo ricorda con ironia e racconta che ogni momento di inquietudine e solitudine lo passava lavorando alla maglia, era il suo modo per allentare le tensioni.

Da allora non ha mai più smesso.

Piazza Vecchia di Bergamo:

 



Daniela Gregis è alla sua 38esima collezione, ha iniziato questo mestiere 19 anni fa, quando nel laboratorio di Bergamo c’erano solo 3 persone; oggi in questa città si trovano i suoi 3 atelier che si affacciano sulla Piazza Vecchia. Il primo spazio è utilizzato come sala riunioni e propone pezzi di modernariato, dove il nuovo incontra il passato; oggetti acquistati nei numerosi viaggi around the world. Il secondo atelier, accanto a questo, è il vero negozio che propone la collezione in corso, una piccola boutique che non ha mai subìto restauri o ritocchi dove lavora la stessa signora da anni,  da anni. Il terzo atelier è una “lavagna bianca”, dove ogni mese il tema cambia e si gioca con gli abiti e oggetti; in questo periodo è dedicato ai bambini, quindi via libera agli acquerelli, ai giochi in legno e mini clothes.

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Mobile in legno intrecciato – atelier Daniela Gregis


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oggetti di modernariato nell’atelier di Bergamo


Tra le più grandi passioni di Daniela Gregis c’è la cultura giapponese con le sue tradizioni.

Nel negozio che propone oggetti di modernariato si possono acquistare introvabili borse japan in legno di noce (resistenti più della pelle mi dice), contenitori di legno scandinavo a incastro, kit giapponesi per oggetti rotti: si tratta di una colla color oro che disegna un tratto elegante su un oggetto che sarebbe destinato alla spazzatura. “Perché dire addio ad un oggetto bello o utile che amiamo? Il recupero è un modo per evitare lo spreco

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borsa japan in paglia lavorata a mano


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contenitore in legno scandinavo a incastro


 

 

Gli atelier di Daniela Gregis nella città di Bergamo:



Nei racconti della stilista Daniela Gregis, che sottolinea “l’eleganza non è eccesso a tutti i costi, trovo sia più elegante un contadino di una signora male agghindata” – si ritrovano l’amore per il proprio lavoro ma soprattutto una filosofia che stimola le scelte che ricadono sulla comunicazione del brand. Lo stesso bizzarro e originale dettaglio di aver fatto sfilare una donna non più giovane come Benedetta Barzini,  modella e giornalista.

Siamo delle maschere e recitiamo sempre una parte, perché mai? Che motivo abbiamo?” si domanda – “siamo così arroganti da credere di essere importanti”: questa la verità che si cela dietro il non apparire di Daniela Gregis, il non voler esporsi, il lasciare piena libertà alle modelle, di sfilare con i loro ritmi, lenti, cadenzati dalla musica, totalmente in contrasto con la frenesia di una fashion week abituale.

La location prediletta per la settimana della moda milanese è un luogo sacro: l’oratorio della Basilica di San Ambrogio, una delle più antiche chiese di Milano.

Le sfilate di Daniela Gregis raccontano una moda senza solennità, colma di spiritualità, come il luogo dove si svolge, un defilé quasi neghittoso, indolente e soprattutto mai autoreferenziale.

Ogni passo della modella libera quel po’ di mistero romantico degli abiti della Gregis, che sono casti ma colorati, moderni ma intrisi di storia – assistervi è come abbandonarsi ad una riscoperta naturalezza.

Il clangore di una grossa campana avvisa che il tempo è finito – una lezione di vita quella di Daniela Gregis: l’essere se stessi, semplicemente.

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collezione Daniela Gregis F/W 16/17


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Benedetta Barzini sfila per Daniela Gregis


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collezione Daniela Gregis F/W 16/17


 

 

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SFILATA DANIELA GREGIS – COLLEZIONE AUTUNNO INVERNO 2016/17

Kate Moss fashion designer per Equipment

Per il prossimo autunno/inverno 16-17 Kate Moss  ha lanciato una capsule collection per il marchio Equipment, composta da maglioni style rock, blazer (capo must have nell’armadio di Kate), camicie, pantaloni slim 5 tasche e dalla linea a palazzo e giacche militari.

 

(fonte equipment.com)
(fonte equipmentfr.com)

 

Kate Moss è il direttore creativo della campagna (fonte equipment.com)
Kate Moss è il direttore creativo della campagna (fonte equipmentfr.com)

 

 

Siamo entusiasti del fatto che Kate abbia preso parte a ogni fase del processo. La sinergia è stata facile, grazie alla relazione costruita negli anni tra il lei e il nostro brand , e non vediamo l’ora di espanderla ancora”, ha dichiarato Jack Schwefel, CEO dell’azienda.

