I migliori backstage di Milano Moda Donna: Leitmotiv

La mascotte dei Leitmotiv, il cervo, simbolo dell’amicizia e dell’amore, nella prossima stagione decide di viaggiare nel centro America.

Tutto cio’che e’folk si muove nelle corde del brand integrandosi con i segni ancestrali, il muralismo e le ispirazioni artistiche che giungono da Ligabue e Chagall.

L’immaginario Leitmotiv va, altresì, ad arricchirsi dell’architettura geometrica variopinta dei villaggi del Messico, dove il cervo incontra nuove specie animali mentre gli Apache giocano con le teste di cavalli, tigri e aquile.

I dictat della Primavera/ Estate suggeriscono l’utilizzo di nastri, cordoni e nappine e anche il duo di designer non li disdegna rendendo la propria donna una perfetta dama del ballo.

Fashion editor Alessia Caliendo
Video director Andrea Bertolotti

Loewe: una grande riconferma a Parigi

Voci insistenti vorrebbero J.W. Anderson prossimo all’addio da maison Loewe per sedere alla poltrona di Louis Vuitton ma intanto il giovane designer a capo della direzione creativa del marchio spagnolo ha presentato una collezione primavera/estate 2017 degna del suo estro.

Un’impianto progettuale che basa le sue radici su forme usuali impreziosite da dettagli luxury come la cintura performante in vita.

Sulla passerella sfilano capi dalle volumetrie miste: abiti over e slim regalano agli spettatori seduti nel front row una donna giovane e dinamica.

Il punto forte di questa collezione sono gli accessori. La borsa over in morbida pelle si porta a mano, gli ankle boots vittoriani si avvicendano a  mocassini a punta e a sandali rasoterra.

 

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Fonte cover Madame le Figaro

Fonte gallery vogue.com

Carven: l’urban chic sfila a Parigi

Adrien Caillaudaud e Alexis Martial, duo di stilisti di maison Carven, per la collezione primavera/estate 2017 appena proposta a Parigi hanno disegnato una donna che ama vestire con capi comodi e femminili.

Il pattern diventa l’inizio di un défilé garbato. Le rose decorano bomber in neoprene richiamando la moda anni ’60.

Il rosa shocking caratterizza la palette di colore che rimane, comunque, accesa e vibrante.

Il PVC confeziona pantaloni, capispalla essenziali ed urbani, in contrapposizione con il pizzo che invece conferisce un carattere romantico alla collezione.

I dettagli in fibbia su gonne e cappotti, sono i motivi ricorrenti di una collezione giovane e frizzante.

 

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Fonte cover madame le Figaro

Fonte gallery vogue.com

 

Quanto è grande il web

La percezione che abbiamo del web, della sua grandezza, dei siti “che contano”, della rilevanza dei contenuti, è basata essenzialmente su “ciò che noi vediamo”.
Quando parliamo di web, in altre parole, è come se facessimo una sineddoche della rete: riteniamo che “quella parte” che noi osserviamo, su cui navighiamo, che ci interessa, sia anche “il tutto”, ovvero non solo quello che riteniamo noi, i nostri concittadini, i nostri co-linguisti, i nostri “simili occidentali”, riteniamo rilevante.
Siamo finanche portati a pensare che il web sia un fenomeno prettamente occidentale, riservato a noi “che abbiamo la libertà”, e che in fondo – per quanto potenzialmente numerosi – “gli altri” abbiano poco a che fare con la rete. Se non (semmai) in quei casi in i cui colossi cinesi delle vendite online “stanno in rete”, e anche in questo caso, secondo noi, in una chiave tutta rivolta a consumatori e cittadini occidentali.
Infine – e on è di poco conto – consideriamo la nostra rete più libera, trasparente, finanche sicura, e a prova di privacy.
Questa percezione però, è vera?


