Boohoo alla conquista di Nasty Gal

Dopo il fallimento di Nasty Gal, che ha chiuso i battenti il mese scorso per bancarotta fraudolenta, si fa avanti Boohoo: l’e-tailer con sede a Manchester avrebbe infatti messo gli occhi sul brand statunitense. Gli asset di Nasty Gal, fondato nel 2006 da Sophia Amoruso, saranno presto messi all’asta. Boohoo proprio recentemente ha ultimato l’acquisto di un altro retailer, Pretty Little Thing: l’acquisizione sarebbe costata circa 3,3 milioni di sterline (pari a circa 3,8 milioni di euro).

Ora il brand britannico starebbe per concludere accordo con Nasty Gal: si tratterebbe di un affare di circa 20 milioni di dollari (pari a circa 19 milioni di euro). Tuttavia l’azienda ha precisato che le trattative cesserebbero immediatamente se dovesse proporsi un altro concorrente disposto a pagare di più.

Nasty Gal era stato fondato nel 2006 da Sophia Amoruso, giovane fotografa che usava eBay per mettere in vendita capi vintage comprati da lei stessa nei mercatini delle pulci: da Yves Saint Laurent a Missoni a Chanel, tanti erano i capi e gli accessori in vendita a prezzi stracciati. Un sito iconico, Nasty Gal, che era entrato di diritto nella classifica dei siti web più amati dagli appassionati di capi vintage.

(Foto: Nasty Gal)
(Foto: Nasty Gal)


Nel 2012 Nasty Gal aveva ricevuto un fondo di 50 milioni di dollari da Index Ventures, tra i cui clienti figurano Net-a-Porter, Asos ed Etsy. Mahmud Kamani e Carol Kane, chief executives di Boohoo, hanno commentato così la presunta acquisizione: “Dovessimo riuscire ad acquisire Nasty Gal, sarebbe una fantastica opportunità aggiungere un brand globale e ben consolidato alla famiglia Boohoo”.

Boohoo, lanciato nel 2006, si rivolge ad un target compreso tra 16 e 24 anni. Il brand avrebbe presentato un’operazione di acquisizione simulata per Nasty Gal. Tale operazione potrebbe durare circa 8 settimane. Il documento sarebbe stato depositato nel Regno Unito lo scorso 21 novembre. Secondo quanto dichiarato da The Business of Fashion, “tra le possibilità c’è anche che il fatto che Boohoo voglia utilizzare Nasty Gal solo per ampliare la propria customer base, reindirizzandone l’url su Boohoo.com. In ogni caso è improbabile che i due store fisici di Nasty Gal a Los Angeles restino aperti”.

Moncler in aiuto dei terremotati

Moncler corre in aiuto dei terremotati di Norcia e Cascia: il brand di Remo Ruffini ha donato 1.800 piumini ai giovani di alcune località colpite dal terremoto dell’agosto scorso. Ruffini raccoglie l’appello lanciato da Fiorello: il popolare presentatore nel suo programma Edicola Fiorello condivideva l’appello lanciato dalla Protezione Civile per raccogliere vestiti per le popolazioni colpite dal sisma.

Non si è fatta attendere la risposta di Moncler, che è sceso in prima linea, donando gli iconici piumini ai meno fortunati: sono circa 1800 i piumini donati ai ragazzi delle scuole di alcuni dei paesi che sono stati colpiti dal terremoto, come Arquata del Tronto, Cascia e Norcia.

A dare per prima notizia della donazione da parte del brand è stata Alessia Marcuzzi: la nota conduttrice ha postato sul suo account Facebook una fotografia commentata con parole eloquenti: “Oggi Moncler con il progetto ‘Warmly Moncler’ ha fatto un gesto davvero grande e amorevole! Ha scaldato i bambini e i ragazzi delle zone terremotate di Norcia, Arquata del Tronto e Cascia, donando loro circa 2000 piumini! Bravi”.