 

Accanto alla Moss hanno posato Susie Cave ed Ella Richards (fonte equipment.com)
Accanto alla Moss hanno posato Susie Cave ed Ella Richards (fonte equipmentfr.com)

 

(fonte equipment)
(fonte equipmentfr.com)

 

 

La collezione Kate Moss for Equipment, verrà celebrata la sera del 1° giugno con un party esclusivo alla Chiltern Firehouse di Londra, alla presenza della modella e Net-A-Porter che venderà la collezione sul suo portale fino il 15 giugno prossimo.

 

(fonte equipment.com)
(fonte equipmentfr.com)

 

(fonte equipment.com)
(fonte equipmentfr.com)

 

 

Kate Moss for Equipment sarà in vendita dal 2 giugno in esclusiva su equipmentfr.com, nei negozi monobrand Equipment, nel temporary pop-up store di Londra, in 62 Blandford Street, dal 2 al 9 giugno e presso alcune boutique nel mondo.

 

 

 

Per la cover fonte equipmentfr.com

“La moda oltre il mito”: l’omaggio a Marilyn Monroe

La moda oltre il mito” è l’incredibile omaggio di Torino alla diva Marilyn Monroe, per celebrare i novant’anni dalla nascita dell’attrice americana, scomparsa prematuramente all’età di trentasei anni, il 5 agosto 1962 a Brentwood.

Palazzo Madama, dal 1° giugno al 19 settembre prossimo, ospiterà ben 150 oggetti personali, appartenuti alla celebre icona.

 

Marilyn Monroe by George Barris
Marilyn Monroe by Alfred Eisenstaedt

 

 

 

Lettere, vestiti, accessori, articoli di bellezza, documenti, oggetti di scena e spezzoni di film, appunti su quaderni, contratti cinematografici e scatti fotografici (inediti e originali) dei fotografi Bernt Stern, Alfred Eisenstaedt, George Barris e Milton Greene: il percorso espositivo, racconta stralci della vita di un personaggio che, in brevissimo tempo, è riuscito a fare breccia nei cuori di milioni di americani e del resto del globo.

 

Bert Stern. Striped Scarf, 1962
Bert Stern. Striped Scarf, 1962

 

 

Di spregiudicata bellezza, a cinquantadue anni dalla sua scomparsa, Marilyn Monroe incarna ancora il mito di bellezza intramontabile. Con un corpo che oggi definiremmo curvy, la sex symbol  ha fatto traballare la Casa Bianca con la presunta love story con il Presidente John Fitzgerald Kennedy e la successiva relazione clandestina con Robert Kennedy, ministro della Giustizia americano, nonché fratello di John.

 

Marilyn Monroe by George Barris
Marilyn Monroe by George Barris

 

 

Archiviata la sua morte per suicidio, la dea del cinema hollywoodiano è ancora simbolo di bellezza nel mondo. “I don’t mind living in a man’s world, as long as I can be a woman in it“, intonano tuttora i suoi fans, orfani di una donna che, nel bene o nel male, ha catalizzato su di sé l’attenzione dei media ed ha messo a tacere la critica.

 

Marilyn Monroe by Milton Greene, 1955
Marilyn Monroe by Milton Greene, 1955

 

 

La mostra, realizzata da Fondazione Torino Musei in collaborazione con Brentwood Exhibitions e Expona, racconta non solo il successo pubblico di Marilyn ma anche la quotidianità di una donna fragile e sfortunata.

 

 

Per maggiori informazioni sulla mostra www.palazzomadamatorino.it

 

Louis Vuitton presenta la collezione Crociera 2017

Brandelli di stoffa. La collezione Cruise 2017 di Louis Vuitton appare un atto dissacratorio nei confronti della moda.

Se è vero che in essa è vivida l’atmosfera anni ’80, Nicholas Ghesquière, ha selezionato dettagli non proprio convincenti per raccontare un viaggio a ritroso in un passato che poco ha concesso alla moda.

