Il brand AZZARO rivela oggi l’edonismo dei valori originari, personificati da un uomo audace, generoso, seducente e seduttore, libero nelle proprie scelte di vita: Loris Azzaro.
Con il motto “osa e vivi intensamente per ottenere successo” ha seguito l’istinto e sfidato il destino. I suoi abiti, indossati dalle donne più belle del mondo, hanno segnato un’epoca.
Comincia così, una nuova era per il brand, con un progetto che eredita il temperamento carismatico di Loris Azzaro. Si chiama WANTED, ovvero “richiesto”, “ricercato”, “desiderato”.
Proprio come il nuovo uomo Azzaro, bramato dalle donne ed invidiato dagli uomini.
WANTED non è solo un oggetto da possedere, con un tocco di provocazione che evoca il gioco, la libertà, l’essere confidence. E’ anche un profumo solare, speziato, che suscita il desiderio nell’altro giocando la carta del mistero.
“Cucito” con materiali nobili e di tendenza che gli assicurano un taglio moderno e una linea impeccabile, come un abito sartoriale, AZZARO WANTED si iscrive nella famiglia olfattiva dei boisé – esperidati – speziati. Curiosando nella formula, come in un guardaroba maschile, si scoprono i “capi” più belli della collezione, che conferiscono un tocco di stile… Alla pelle.
Un mix di zenzero, fava tonka, vetiver, ginepro pirogenato, cardamomo, duo di limone.
Chi è veramente l’uomo Azzaro WANTED? Semplicemente lo si può sintetizzare in sei ingredienti:
15% Seduttore – Con un semplice sguardo rivoluziona le leggi dell’attrazione
20% Solare – Carisma naturale, ipnotizza laddove gli altri si accontentano, banalmente di sedurre
5% Fuorilegge – Vive la vita come vuole, noncurante dello sguardo e dei giudizi altrui
20% Edonista – Sempre disinvolto, alla guida di una fuoriserie o ad un party
10% Amico Sincero – L’amicizia per lui, conta almeno quanto l’amore
30% Giocatore – Irriducibile ottimista, raggiunge ciò che si prefigge, ottiene ciò che desidera
Insomma 100% WANTED
Il flacone colpisce all’istante. Flacone tecno-chic che richiama i meccanismi dell’orologeria e i pistoni del motore di un’auto sportiva. E’ sfaccettato da forme geometriche rotonde, simbolo evocativo del brand come l’abito a tre anelli, emblema della Haute Couture Azzaro.
Il design maschile, solido e minimale, segna il trionfo assoluto della virilità.
Infine la moneta dorata AZZARO, ricorda decisamente una fiche da gioco, eco al destino e alla fortuna che sorride a colui che la cerca caparbiamente.
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Mese: Aprile 2017
Come difendersi dalle fake news
Se riteniamo sino a ieri ritenevamo la questione fake-news come un tema di cittadinanza, di informazione, di democrazia, talvolta di comunicazione politica, o che potesse essere argomento di interesse di smanettoni del web e addetti ai lavori, arriva dalla borsa una forte smentita.
E per comprendere la rilevanza – e le implicazioni di bilancio – di questo tema, ci aiuta una “notizina al margine” dell’assemblea soci di una delle più “grosse” aziende quotate a Wall Street.
Gli azionisti hanno proposto che Facebook predisponga una relazione sulla minaccia per la democrazia e la libertà di parola dalla cosiddetta diffusione di fake-news attraverso il social network e sui pericoli che possono rappresentare per l’azienda stessa.
La proposta, partita dalla considerazione secondo cui di fatto Facebook aveva fornito “un meccanismo finanziario di sostegno ai contenuti fabbricati” su internet, suggerisce all’azienda rivedere la questione in generale, compresa la misura con cui si bloccano i messaggi falsi, così come le sue strategie che impattano sulla libertà di parola e su come vengono valutate e validate le informazioni pubblicate nei post.
Si legge testualmente nel paper “Facebook è molto vulnerabile agli attacchi di coloro che promuovono anche attraverso lo spam notizie palesemente false giocando con gli algoritmi del social network usandolo per la diffusione dei propri contenuti” e aggiungono gli azionisti “Alla luce della crisi sociale generata dalla esplosione di notizie false e le relative espressioni di odio, l’incapacità di gestire in modo efficace questo problema crea rischi di ordine pubblico”.
La questione delle fake-news è venuta alla ribalta durante le elezioni presidenziali degli Stati Uniti lo scorso anno, quando molti messaggi imprecisi sono stati ampiamente condivisi su Facebook e altri servizi di social media.
Facebook ha genericamente affermato che sta affrontando il problema.