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Remo Ruffini


L’azienda dal canto suo sceglie la via del low profile e non commenta l’iniziativa benefica che l’ha vista protagonista. Perché la beneficenza, quella vera, si fa ma non si dice. Il brand di lusso si distingue per un’iniziativa all’insegna della solidarietà, correndo in aiuto dei tanti ragazzi rimasti senza casa a seguito del sisma dello scorso 24 agosto.

Helly Hansen sponsor dello sci svedese

Helly Hansen è il nuovo sponsor della Nazionale svedese di sci alpino. L’azienda norvegese ha appena siglato un accordo triennale con la Federazione Svedese, secondo il quale Helly Hansen vestirà gli atleti svedesi per le stagioni 2016/17, 2017/18 e si concluderà al termine della stagione 2018/19.

“Siamo onorati di avviare questa partnership con il Team svedese di sci alpino e supportare quindi gli atleti nello spingere fino ai limiti le loro performance. Lo sci appartiene al Dna di Helly Hansen. Come marchio leader dei professionisti dello sci, siamo proiettati allo sviluppo continuo delle più alte performance dell’abbigliamento, per garantire all’atleta ogni tipo possibile di vantaggio”, ha dichiarato Paul Stoneham, Ceo di Helly Hansen. “Non vediamo l’ora di costruire una partnership di lunga durata”, ha aggiunto poi Stoneham.

Fondata in Norvegia nel lontano 1877, Helly Hansen so è imposta negli anni come leader dell’abbigliamento tecnico e protettivo, segnando anche importanti traguardi: ben 140 anni fa l’azienda creava i primi indumenti da lavoro impermeabili, mentre nel 1960 brevettava il primo tessuto in pile. Oggi il brand è attivo non solo nello sportswear e nel footwear, ma anche nel settore dell’abbigliamento tecnico da vela e da sci. Helly Hansen è diffuso in oltre 40 nazioni.

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“La capacità ed esperienza nello sviluppo innovativo e professionale dell’abbigliamento sci sono da sempre fattori chiave nella scelta di un fornitore ufficiale e Helly Hansen soddisfa in pieno queste caratteristiche. Avere come partner Helly Hansen significa ottenere tutto il necessario supporto, considerato il lavoro e l’impegno dell’azienda su questo versante”: così si è espresso Tommy Winter, direttore della nazionale svedese di sci alpino. “Dopo 29 anni trascorsi con lo stesso fornitore di abbigliamento, siamo davvero eccitati da questo cambiamento e fare squadra con il marchio norvegese”, ha aggiunto poi Winter.

Patti Smith: la sacerdotessa del rock spegne 70 candeline

Spegne oggi 70 candeline Patti Smith, cantante e poetessa statunitense e icona musicale. Un carisma unico, intriso di suggestioni bohémien e una voce che, dagli anni Settanta ad oggi, non ha mai smesso di ammaliare. Maudite quanto basta per affascinare, Patti Smith è stata tra le protagoniste del proto-punk e della New Wave.

Inserita dalla rivista Rolling Stone al quarantasettesimo posto nella classifica dei 100 migliori artisti di tutti i tempi, camaleontica e ribelle, la sacerdotessa del rock ha attraversato indenne le mode e i tempi, ergendosi a profetessa, sibilla dall’aura mistica che, già nei lontani anni Sessanta, era proiettata in un futuro ancora incerto, che con la sua musica ha contribuito a concretizzare. Bellezza androgina, il suo amore per la poesia trascende gli angusti confini della nativa Chicago e la porta, ancora giovanissima, a New York. Icona punk, conferì alla musica rock suggestioni prese a prestito da quegli stessi poeti che amava tanto.

Patricia Lee Smith è nata a Chicago il 30 dicembre 1946, un lunedì come tanti, se non fosse per la bufera di neve che sconvolge la cittadina statunitense. Sua madre Beverly Smith era una cantante jazz che per sopravvivere aveva dovuto accantonare le proprie ambizioni lavorando come cameriera, mentre il padre Grant Smith era un macchinista negli impianti Honeywell. Prima di quattro figli, Patti trascorre la sua infanzia in povertà, sullo sfondo di un’America perbenista e bigotta. A quattordici anni la giovane è alta 1,75 cm per neanche 50 chili: presa in giro dai compagni di scuola per quel suo fisico pelle ed ossa, disegna, balla e scrive poesie, mentre trova un primo lavoro in fabbrica.