Intanto in termini quantitativi assolutamente no.
Tra i primi 25 siti internet visitati al mondo, ben 8 sono cinesi e 2 russi. Tra i primi 50, 20 non sono occidentali.
Mentre tuttavia quasi un 30% dei navigatori dei primi 15 siti occidentali (per esempio Google, Youtube, Bing) sono russi, cinesi, indiani, gli utenti degli otto siti cinesi e due russi sono praticamente solo locali.
Questo significa che mentre “loro conoscono noi”, noi sappiamo ben poco on solo di loro, ma anche delle sintassi, della rilevanza, dell’informazione e dell’interazione “made in Asia”. Anche se quello per noi è il mercato più grande, ed anche se noi siamo “il loro mercato di riferimento”, ed anche se rappresentano la metà della popolazione mondiale.


Il web russo e cinese, in particolare, è certamente “molto controllato”, esistono filtri e software di mappatura che lasciano molto poco spazio alla privacy. Se questo è vero va anche ricordato che mentre quello è un controllo “governativo” – che spesso da risultati anche nella lotta alla corruzione, alla criminalità, al terrorismo – quello che viviamo noi, silente, e nella nostra inconsapevole corresponsabilità, è una appropriazione, archiviazione, manipolazione, gestione e rivendita sistematica dei nostri dati da parte di aziende private, e non solo per fare business e scegliere per noi le inserzioni che vediamo e le notizie che dobbiamo leggere.


Tra le convinzioni da sfatare per esempio c’è quella secondo cui “i siti delle nostre aziende sono più sicuri per i consumatori”.
Da noi eventuali condanne per condotta scorretta da parte di un’azienda sarebbero coperte da privacy, accordi di riservatezza, sepolti da azioni di comunicazione… e informazioni negative sulle nostre aziende sarebbero difficili da trovare, in quella che consideriamo “una rete trasparente e publica”.
In Cina ogni sito internet si chiude con molti link “istituzionali”.


Questo è il footer di sohu.com – 24° sito per traffico al mondo, ottavo in Cina.


Quanto è grande il web


Questo è il footer di sina.com.com – 18° sito mondiale e quinto in Cina.


Quanto è grande il web


Infine questo è QQ.com – 8° sito mondiale e secondo in Cina.


Quanto è grande il web


Francamente non so quanti siti occidentali sarebbero disposti a mettere in così chiara evidenza tanti link “di trasparenza” sul proprio operato. Tra questi addirittura uno diretto alla “polizia postale” per denunciare eventuali frodi o contenuti illeciti.


Tra i vari link è interessante “monitoring di rete”.
Cliccando su quel link si accede a tutta una serie di informazioni immediate, tra cui tutti i dati sul titolare del sito, l’amministrazione, la capitalizzazione, i contatti, un form per reclami e segnalazioni ad un’autorità terza.
Ma c’è un link ancora più sorprendente – anche perché si raggiunge con estrema facilità – ed è questo
dove nelle “informazioni finanziarie”, oltre a nomi e cognomi degli azionisti con le rispettive quote di partecipazione, controvalore in Yuan, incarichi aziendali, seguono tutte le sanzioni e multe e cause legali intentate da consumatori e aziende (nel caso specifico per violazioni sulle norme di pubblicità e concorrenza).


Ci sono profonde differenze nel web, e qualche volta potrebbe essere davvero utile “fare un giro” fuori da quello che – secondo la nostra percezione – è tutto il web.
Certo, non tutto ci piacerà, dalla grafica a una certa aggressività di notizie e pubblicità, e certamente molte cose non incontrano il nostro “gusto occidentale”.
Però potrebbe anche accadere che potremmo farci venire qualche buona idea, ad esempio in termini di pubblicità e trasparenza, anche made in Cina.
Non so quante aziende avrebbero piacere a vedere online immediatamente raggiungibile una scheda come quella su QQ.com, ma credo che per i consumatori si, sarebbe utile e davvero trasparente. Forse molte delle nostre scelte cambierebbero.