Ha già un programma in Francia di usare dei fact-checker esterni per combattere le notizie false ed ha sospeso 30.000 account in Francia in vista delle elezioni presidenziali del Paese.
La notizia di questa iniziativa degli azionisti è rilevante, se consideriamo che nello stesso paper si affronta il tema della revisione della parità di genere nei contratti di lavoro e nella distribuzione degli incarichi dirigenziali.
Questo fa comprendere come la preoccupazione degli azionisti sia di più ampia portata e tende a prevenire che l’azienda possa essere danneggiata finanziariamente dall’essere ritenuta responsabile – e quindi ciamata in giudizio e debba risponderne con condanne pecuniarie – per condotte se non attive quantomeno passive, nel non aver fatto tutto quanto possibile (umanamente e tecnologicamente) per non ostacolare (se non addirittura facilitare) la diffusione di fake news.
In attesa di sviluppi concreti in questo che resta un tema caldo, ma che è solo all’inizio della ricerca delle possibili soluzioni concrete (sempre in equilibrio tra la non arbritarietà del giudizio, libertà di espressione e diritto all’informazione) Facebook e varie organizzazioni stanno pubblicando alcuni “vademecum” per aiutare gli utenti a districarsi nell’arcipelago di link quotidiani.
Petra Von Kant rivive nella collezione Alberto Zambelli FW 17/18
COLLEZIONE AUTUNNO-INVERNO 2017/18 ALBERTO ZAMBELLI
Ispirata al capolavoro di Fassbinder “Le lacrime amare di Petra Von Kant“, la collezione autunno-inverno 2017/18 di Alberto Zambelli disegna una donna austera, dalla pelle diafana, la cui estetica è un mix di bizzarrie e raffinatezze.
Petra è una stilista che si infatua di una modella dalle umili origini, che vorrebbe farsi strada nel mondo della moda, è colpita dalla sua bellezza e sfrontatezza, dall’assenza di pudore; vive con una segretaria tuttofare innamorata di lei, un rapporto sado-masochistico che si spezzerà nel finale.
Tutte le scene del film sono permeate da una magnifica fotografia e, centro delle immagini, sono i costumi che Petra e le sue donne indossano. Alberto Zambelli ha voluto rendere omaggio a queste donne, dai tratti diversi e originali, in una serie di outfit che presentano una Petra tra Fassbinder e il futuro. Silver per corpetti e dettagli, pvc e chiffon mixati, camicie in popeline bianco, neoprene e collari multicolor in pelliccia, cuissard alti al ginocchio che ricordano la dialettica servo/padrone, argomento centrale della pellicola.
E poi il trionfo del nude, dall’abito da camera alla maglia over size, velluto per le scarpe e stampe di polaroid con collage su trench e cappotti, lo smistamento multifacce delle personalità VonKantiane.
Guarda qui l’intera collezione Alberto Zambelli FALL WINTER 17/18:
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Le borse di Paola Bonacina, una collezione di segreti e tanta passione!
Per l’uomo l’accessorio di riconoscimento è la scarpa, per la donna resterà sempre la borsa!
Mary Poppins, dalla sua in Gobelin oversize, aveva la capacità di tirarne fuori specchi dalle cornici dorate, piante e attaccapanni, lampadari e scarpe e il metro da sarta che misurava la personalità dei bambini esterrefatti da tanta magia.
Mago Merlino, nel cartone animato della Walt Disney, prima di un lungo viaggio, riponeva nella sua borsa tutti i mobili della sua casetta, partendo dai libri e finendo con la dimora del buffo gufo Anacleto, sulle note di una filastrocca cantata.
Da sempre la borsa può custodire tutto quello che ci serve, segreti compresi; nell’800 le signore ci nascondevano piccole pistole dai manici in avorio, un oggetto di difesa per sentirsi più sicure mentre passeggiavano sole per le stradine buie nella notte; altre riponevano delle scatolette contenenti alcune pillole recuperate da un amico medico. Sonniferi o veleno?
Hermès dedicò la sua Kelly, una borsa capiente dai manici rigidi, alla Principessa Grace che la “sfruttava” per coprire la gravidanza, l’attesa della primogenita Carolina. Insomma ogni donna ne possiede una, a cui ci si lega come ad un oggetto portafortuna, come ad una compagna di avventure, perché senza di lei non potremmo avere rossetto per ritocchi, specchietto per incipriarci il naso, telefono cellulare, agenda, mini spazzola, cioccolatini per i cali di pressione, codino per cambio look, crema mani, fazzoletti di carta, libro per ingannare le lunghe attese in posta.