Patti Smith è nata a Chicago il 30 dicembre 1946
Patti Smith è nata a Chicago il 30 dicembre 1946


Patti Smith in uno scatto di Robert Mapplethorpe, 1987
Patti Smith in uno scatto di Robert Mapplethorpe, 1987


Uno scatto di Mapplethorpe risalente al 1975
Uno scatto di Mapplethorpe risalente al 1975


Patti Smith in una foto di Edie Steiner, 1976
Patti Smith in una foto di Edie Steiner, 1976


Appena diciannovenne, nel 1966 Patti resta incinta: il padre del figlio che porta in grembo è un diciassettenne. Troppo immaturo per assumersi le responsabilità di un figlio, il giovane non viene neanche coinvolto da Patti, che nell’anniversario del bombardamento di Guernica partorisce una bambina e la dà in adozione. Sola e senza lavoro, la giovane non può provvedere al mantenimento della figlia: lei, che sognava di diventare insegnante, viene allontanata dal college di Glassboro, New Jersey, e si ritrova senza una meta. “Decisi che non sarei tornata in fabbrica né a scuola. Sarei diventata un’artista. Avrei dimostrato il mio valore”. “Anche se non ho mai messo in dubbio che me ne sarei separata, ho imparato che concedere una vita e poi abbandonarla non è così facile”, dirà a proposito della decisione di abbandonare la bambina. Patti trova rifugio nella poesia, soprattutto nei versi dell’amato Rimbaud.

Nel 1967 decide di partire per New York, con una valigia scozzese gialla e rossa contenente qualche vestito e pochi ricordi. “Nessuno mi stava aspettando, tutto mi aspettava”, ricorderà così il suo arrivo nella Grande Mela. Alcuni suoi amici studiano al Pratt Institute, celebre scuola di arte e design di Brooklyn. Patti spera possano introdurla nel loro ambiente. Ma quando arriva in quella che dovrebbe essere casa loro, trova solo un ragazzo che dorme su un letto in ferro: riccioli bruni e collana di perline sul petto nudo, il ragazzo le sorride dolcemente ma Patti fugge da lì senza chiedergli nemmeno il suo nome. Il ragazzo è Robert Mapplethorpe: i due divideranno la casa e la vita. Ancora ignari del futuro che li attende e del rispettivo successo che otterranno -Patti nella musica e Robert nella fotografia- vivranno un rapporto che travalica l’amore e l’amicizia: anime complementari unite dai medesimi ideali, i due resteranno uniti per il resto della vita.


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La New York di fine anni Sessanta è crocevia di mondi e tendenze: qui si incontrano il rock & roll e il beat, il punk e il glam, in club come il Max’s Kansas City come nel mondo underground del CBGB. Patti scandaglia ogni libreria alla ricerca di un impiego: i libri sono il suo buen retiro, l’unico posto in cui si senta a suo agio. La ragazza non ha un soldo in tasca e vive per strada, dormendo dove capita, che si tratti dei vagoni della metropolitana o degli androni dei palazzi. Sognatrice e idealista, si nutre solo di parole e dei versi dei suoi amati poeti: accanto a Rimbaud, la giovane è ossessionata da Sylvia Plath. Spirituale e testarda, l’artista si è autodefinita “una semplice operaia delle parole”.

Proprio quando sta per arrendersi, è il fato a salvarla: Patti è disperata, vorrebbe tornare a casa a Chicago, ma non ha nemmeno i soldi per comprare il biglietto e sarà solo il fortuito ritrovamento di una borsetta dentro una cabina telefonica a permetterle di restare a New York. Patti, che ringrazierà per sempre quella sconosciuta benefattrice -come dichiara lei stessa in “Just Kids”, sua autobiografia edita da Feltrinelli, libro vincitore del National Book Award per la saggistica nel 2010- trova lavoro come cassiera in una delle librerie della catena Brentano, sulla Quinta Strada: qui vende gioielli etnici e manufatti d’artigianato. Quando un uomo molto più anziano le propone di salire a casa sua, la giovane viene salvata ancora una volta dal destino: “Mi guardai in giro con disperazione, incapace di rispondere a quella proposta, quando scorsi un giovane avvicinarsi. Fu come se uno squarcio di futuro si fosse aperto”. Il giovane bruno che fingerà di essere il suo ragazzo è ancora una volta Robert Mapplethorpe: da quel momento i due saranno inseparabili.