Cars and Coffee – L’Eleganza e la Bellezza scendono in pista

Cars and Coffee è un evento dal format unico, non un semplice ritrovo di auto. E’ il luogo di incontro della passione di numerosi possessori di supercars, supersportive ed auto storiche di prestigio, realizzato su misura “sartoriale”, affinché costoro possano condividere le emozioni trasmesse dal boato di un propulsore ed ammirare una moltitudine di vetture mozzafiato, stringendo nuove amicizie. Una manifestazione “multimarca” e “multiepoca”, un’esposizione speciale sul modello dei concorsi d’eleganza, nel corso della quale è possibile rivivere l’intera storia dell’automobilismo, in un suggestivo susseguirsi di fascino, ricercatezza di design e progresso tecnologico.


Cars and Coffee
Cars and Coffee



Cars and Coffee nasce negli Stati Uniti nel 2006 e in breve tempo diventa un fenomeno mondiale. Eventi sparsi in tutto il mondo, dalla natia Los Angeles percorrendo idealmente tutta la Route 66 fino a Chicago e poi New York, in Europa, Arabia Saudita e Oceania, hanno permesso lo sviluppo di un network internazionale.
Due ragazzi Francesco Canta e Gabriele Morosini, in viaggio in California hanno raccolto la sfida. Perché non trasferire questo evento anche nella patria dei marchi più sportivi, ambiziosi e ricercati al mondo? Così è stato fatto, aggiungendo quell’estro italiano, quella caratteristica unica che rende tutto più speciale. Importato in Italia nel 2012, in poco tempo si è rivelato un successo nazionale per la sua semplicità, ma anche per un’organizzazione sempre meticolosa in cui si mette al centro l’attenzione al partecipante.


Francesco Canta
Francesco Canta



Francesco com’è nato il movimento CarsandCoffee?


“Il movimento è nato per riunire persone che hanno la stessa passione, in questo caso la passione per le supercar. E’ nato negli States e poi via via si è diffuso in tutto il mondo, perché è stato uno dei primi fenomeni a riunire auto multibrand e multiepoca, cosa che prima non esisteva perché vi erano solamente raduni monomarca, questa è stata la chiave che ha decretato il successo. Qui in Italia abbiamo riadattato il format, ovvero una giornata intera con evento privato al mattino, riservato ai driver, stampa ed altri personaggi importanti, mentre al pomeriggio dopo un giro tutti assieme con le macchine, si arriva in una location aperta al pubblico, in modo che sostanzialmente intorno a CarsandCoffee girano tutte le persone che hanno la passione per le automobili, da chi la possiede a chi l’ammira e quindi può vedere l’auto dei suoi sogni.”


Tu giovanissimo, ti sei preso l’incarico di gestire questo movimento qui in Italia.


“Si, noi abbiamo iniziato in Italia, abbiamo registrato il marchio sia in Italia che in tutto il mondo. Ora abbiamo appena lanciato un progetto internazionale, che consiste nel riunire tutti i CarsandCoffee che ci sono in giro per il mondo sotto un unico cappello, quindi creare un vero e proprio movimento globale ed unificato.”



Oggi la giornata come si sviluppa?


“Beh ora come vedi, qui siamo in questa stupenda cornice, location davvero bellissima, dove sono presenti solo i possessori, gli addetti stampa e qualche personaggio illustre. Dopo il pranzo privato, ci dirigeremo all’aeroporto di Biella, dove i driver potranno scatenare i cavalli delle loro supercar sul rettilineo della pista; a differenza degli anni passati dove l’evento al pomeriggio era statico, oggi è la prima volta che abbiamo voluto introdurre questa novità, una cosa di grande attrattiva anche per il pubblico.”


Il prossimo step di CarsandCoffee?


“Sicuramente saranno i primi due eventi internazionali, il primo che sarà il 23 Ottobre a Montecarlo ed infine il secondo ad inizio Dicembre che sarà a Miami. Due eventi che lanceranno il nuovo branding ed il nuovo progetto.”


Nasario Giubergia, Maurizio De Luca, Andrea Levy
Nasario Giubergia, Maurizio De Luca, Andrea Levy



Non solo Supercar ma anche moda e fashion in questo evento suggestivo.
Nizza32, negozio d’abbigliamento di Torino di Maurizio De Luca, ha offerto shoppers particolari, ai presenti.