 

NITEROI, BRAZIL - MAY 28:  A model walks at Louis Vuitton 2017 Cruise Collection at MAC on May 28, 2016 in Niteroi, Brazil.  (Photo by Fernanda Calfat/Getty Images)
La collezione è stata presentata presso il Museo di Arte Contemporanea di Niteroi  (Photo by Fernanda Calfat/Getty Images)

 

NITEROI, BRAZIL - MAY 28:  A model walks at Louis Vuitton 2017 Cruise Collection at MAC on May 28, 2016 in Niteroi, Brazil.  (Photo by Fernanda Calfat/Getty Images)
(Photo by Fernanda Calfat/Getty Images)

 

(Photo by Fernanda Calfat/Getty Images)
(Photo by Fernanda Calfat/Getty Images)

 

 

La collezione, gioca molto sui pattern e i sui colori. Onde sinusoidali, “investono” i capi delineando un mood carioca, in omaggio alla città di Rio de Janiero che ha ospitato l’evento.

Asimmetria totale e sovrapposizioni: la cruise 2017 della maison francese, ricorda fortemente il défilé autunno/inverno 15-16 per aver raccontato una donna dal pronunciato temperamento, pronta a vivere nella giungla urbana sempre più futuristica.

 

(Photo by Fernanda Calfat/Getty Images)
(Photo by Fernanda Calfat/Getty Images)

 

(Photo by Fernanda Calfat/Getty Images)
(Photo by Fernanda Calfat/Getty Images)

 

(Photo by Fernanda Calfat/Getty Images)
(Photo by Fernanda Calfat/Getty Images)

 

 

Predominano le linee affusolate, ma non mancano parka over e particolari in ruches, che conferiscono alla collezione un look meno avveniristico.

Leggere goffrature, inoltre, movimentano gli abiti color block.

Ho così ammirato la forza di Oscar Niemeyer. La sua visione, la sua radicalità e anche la sua utopia. Essere in grado di far sfilare una collezione di moda in uno spazio così architettonicamente potente è un’esperienza sensoriale. A Rio de Janeiro, tutto quello che ho visto vibra di movimento e di una energia esplosiva che si mescola tra modernismo e tropicale. Sono rimasto affascinato dalla costante dualità tra la natura e l’urbanistica e l’esplosione pittorica che crea. Per me, la questione principale era cercare di incorporare nella mia collezione tutti questi elementi che fanno parte della cultura brasiliana, senza dimenticare che io sono solo un visitatore che porta i suoi riferimenti culturali parigini e francesi” ha dichiarato lo stilista.

 

(Photo by Fernanda Calfat/Getty Images)
(Photo by Fernanda Calfat/Getty Images)

 

(Photo by Fernanda Calfat/Getty Images)
(Photo by Fernanda Calfat/Getty Images)

 

(Photo by Fernanda Calfat/Getty Images)
(Photo by Fernanda Calfat/Getty Images)

 

 

Nicholas Ghesquière, volge un’attenta analisi sugli accessori. L’iconica Speedy veste un allure del tutto nuovo con stampe decise, quasi caleidoscopiche. L’intramontabile stereo a cassette Boombox, diventa una borsa a mano in tela monogram.

Meno convincenti, le calzature. Orripilanti, gli ibridi ankle boots/infradito bianchi.

 

 

(Photo by Fernanda Calfat/Getty Images)
(Photo by Fernanda Calfat/Getty Images)

 

(Photo by Fernanda Calfat/Getty Images)
(Photo by Fernanda Calfat/Getty Images)

 

(Photo by Fernanda Calfat/Getty Images)
(Photo by Fernanda Calfat/Getty Images)

 

(Photo by Fernanda Calfat/Getty Images)
(Photo by Fernanda Calfat/Getty Images)

 

 

 

 

 

 

Fonte immagini www.buro247.ru

Della Valle: in casa Tod’s lo stilista non serve più

La dichiarazione è forte, e sembra destinata inevitabilmente ad aprire orizzonti nuovi ed inusitati nel fashion biz. In casa Tod’s, dopo l’addio di Alessandra Facchinetti, il direttore creativo sembra ormai una figura destinata a scomparire. Ridimensionata la sua importanza, lo stilista sarebbe quindi considerato oggi non essenziale ai fini della messa a punto delle nuove collezioni. A dirlo è Diego Della Valle, patron del gruppo marchigiano. Così l’imprenditore si è espresso durante il Luxury Summit organizzato dal Il Sole 24 Ore.

La dichiarazione intendeva commentare l’addio della stilista Alessandra Facchinetti, che all’inizio del mese corrente ha abbandonato dopo tre anni la direzione creativa di Tod’s. Ma Della Valle non ha mezze misure nel proferire parole dalla portata storica, che hanno profondamente sconvolto il mondo fashion e che gettano scenari inquietanti sul futuro della moda: “Lo stilista, a noi, nel senso classico, non serve più perché credo sia diventato, tranne in alcuni casi, un po’ un rallentatore dei progetti”, ha affermato Della Valle, annunciando nuovi progetti di sviluppo previsti per il mese di giugno.