Patti Smith e Robert Mapplethorpe a Coney Island, 1969
Patti Smith e Robert Mapplethorpe a Coney Island, 1969


L'artista in uno scatto di Bruce Weber, anni Novanta
L’artista in uno scatto di Bruce Weber, anni Novanta


Patti Smith, foto di Judy Linn, 1969
Patti Smith, foto di Judy Linn, 1969


Patti recita poesie al Mercer Arts Center del Village, lavora inoltre come giornalista musicale e vola a Parigi sulle orme di Rimbaud e Verlaine. Nel 1975 nasce il Patti Smith Group: insieme a Lenny Kaye mette insieme una band di musicisti e dà vita ad uno spettacolo in cui unisce poesia e rock, dando ufficialmente inizio alla corrente New Wave della musica, che la vede come sua vestale. Arriva quindi Horses, il primo disco: la foto di copertina, che la immortala in camicia bianca maschile, è stata scattata da Mapplethorpe. “Io avevo in mente il mio aspetto. Lui aveva in mente la luce. Ancora oggi, quando la guardo, non vedo me stessa. Vedo noi”, ricorderà di quella giornata. L’obiettivo di Mapplethorpe, genio trasgressivo, scandirà ogni momento della vita dell’artista. Quando nel 1989 il fotografo muore, per complicanze dovute all’AIDS, per Patti è la fine di un’epoca: “Quando morì mi chiamò Edward. Il fratello minore di Robert. Diceva di avergli dato un ultimo bacio da parte mia, come mi aveva promesso. Sono rimasta immobile, paralizzata; poi, lentamente, come in sogno sono tornata alla sedia. In quel momento Tosca attaccava la grande aria Vissi d’arte. ‘Vissi d’arte, vissi d’amore’. Ho chiuso gli occhi e intrecciato le mani. La provvidenza aveva decretato che in quel modo gli avrei detto addio”.

Oltre ad essere considerata un’icona mondiale della musica rock, Patti Smith nel corso degli anni si è anche imposta come icona di stile: il suo stile apparentemente trasandato, all’insegna dell’effortlessy-chic, l’ha resa uno dei volti più amati dai fotografi di moda. Ad immortalarla, oltre a Mapplethorpe, anche Richard Avedon, Annie Leibovitz e Bruce Weber, solo per citarne alcuni. Quel suo fisico androgino ed esile (il ventre le si squarciò durante la prima gravidanza) e la personalità eclettica fin dagli esordi la resero una it girl ante litteram. Ancora oggi, alla veneranda età di 70 primavere, l’artista mostra fieramente un volto privo di ritocchi e un’eleganza degna di nota: rimandi grunge e suggestioni boho-chic caratterizzano il suo stile, dai capelli, sapientemente lasciati sale e pepe, alle giacche maschili indossate sopra i jeans, Patti Smith ha davvero molto da insegnare.

Bella Hadid eletta “Modella dell’anno”

Bella Hadid è la regina delle modelle: la statuaria sorellina di Gigi Hadid è stata incoronata dal sito Models.com come modella dell’anno che sta per concludersi. La top model ha sbaragliato la concorrenza nella classifica annuale redatta dal sito, considerato un’istituzione nel mondo della moda.

Il 2016 sarà un anno da ricordare per Bella Hadid, che si è definitivamente affrancata dalle scomode vesti di sorella minore della più famosa Gigi, diventando nota a livello internazionale come it girl e come top model. La consacrazione ufficiale arriva grazie alla classifica di Models.com, che la elegge regina delle passerelle.