Maurizio anche tu appassionato di supercar.


“E’ nata una profonda amicizia con Francesco, praticamente siamo nati con un anno di distanza e ci siamo portati fortuna a vicenda. Nelle shoppers ci sono sorprese interessanti. Come sai, il mio negozio è un multibrand, capi di altissima qualità sartoriale, Kiton, Isaia, De Petrillo… La mia presenza qui come Nizza32, mi rende molto orgoglioso, ma in primis è l’amicizia che mi lega con Francesco e Gabriele.”


Tesla "Mole Valentino"
Tesla “Mole Valentino”



Questo incredibile progetto, questa supercar, si chiama “Mole Valentino”, è la Tesla del presidente del comitato Parco Valentino e del Salone dell’Auto di Torino, Mr. Andrea Levy. Imprenditore di successo in un terziario avanzato fatto di turismo, eventi e comunicazione e vero motore dell’iniziativa perché alimentata dalla sua immensa passione per i motori e dalla grande esperienza che ha maturato in questo ambiente.


Andrea parlami della tua splendida Tesla.


“Questa è una Tesla P90D, quindi 770 cv di potenza, 0-100 in circa 3 secondi, davvero molto sportiva.
Questo è un progetto speciale, fatto con tutti i fornitori italiani, il design è stato curato dal designer Umberto Palermo che ha dato anche il nome alla macchina: “Mole Valentino”, perché è stata presentata in anteprima mondiale al Salone dell’Auto – Parco Valentino a Torino nel 2016. La parte esterna dell’auto deve ancora essere ultimata, mentre gli interni sono stati completamente rifatti e sono definitivi, con tutte pelli italiane di Foglizzo, unendo stile e made in italy siamo riusciti a scaldare l’interno della vettura con questo particolare bianco e biscotto. Carbonio ovunque, elemento che dà sportività alla macchina sia negli interni, sia negli esterni abbinato ad una colorazione speciale, un silver metallizzato a triplo strato.”



Quindi si può dire che Andrea Levy, ha unito in sostanza Territorio e Passione.


“Sì, territorio e passione, hanno lavorato diverse aziende italiane, Brembo sta studiando una nuova pinza frenante proprio dedicata a questa macchina, Fonmetal ha curato i cerchi in lega da 22”, le pelli appunto Foglizzo, l’assemblatore ARAS, le componenti in carbonio sono state fatte da Skorpion engineering altra azienda di eccellenza italiana; un progetto tutto italiano per rendere la Tesla, che è già una macchina Hi-Tech, una supercar dal design un po’ più caratteristico, sia negli esterni sia soprattutto nello stile all’ interno.”


Tesla "Mole Valentino"
Tesla “Mole Valentino”



Supercar, Moda, Luxury. Elementi che caratterizzano questo movimento, grazie a tutte queste peculiarità Cars and Coffee oggi è diventato il più grande network di appassionati, possessori e collezionisti in Italia.


Qualche fotografia di questa giornata all’insegna delle quattro ruote:


Cars and Coffee
Cars and Coffee



Cars and Coffee
Cars and Coffee



Cars and Coffee
Cars and Coffee



Cars and Coffee
Cars and Coffee



Cars and Coffee
Cars and Coffee



Cars and Coffee
Cars and Coffee



Cars and Coffee
Cars and Coffee



Cars and Coffee
Cars and Coffee









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Lo StreetStyle alla Milano Fashion Week 2016

Zara colpisce ancora, ecco il cappotto che fa impazzire tutte

Zara sembra sfornare per ogni stagione dei capi di tendenza.
Il colosso del fast fashion non sbaglia un colpo: dopo la biker jacket gialla, si fa strada un cappotto che piace davvero a tutte, è il “that coat“.