“Il fatto di andare ogni mese nei negozi è già un’antitesi. Lo stilista se è bravo è un pensatore, ha bisogno dei tempi, ha le sue comprensibili incertezze, vuole rifare le cose, tutto questo non è più contemplato nella velocità che noi oggi dobbiamo avere nelle aziende”, ha poi aggiunto. “Se voi osservate i nuovi stilisti, di stile praticamente non sanno niente, sono fenomeni tra pr e socialite. Mai avrete visto un marchio di rilevanza mondiale senza lo stilista. E qualche volta, quando è capitato, è stato un dramma. Oggi si avverte che il mercato si orienta da un’altra parte”.

Il presidente di Tod's, Diego Della Valle
Il presidente di Tod’s, Diego Della Valle


Se da una parte viene quindi rinnegata la figura stessa del direttore creativo, che, secondo Della Valle, oggi sarebbe reo di rallentare la velocità e i tempi di produzione, tuttavia mancherebbe a tutt’oggi una reale strategia per modernizzare il brand e renderlo capace di tenere il passo in una società in cui la velocità sembra essere diventata condicio sine qua non. A suo dire Tod’s non aderirà infatti alla filosofia del “see now-buy now” che oggi domina il mercato della moda: le collezioni del celebre brand italiano non verranno quindi messe in vendita subito dopo la loro presentazione. Un approccio che risulta quasi antitetico alle dichiarazioni circa la figura del direttore creativo del brand. Della Valle ha inoltre auspicato razionalità e buon senso come base su cui sviluppare le nuove strategie aziendali che saranno messe a punto entro qualche settimana. Resta da chiedersi se si possa considerare valido un simile approccio, e se dovremo quindi aspettarci l’avvento di una nuova era per la moda, intrisa di qualunquismo e rea di non aver dato il giusto valore alla creatività del singolo, un’era in cui la stessa figura dello stilista sarà drammaticamente soppiantata dalla spersonalizzazione e dalla meccanizzazione dominanti nelle logiche di mercato.

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Bulgari Hotels and Resorts conquista Mosca

Bulgari annuncia l’apertura del suo primo hotel a Mosca nel 2019, dopo l’opening della boutique Bulgari che ha visto la partecipazioni di numerose celebs come Carla Bruni, Miroslava Duma e Luke Evans.

Bulgari Hotels and Resorts ha firmato, in realtà, un accordo con l’investitore russo Alexey Bogachev per introdurre il marchio di lusso romano a Mosca.

 

Cortile Bulgari Hotels and Resort a Mosca (fonte amica.it)
Cortile Bulgari Hotels and Resorts a Mosca (fonte amica.it)

 

 

L'hotel di Lusso di Bulgari, inaugurerà nel 2019 (fonte amica.it)
L’hotel di Lusso di Bulgari, inaugurerà nel 2019 (fonte amica.it)

 

 

Dopo Milano, Bali, Londra, Shanghai, Pechino e Dubai (questi ultimi tre nel 2017), è giunto il momento di aggiungere ulteriore glamour al Cremlino e a Piazza Rossa.  Bulgari Hotels and Resorts, sorgerà  adiacente al Conservatorio di Stato di Mosca P. I. Tchaikovsky (una delle università musicali più importanti del mondo), a circa 300 m dalle maggiori attrazioni della città.

 

Jean-Christophe Babin e Alexey Bogachev (fonte Atlan/Bulgari)
Jean-Christophe Babin e Alexey Bogachev (fonte Atlan/Bulgari)

 

 

Il progetto iniziale, prevede 65 camere e suites tra cui una sorprendente Bulgari Suite di ben 300 mq con un’esclusiva terrazza di 600 mq che offrirà una magnifica vista di Mosca e del Cremlino. Gli ospiti potranno usufruire, peraltro, di una gamma completa di servizi di lusso: una spa di 1600 mq, un ristorante, un bar  e una piscina di 25 metri.

 

 

Fonte cover Amica

Boy: la nuova fragranza di Chanel

Robert Capel era un uomo fortunato. Robert Capel era più che una fonte d’ispirazione.

Potrebbe essere definito colui che ha contribuito ai fasti di una fra le maison di lusso più apprezzate al mondo.

Boy Capel, fu il primo a credere nelle potenzialità di Mademoiselle Coco Chanel, investendo parte del suo patrimonio (era un abile giocatore di polo n.d.r.) nella prima boutique di Gabrielle Bonheur, a Deauville.