Occhi verdi, lunghi capelli castani e fisico perfetto, Bella Hadid (all’anagrafe Isabella “Bella” Khair Hadid) è nata a Los Angeles il 9 ottobre 1996 dall’ex modella olandese Yolanda Foster e dall’operatore immobiliare palestinese Mohamed Hadid. Da piccola Bella prende parte a numerose gare di equitazione a livello agonistico, ma è costretta a rinunciare ad intraprendere una carriera come cavallerizza professionista giacché la giovane è affetta dalla sindrome di Lyme, malattia diagnosticata anche alla madre e al fratello.

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Bella Hadid è nata a Los Angeles il 9 ottobre 1996


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La top model durante l’ultima sfilata di Victoria’s Secret


Nel 2014 Bella Hadid si trasferisce a New York per studiare fotografia presso la Parsons School of Design. Volto da madonna e fisico scultoreo, la giovane ben presto inizia la carriera di modella, firmando un contratto con la IMG Models: nel 2014 debutta alla settimana della moda di New York sfilando per Desigual. Dopo appena un anno è una delle top model più richieste: innumerevoli le cover ottenute su riviste del calibro di Harper’s Bazaar, Elle, Allure, Glamour e Vogue. Nel corso del 2016 la splendida valchiria ha debuttato come Angelo di Victoria’s Secret, monopolizzando l’attenzione durante la sfilata parigina. Con 9 milioni di follower su Instagram e un patrimonio personale che ha superato i 3 milioni di dollari, Bella Hadid è ormai una delle top model più quotate del mondo.



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Puntualmente come ogni anno, sono arrivati i risultato dei Model of The Year Awards 2016, assegnati da Models.com: una giuria composta da 250 esperti ha decretato il trionfo di Bella Hadid, eletta Modella dell’Anno: a giudicare le modelle un comitato formato da designer, fotografi, make up artist e casting director, cui si aggiungono i lettori del sito, che assegnano un premio tutto loro. A trionfare quest’anno è stata Bella Hadid, seguita da Kendall Jenner, che è risultata la preferita dei lettori del sito. Seguono nella classifica Lindsey Montero e Imman Hamman.

Alain Delon: “Faccia d’angelo e Dandy Ribelle”

Sguardo gelido e volto angelico, ecco come si presenta Alain Delon, attore ed icona di stile maschile senza tempo e senza età, imitato ancora oggi da moltissimi giovani. Possedeva quel tipico atteggiamento francese sicuro di sé, che indubbiamente contribuì alla suo tile impeccabile. Le donne lo amavano, gli uomini volevano essere come lui e l’elegante attore europeo ne era ben consapevole. Nato in un sobborgo di Parigi nel 1935, Delon ebbe un’infanzia tumultuosa. In giovinezza, appena lasciato la Marina, accettò qualsiasi impiego potesse ottenere e diventò amico dell’attrice Brigitte Aubur. Grazie a lei partecipò al Festival di Cannes, evento che diede il via alla sua carriera da attore. Delon fu anche un uomo d’affari, lanciando prodotti come orologi, occhiali da sole e profumi: ognuno di questi prodotti era una testimonianza del suo gusto classico e un po’ retrò.


Alain Delon - FILM "DIABOLIQUEMENT VOTRE" De Julien   Duvivier
Alain Delon – FILM “DIABOLIQUEMENT VOTRE” De Julien Duvivier



Lo stile di Alain Delon era originale ed elegante, rispecchiava i tempi che stava vivendo: fece della semplicità un pass partout, abbinando capi semplici ad accessori di alta classe. All’epoca in molti lo ritraggono come un ragazzo amante della bella vita, delle feste e dei circoli culturali. All’incrocio tra virtuosismi formali e praticità, osava molto tanto che fu definito dalla critica cinematografica piu’ ambita come il “Dandy Ribelle”.


Alain Delon
Alain Delon



Il suo motto fu:


“I capelli di Cesare non sono diventati bianchi, si sono illuminati. Cesare non invecchia, Cesare matura! Ave, me!”