“That coat” possiede anche un profilo Instagram che raccoglie al momento solo 200 foto, un piccolo numero, simbolico, eppure emblema della condivisione, della viralità.
Un sistema forse, e sarebbe davvero geniale, per far conoscere e far circolare il cappotto.
Ricercando attraverso l’hashtag #thatcoat, si susseguono milioni e milioni di foto da parte di utenti di tutto il mondo, con prevalenza su Londra.


L’ho visto anche io“, “ero in un supermercato e l’ho visto almeno tre volte in un’ora soltanto“, “mi chiedevo se avessi le allucinazioni, ma #thatcoat è davvero ovunque!“, questi i commenti degli utenti Instagram, tra reazioni incredule e sorprese.


Così, questo cappotto dalla trama bon ton che ricorda vagamente lo stile e l’allure di Chanel, si presenta bianco e blu, senza alcun bottone e alcuna zip.
Semplice ed elegante, ha conquistato presto il cuore delle donne.


Zara non possiede rivali, permette di indossare in maniera economica alcuni capi visti sulle ultime passerelle facendone un copia e incolla perfetto.
Copia e incolla che necessita essenzialmente di un sistema di velocità, infatti è il primo fast fashion a subire il fascino dell’immediatezza.
Negli store sono già presenti, quasi da qualche giorno dopo la loro visione, i capi più cool della stagione attuando la formula dell’imminenza, quasi come quella del “see-now-buy-now” tipica delle ultime passerelle allestite durante le Fashion Weeks.


I risultati della condivisione, riconducono inevitabilmente al fenomeno dell’omologazione.
E seppur appaia semplice nell’era dell’apparenza sentirsi e mostrarsi diversi, molto meno lo è comunicando uno stesso messaggio visivo attraverso l’estetica del vestire.
Il consenso simulato per un tale oggetto o indumento qual sia attraverso i social sites, è il primo esempio di pubblicità gratuita e favorita che arriva agli utenti come sinonimo di scelta, eppure non è scelta, è accettare la massificazione.


Vestirsi non è coprirsi e non è assomigliarsi, è unicità da esprimere, mettendo da parte l’ansiogena paura del sentirsi soli.


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fonte foto: www.zara.com
fonte foto: www.zara.com

Le donne di Helmut Newton rivivono nella sfilata di Elisabetta Franchi SS17

Le donne di Helmut Newton rivivono nella sfilata di Elisabetta Franchi SS17

 

All’uomo che ha raccontato la donna come simbolo di desiderio, musa irraggiungibile e dal carattere forte, sexy oltre misura, si è ispirata Elisabetta Franchi per la collezione primavera estate 2017, a Helmut Newton va questo omaggio.

Helmut Newton, fotografo di origini tedesche, ha lasciato nell’immaginario collettivo una donna che molti oggi cercano di emulare, attraverso immagini, dipinti, fotografie, ma senza la magia di chi la donna  la vedeva realmente come essere superiore.  Si dice sia la madre di Newton la vera fonte di ispirazione, e che i quartieri a luci rosse, visitati col fratello maggiore a soli otto anni, abbiano fatto il resto.

Da lì l’occhio di Newton partorisce donne con stivali alla caviglia, guanti lunghi fino al gomito, fruste, tacchi a spillo e quell’aria altera e sprezzante che le rende spaventosamente sexy.

Erotismo che calca la passerella da Elisabetta Franchi, che ha stupito tutti con una collezione dal carattere algido e dal potere seduttivo, donne che ammiccano, donne che lasciano intravedere i seni, attraverso le trasparenze o, sfacciate, indossando body a rete.

 

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sx Elisabetta Franchi – dx foto di Helmut Newton


La donna Elisabetta Franchi conosce perfettamente le sue armi e le usa! Stringe la vita per esaltarla con cinture importanti e sandali altissimi che lasciano il piede nudo; il corpo diventa il mezzo attraverso cui esibirsi.

Ovviamente la palette colori comprende il rosso lacca, il nude e l’oro, con presenza del nero, fil rouge della collezione.