 

Boy Capel fu l'unico grande amore di Coco Chanel (fonte blogdimoda)
Boy Capel fu l’unico grande amore di Coco Chanel (fonte blogdimoda)

 

 

Coco ne era perdutamente innamorata:” È stata la grande occasione della mia vita: Avevo incontrato qualcuno che non mi avviliva. Aveva una personalità molto forte, singolare, una natura ardente e concentrata. Mi ha formata, ha saputo sviluppare ciò che avevo di unico, a spese del resto. […] Per me è stato un padre, un fratello, tutta la mia famiglia”, è la confessione di Coco ripresa da Claude Delay in Coco Chanel. Genio Passione Solitudine, ed. Lindau.

Boy morì a soli 38 anni, il 22 dicembre 1919, a causa di un incidente stradale, lasciando un vuoto incolmabile nel cuore della stilista.

 

La relazione tra Coco e Boy durò solo 12 anni (fonte blogdimoda)
La relazione tra Coco e Boy durò solo 12 anni (fonte blogdimoda)

 

 

Amandoti ho capito che la vita non è bella perché è nostra. È  bella perché esiste qualcuno a cui donarla…”, dichiarò Gabrielle al più grande amore della sua vita.

A distanza di novantasette anni, maison Chanel rende omaggio a Capel, con il profumo Boy: l’ultima fragranza della collezione Les Exclusives de Chanel.

Occorrerà attendere il prossimo giugno 2016 per acquistare Boy, presentato nel classico flacone di vetro trasparente con monogramma e tappo magnetico, nella versione 75 e 200 ml.

Nella fragranza, gli accordi principali sono il geranio rosa e la lavanda (provenienti dal sud della Francia) ed ancora: la scorza di limone e di pompelmo, la vaniglia, il sandalo, fiori d’arancio.

 

Boy è la prima fragranza Chanel dal nome maschile (fonte blogdimoda)
Boy è la prima fragranza Chanel dal nome maschile (fonte blogdimoda)

 

 

Olivier Polge, creatore di Boy ha così spiegato il profumo: “Nel lavorare a questa fragranza non ho sicuramente cercato di creare un unisex, volendo piuttosto immergermi nel mondo delle fragranze maschili… dimostrando come possano essere facilmente indossabili da una donna. […]Non si è trattato insomma di creare una via di mezzo ma, al contrario, l’obiettivo era realizzare una fragranza decisamente maschile. E — come per molte altre cose nella vita — a determinarne il genere è la persona che la indossa“.

 

 

 

Stokton: sneaker tra arte e moda

Talvolta la moda riesce a coniugare i fashion trend attuali con suggestioni tratte dall’arte: è il caso di STOKTON, brand da sempre attento alle nuove tendenze, che ha appena presentato la nuova collezione di sneaker per l’Estate 2016.

Suggestioni barocche ed ispirazioni Basquiat si sposano alle principali tendenze moda per la stagione Primavera/Estate. Elementi decorativi barocchi vengono stemperati da una visione contemporanea del gym style impreziosito dalla cura nei materiali usati, che spaziano dai macro pitoni crackle alle stampe cocco perlate e traslucide declinate in nuances lunari e raffinate. La palette cromatica abbraccia i toni dell’acqua, dell’incenso, del safari e del nirvana.

Nelle forme sfilate che esaltano il piede fanno capolino elementi decorativi di pregio, come puntalini metallici ricoperti da gemme mono e multicolor. Ricordano l’impressionismo italiano i pizzi e ricami della collezione pensata per lei, in un mood femminile e mediterraneo che si snoda attraverso delicate trasparenze.

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Per i modelli unisex spruzzi multicolor a rilievo, superfici graffiate, all’insegna dell’effortlessy-chic, e, ancora, pennellate e scolature di vernice. Striature di colore scalfiscono la pelle, in un gioco di rimandi, in perenne bilico tra arte e moda. I pattern tipicamente estivi prevedono stampe macro e floral nei toni tropical, che ricordano i quadri di Paul Gauguin e il post impressionismo, reinterpretato attraverso una visione naturalistica animata da colori densi e nuance dal piglio strong.

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Suggestiva, ricercata e sofisticata la collezione STOKTON per l’estate 2016: sia la donna che l’uomo potranno calzare un accessorio che vanta un grande studio stilistico ed un invidiabile background tecnico, all’insegna di un’artigianalità italiana che, ancora una volta, si dimostra un valido passepartout per un successo su scala internazionale.