I capi che lo contraddistinguono sono:


– Il Trench


– La t-shirt bianca classica, semplice scollata a V a maniche corte


– Il Borsalino


– La sciarpa in seta


– I pullover in cachemire dalle tonalità scure


– Lo Smoking


Alain Delon
Alain Delon



La sua vita privata è caratterizzata da amori folli (Nathalie Delon, Jill Fouquet, Romy Schneider, Mireille Darc, Rosalie Van Breemen), otto figli, più uno non riconosciuto, con i quali ha avuto rapporti contrastati, passioni pericolose (i cavalli, la boxe, il gioco), rischiose amicizie con esponenti della malavita e un paio di noie con la giustizia come nel misterioso assassinio del suo body-guard, Stevan Markovich. Oggi Alain Delon, che non ha mai nascosto di aver sofferto di depressione, si è riconciliato con il primogenito Anthony, ha regalato agli amici la maggior parte degli oggetti che scandirono i suoi trionfi, ha venduto la maggior parte delle sue proprietà, vive in solitudine tra la Svizzera, di cui è cittadino dalla metà degli Anni Novanta e la vasta proprietà in Francia dove ha sepolto i suoi cani (ben 45) e ha preparato la cappella funebre per sé, per le donne e i figli che vorranno ritrovarlo, un’ultima volta.


Alain Delon con Nathalie Delon
Alain Delon con Nathalie Delon



Alain Delon con Nathalie Delon
Alain Delon con Nathalie Delon



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La moda anni Novanta rivive su Instagram

Quando si ripensa agli anni Novanta tante sono le immagini che tornano in mente: l’avvento delle supermodelle, la moda punk, le serie tv divenute cult, l’heavy-metal… E se nel lontano 1990 Linda Evangelista dichiarava orgogliosamente di non alzarsi dal letto per meno di 10mila dollari al giorno, tanti sono coloro che hanno trascorso la propria adolescenza guardando in tv Beverly Hills 90210 o ascoltando la musica dei Nirvana.

Se siete nostalgici doc non preoccupatevi: da oggi ci pensa Instagram a proporvi una selezione dei migliori momenti degli anni Novanta. Moda, glamour ma anche costume, per viaggiare nel tempo e tornare al decennio d’oro. Si chiama Nineties Moments il nuovo account Instagram interamente dedicato agli anni Novanta: un tuffo nella moda e nello stile di quegli anni, per riviverne gli eccessi e i trend.

Come non citare a questo proposito le supermodelle, da Cindy Crawford a Claudia Schiffer, da Naomi Campbell e Linda Evangelista a Christy Turlington e Kate Moss, solo per citarne alcune. Vengono ora riproposti interi servizi fotografici che immortalano le celebri top model, ma anche copertine e backstage di sfilate, da Versace a Chanel. Gettonatissime e amate come dei personaggi e non solo alla stregua di anonime mannequin, le supermodelle sdoganarono i Nineties come una delle età d’oro della moda.

Kate Moss in una foto di Juergen Teller, Vogue UK
Kate Moss in una foto di Juergen Teller per Vogue UK, anni Novanta


Nineties Moments nasce dalla mente creativa di due berlinesi, che hanno fatto del vintage uno stile di vita: Vincent Mank e Jayme Miller gli anni Novanta li hanno vissuti intensamente. I due creativi all’epoca lavoravano infatti in un’agenzia londinese, appartenente a Mario Testino, autore di alcuni tra gli scatti più iconici degli anni Novanta e del Duemila. Immancabili sull’account le sue foto, che figurano accanto a scatti firmati da illustri fotografi, come Matt Jones, Nathaniel Goldberg, Mario Sorrenti e Juergen Teller. Un account che sta raccogliendo proseliti da parte di numerosi professionisti del fashion biz e nostalgici di quel periodo. Un successo senza precedenti per il duo berlinese, che ha riportato in auge anni indimenticabili e ricchi di glamour.