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sx Claudia Schiffer fotografata da Helmut Newton – dx abito Elisabetta Franchi


 

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sx foto di H.Newton – dx Elisabetta Franchi SS17


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sx foto di Helmut Newton – dx long dress Elisabetta Franchi


Capi scultorei e strutturati, decoltè in vista e micro top fascianti, le lunghezze sono maxi e le giacche oversize, perché la donna E.F. ha quel lato mascolino che non vuole nascondere.

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ai lati collezione Elisabetta Franchi SS17 – al centro una foto di Helmut Newton


Lo scintillìo dei dettagli laminati ricordano le serate glamourous degli anni ’80 e delle dive hollywoodiane.

Rivive in questa collezione SS17 Elisabetta Franchi la “femme fatale” newtoniana e speriamo che ci rimanga.

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sx foto di H.Newton – dx Elisabetta Franchi SS17


 

Sfoglia la gallery Elisabetta Franchi primavera estate 2017:

 



 

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Sarah Jessica Parker lancia il little black dress per essere proprio come Carrie Bradshaw

Alzi la mano chi almeno una volta nella vita ha sognato di essere Carrie Bradshaw. Con il suo personaggio in Sex and the City, Sarah Jessica Parker ha convinto più o meno ogni ragazza sulla faccia della terra che tutto fosse possibile: vivere a New York, lavorare come giornalista, scrivere su Vogue, essere sempre alla moda, possedere abiti e scarpe di un valore di gran lunga superiore a quello di un appartamento in centro a Manhattan. E ha finito per identificarsi con lei, tanto che media e fan faticano a distinguere l’attrice dal personaggio. Perché Sarah Jessica Parker, nonostante cerchi di affrancarsi dal ruolo che l’ha resa celebre, somiglia molto a Carrie: ama la moda e ama New York, come tutte le fan della serie.


Oggi mamma di tre figli e moglie di Matthew Broderick, Sarah Jessica continua a far parlare di sé e del possibile ritorno di una settima stagione di Sex and the City. Viene avvistata, spesso in compagnia delle sue gemelline Marion e Tabitha, in look che sembrano rubati dal gigantesco armadio di Carrie Bradshaw e ha collaborato con le case di moda preferite del suo alter-ego televisivo. Per dirne una, dal 2014 è disegnatrice di una linea di scarpe in collaborazione con Manolo Blahnik, lo shoe-designer osannato in Sex and the City. Nel 2015, invece, ha disegnato una speciale Fendi baguette per la griffe italiana. Proprio la stessa borsa che veniva sottratta a Carrie Bradshaw da un ladro nella terza stagione di SatC. Oggi, Sarah Jessica Parker rilancia il suo ruolo di fashion icon creando un tubino nero per tutte le fan di Carrie, anzi un’intera linea. È stata lei stessa a rivelarlo un paio di giorni fa in un video pubblicato su instagram. La clip mostra l’attrice che svolazza tra le porte girevoli del Claridge’s Hotel di Londra in un delizioso little black dress con gonna a corolla e scollatura sulla schiena. «È il momento della rivelazione. Vi presento SJP LBD (Sarah Jessica Parker Little Black Dress) – spiega l’attrice sul social network – Una nuova collezione di little black dress disegnata da me, interamente e orgogliosamente made in USA. Il nostro primo modello (una sorpresa!) verrà lanciato a ottobre da Bloomingdale, e altri saranno rivelati in seguito, compreso questo». Non ci resta che attendere ottobre per sentirci tutte un po’ più Carrie Bradshaw.

Balmain: Olivier Rousteing si dimostra il grande creativo di Parigi

Olivier Rousteing è l’artefice di una collezione primavera/estate 2017 che brilla fra le tante proposte che si sono susseguite in passerella durante questi lunghi e frenetici giorni in cui la moda a Parigi, regna sovrana.

Balmain porta in passerella capi brillanti sia perché luccicanti e sia perché ricchi di dettagli. Un tripudio di contaminazioni che culminano inevitabile con un défilé incantato.