Jordan Barrett: chi è il modello dell’anno

Occhi di ghiaccio, labbra carnose e capelli biondi: Jordan Barrett è stato eletto dal sito models.com modello dell’anno che sta per concludersi. Australiano, venti anni, per Jordan Barrett la consacrazione a modello dell’anno è un riscatto da una vita non esattamente patinata: il padre Adrian nel 2013 è stato arrestato con l’accusa di essere a capo di una banda internazionale di narcotrafficanti dedita allo spaccio di cannabis. Sarebbe stato sgominato un giro di affari di quasi 9 milioni di euro: il padre di Jordan è stato condannato a 8 anni di carcere.

Nato a Byron Bay il 24 novembre 1996, Jordan è alto 1,85 cm. Grande fotogenia e fisico scultoreo, il giovanissimo modello è stato giudicato il volto più interessante del momento. Le porte della moda si sono aperte per lui in maniera del tutto inaspettata: a soli 14 anni il giovane è stato notato in un negozio mentre cercava un accendino sul bancone. Approcciato da un uomo, inizialmente Jordan temeva di essersi cacciato in qualche guaio, dal momento che è vietato vendere accendini ai minori di 18 anni: ma colui che credeva si trattasse di un agente di polizia era in realtà un agente della celebre IMG Models.

Da lì per il biondissimo Jordan si spalancano le porte del fashion biz e in breve il giovane modello si impone come uno dei volti più ricercati per copertine e sfilate. In breve arriva la prima cover di Vogue: mentre il padre viene condannato ad 8 anni di carcere, il giovane Jordan conquista contratti milionari.

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Jordan Barrett è nato in Australia nel 1996


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Il giovanissimo modello è considerato l’erede di Leonardo Di Caprio


Con oltre 442mila followers su Instagram e il nuovo titolo di Modello dell’anno, Jordan Barrett si appresta a divenire uno dei nomi di punta del 2017. Il modello vanta una lunga scia di cuori infranti, da Paris Hilton a Lara Stone a Suki Waterhouse. Bellezza efebica e sguardo trasparente, Jordan Barrett è considerato il nuovo Leonardo Di Caprio.


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Mellow Yellow apre al prêt-à-porter

Da tredici anni a questa parte Mellow Yellow è un punto di riferimento per amanti delle scarpe: il brand, facente parte del gruppo Eram, ha consolidato uno stile ed un’immagine chic e sofisticata, per collezioni ricche di fascino. Ora la svolta: il marchio di calzature inizierà ad espandersi anche nel prêt-à-porter. A gennaio 2017 saranno rivelati i primi modelli, nell’ambito del salone Who’s Next di Parigi.

Una nuova sfida per Mellow Yellow: il brand mira a diventare un marchio globale, come riferito dalla direttrice Magali Blanc, che ha dichiarato: “Il primo asse di sviluppo di Mellow Yellow è naturalmente il prêt-à-porter. Un universo facile da affrontare, visto il forte DNA del brand. Non escludiamo di estendere ulteriormente la nostra offerta firmando delle licenze, soprattutto nei campi della profumeria, della valigeria e degli occhiali”. Proprio Blanc ha concepito la nuova linea di womenswear, insieme a due stilisti freelance.

La collezione si compone di 120 capi declinati in tinte fluo e pattern ricercati: prevale un mood gioioso, lo stesso che caratterizza il brand fin dalla sua nascita. Correva l’anno 2004 quando Bruno Van Gaver fondava il marchio, il cui target privilegiato è costituito dalle giovani parigine: femminilità sofisticata e tripudio di quello stile à la parisienne che da sempre si distingue come sinonimo di eleganza. La linea di abbigliamento di Mellow Yellow, che sarà prodotta in Portogallo, si ispira a marchi come Sessùn, Des Petits Hauts o Sézane.

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Lo stile parisien tipico di Mellow Yellow


La distribuzione vedrà un e-shop e una solida presenza in numerosi negozi multimarca, anche all’estero. La collezione sarà svelata in anteprima nel corso del salone Who’s Next, a fine gennaio 2017: qui saranno presentati i primi modelli di prêt-à-porter per l’autunno-inverno 2017/18.

Oscar de la Renta celebrato in una serie di francobolli

A due anni dalla sua scomparsa, Oscar de la Renta viene ricordato in una serie di francobolli made in Usa: il celebre couturier statunitense sarà protagonista di una serie di francobolli che saranno diffusi nel corso del 2017. Un omaggio al genio di origine dominicana, che nel corso della sua carriera ha vestito dive di Hollywood e First Ladies, da Nancy Reagan a Laura Bush.

La collezione, che sarà composta da 11 pezzi, è stata realizzata dall’art director Derry Noyes e comprenderà alcuni ritratti in bianco e nero dello stilista e dieci dettagli iconici ripresi dai capi più famosi disegnati da Oscar de la Renta. Nato a Santo Domingo il 22 luglio 1932 da madre dominicana e padre portoricano, il giovane Oscar al compimento della maggiore età si trasferisce in Spagna: qui studia presso l’Accademia di San Fernando di Madrid.

Proprio la Spagna e l’Europa influenzano profondamente la sua formazione: qui Oscar inizia ad avvicinarsi al mondo della moda lavorando in alcune case di moda. Successivamente si trasferisce a Parigi, dove lavora presso Lanvin, come assistente di Antonio Castillo. Nel 1963 diviene designer di abbigliamento per Elizabeth Arden, mentre disegna scarpe e accessori per Brittany Rosano. In questo periodo inizia la sua amicizia con Anna Wintour, celebre direttrice di Vogue America.

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Oscar de la Renta nacque a Santo Domingo nel 1932


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Uno dei modelli Oscar de la Renta indossati da Carrie Bradshaw in “Sex & the City”


Divenuto uno dei designer più amati degli Stati Uniti, tante sono le star che sdoganano le sue creazioni, a partire da Sarah Jessica Parker, la Carrie Bradshaw di Sex & the City, innamorata dei capi dello stilista. Nel 2001 Oscar de la Renta presenta la sua collezione di accessori, che include tra le altre cose scarpe e borse. Dopo aver coniato il neologismo di “fashion victim” e aver impresso con il suo stile un tassello fondamentale della moda made in USA, il designer è scomparso nell’ottobre 2014 all’età di 82 anni.

Yoox crea una vetrina dedicata al mondo Disney

Inedito connubio Disney-Yoox per uno store online che vi aiuterà a tornare bambini: da oggi nasce una nuova piattaforma su Yoox.com, interamente dedicata al mondo di Disney. Largo ad abbigliamento, accessori, scarpe e complementi di design realizzati da diversi brand: l’ispirazione è una sola, il mondo di Disney, Disney•Pixar, Star Wars e Marvel.

Collaborazioni esclusive che traggono ispirazione dai cartoon che hanno contraddistinto la nostra infanzia: dalle clutch firmate Olympia Le Tan ed ispirate ad Alice nel Paese delle Meraviglie ai maglioni di Kenzo raffiguranti i personaggi de Il Libro della Giungla, fino alle scarpe di Vans ispirate a Toy Story o, ancora, agli orologi Nixon che omaggiano Star Wars: sulla piattaforma di shopping online ideata da Federico Marchetti sarà possibile trovare un’area apposita dedicata a Disney.

Le nuove collezioni create in esclusiva includeranno i prossimi film: tripudio di creatività e full immersion nel colore per la piattaforma di shopping online, che unisce i maggiori designer del momento in un progetto esclusivo. Non solo shopping ma anche lifestyle: su Yoox sarà infatti presente una interessante vetrina di contenuti editoriali pensati appositamente per celebrare il magico mondo Disney, le avventure di Star Wars e i fumetti della Marvel.

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L’esclusiva partnership prevede articoli di alta moda, sportswear, scarpe, borse ed accessori, ma anche pezzi di design per arredare la casa con stile: Federico Marchetti, fondatore di Yoox e amministratore delegato di Yoox Net a Porter Group, ha dichiarato: «La fantasia di Disney è stata per me una grande ispirazione quando ho ideato Yoox nel 1999 ed è un enorme piacere per me poter combinare oggi il brand senza tempo Disney e lo spirito innovativo di Yoox, portando ai nostri clienti contenuti creativi e prodotti difficili da trovare». Disney come Yoox amano «rompere gli schemi creando design non convenzionali» e «portare la creatività a un livello completamente nuovo».