Le bellissime modelle (Alessandra Ambrosio, Gigi Hadid e Kristen Doutzen ad esempio) indossano ricami preziosi e texture scintillanti.

Una creatura androgina, forte di temperamento ed estremamente sensuale.

In una location che ricorda le foreste pluviali asiatiche, sfilano capi importanti, lussuosi: difficili da dimenticare.

Long dress in seta si alternano ad abiti in suede dal carattere dirompente.

Il colore è il fulcro delle collezioni Balmain e questo défilé non fa eccezione. I capi esplodono in tonalità cariche e vitaminiche: l’arancione è in accordo con la terra bruciata, i toni del camouflage dichiarano amore al nero; un rosso papavero carica di sensualità l’intero progetto creativo.

Le linee affusolate sono rese intraprendenti da scollature vertiginose. Il pitone, proposto in passerella con over coats e pantaloni e le lamine d’oro che intrecciano trame luxury, portano la collezione ad esiti sorprendenti, pronti a stupire durante tutta la prossima calda stagione.

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Fonte cover Madame Le figaro

Fonte gallery vogue.com

 

Moschino gioca con la moda e crea una collezione SS17 parodia

MOSCHINO PRIMAVERA ESTATE 2017 – LA MODA PARODIA DELLA MODA

Avete mai giocato a “Gira la moda“? Probabilmente Jeremy Scott sì, perché lo ha riproposto in passerella durante la Milano Fashion Week!

La collezione primavera estate 2017 a quanto pare è un gioco divertentissimo, dove poter vestire le modelle e cambiarle d’abito a piacimento, come si faceva con i modellini di carta. Così i vestiti sono dei disegni effetto trompe l’oeil con tanto di linguetta, i boa di struzzo vengono soppiantati da cartonati, i cappelli e i gioielli dipinti su carta e i mega fiocchi solo un’illusione.

Il fashion show di Moschino rimane sempre il più atteso e non manca mai di stupire, riprendendo lo stile ironico e irriverente del maestro Franco Moschino, che proponeva una moda, parodia della moda.

Le donne in questo show diventano dei manichini di carta e gli abiti uno scherzo non indossabile, anche se Jeremy Scott accontenta le fanatiche del brand con una capsule acquistabile subito dopo la sfilata, ispirata al libro “La valle delle bambole” di Jacqueline Susann del 1966, una collezione carica di una potente dose di pillole.

Pillole da successo, pillole da fama, pillole ostentazione del proprio stato sociale, sulle borse, stampate sulle felpe, pillole riconoscimento di una psicosi nuova malattia dei ricchi. Parodia anche questa?

Fatto sta che quando a indossarle sono Irina Shayk, Gigi Hadid, Bella Hadid e Anna Cleveland, diventano simbolo di potere e di charme, come quello che trasmette la Cleveland con il suo ingresso in passerella, eclettica, magnetica, scenografica.

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Irina Shayk


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sfilata Moschino SS17


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Bella Hadid



 

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Gigi Hadid con clutch portapillole e felpa della nuova capsule collection


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Anna Cleveland e l’abito effetto trompe l’oeil





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Lanvin: non convince il debutto di Bouchra Jarrar

Non convince del tutto il debutto del designer Bouchra Jarrar, fresco di nomina in casa Lanvin dopo l’addio alla maison di Alber Elbaz.

L’eredità lasciata dal couturier non è certo facile da fronteggiare e forse Bouchra ha agito come avrebbe dovuto fare un debuttante che ha l’obbligo di convincere una platea orfana di un grande stilista.

La collezione, difatti, appare un gradino sottotono rispetto alla passate proposte dell’azienda.

Seguendo la fisionomia della maison, Jarrar sbircia negli archivi di Lanvin proponendo sulla passerella capi minimalisti, dalla foggia maschile, abiti trasparenti e capispalla (come il chiodo) che donano un allure rock alla collezione.

Criticare l’operato di Jarrar appare dunque ancora primitivo. Il rodaggio di Bouchra sarà giustificato solo con la presentazione della prossima collezione.

 

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