Paola Bonacina ha pensato alle donne, ai loro gusti, alla loro età, al loro umore, ed ha creato delle collezioni in grado di soddisfarle tutte. Paola Bonacina è la designer dell’omonimo brand che ha fatto della borsa, uno stile di vita!
Quando è nata la tua passione per la moda?
I miei zii erano del settore, ricordo che da bambina passeggiavo tra loro mentre stavano al lavoro, sento ancora l’odore del cuoio, il rumore dei martelli sulle pelli, vedo le loro mani trasformare dei pezzi di stoffa in oggetti unici e pieni di vita. Avevo compreso che un giorno, avrei creato anch’io.
Perché hai scelto di trattare l’accessorio borsa?
Perché rappresenta la femminilità. La borsa ci identifica, racconta qualcosa di noi, viene prima del biglietto da visita, prima del nostro nome, e non servono parole di presentazione.
Cosa contiene la tua borsa?
I miei effetti personali, i portafortuna da cui non mi separo mai, chiavi, scontrini, post it,
altri contenitori e beauty case, ecco la borsa è come una scatola cinese, non trovi mai quello che cerchi al primo colpo!
Quanta importanza ha il materiale con cui vengono create?
È fondamentale, essendo un accessorio nato per durare nel tempo dovranno essere utilizzate ottime pelli; le mie borse sono totalmente made in Italy, la produzione viene fatta in un laboratorio artigianale e interamente a mano.
Da cosa trai ispirazione?
Dalle donne che incontro per caso sul mio cammino, dalle donne della mia vita: madre e figlie…
dalle grandi donne della storia, dalle donne che mi regalano emozioni grazie alle loro canzoni, ecco ad esempio la collezione primavera estate 2017 è dedicata alle cantanti, tra cui compaiono Sade, Kylie, Liza…
Come non deve assolutamente essere una borsa?
Anonima. Deve saper trasmettere un messaggio: “Io esisto”.
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Tutto il meglio dal Fuorisalone – Milano Design Week
E’ un ritorno all’innocenza quello che vuole annunciarci la Milano Design Week? Perché con il bianco ci riporta alla purezza delle cose, dai mobili che arredano la nostra casa, la nostra alcova, alle pareti che sono la nostra culla, fino agli oggetti, e all’abbigliamento che diventa design.
Il bianco nelle sue infinite sfumature è il protagonista assoluto, il foglio sopra cui poter scrivere le pagine della nostra vita, i nostri diari, i nostri appunti, i nostri duties e pure i nostri sogni, da tirar fuori dal cassetto.
Durante la manifestazione “White in the city“, nella prestigiosa sala della Passione della Pinacoteca di Brera, l’installazione di Marco Piva in partnership con Marieclaire Maison.
In esposizione presso la sala, tra affreschi e colonne in stile troviamo le novità Samsung, Fuda, Corà…e Giacomini Design, il brand italiano del luxury interior design.
Le sculture d’acqua di Giacomini Design sono pensate appositamente per l’ambiente relax della casa, l’oasi dove il tempo si dimentica e ci si dedica totalmente alla cura e al benessere del proprio corpo.
Le sculture d’acqua rimandano ad elementi della natura, dalla maestosità delle rocce alla sinuosità del serpente, fino all’eleganza del cavallo. Ogni prodotto è personalizzabile, nei materiali (acciaio e titanio), nei comandi (manopole doppie, singole e di varie fogge) e nella forma stessa, per raccontare nel dettaglio la personalità della propria casa.
Giacomini Design è un brand made in Italy che approda anche a Londra, dopo il successo espositivo alla Triennale di Milano e con un’impronta internazionale per una clientela esigente e desiderosa di customizzare la propria dimora, per chi vuol lasciare la parola all’heimat.
Nella tonalità più luminosa, quella che regala più luce, cattura anche il progetto Playa Living firmato Laghetto.
Playa Living è la stravagante mini piscina che trasforma la zona giorno in un momento di relax conviviale, che ci permette di condividere un aperitivo con amici, una piscina componibile e funzionale che si riempie in due ore.
Moralità, incorruttibilità, virtu’, vengono declinati nei più svariati campi artistici attraverso il bianco.
E’ la spinta che influisce sull’estro creativo, il motore di slancio, come racconta il progetto Social White dell’architetto Emanuele Svetti. Un’installazione stratificata di bianchi diversi, dalle pareti ai soffitti, fino alla social island, fatta di divani e sedie dove poter lavorare e co-creare in simbiosi.
La social wall – una parete di texture e nuances OIKOS, è l’immensa tela dove poter lasciare la propria firma, pensieri, parole, disegni, trame. Tutto è pensato per essere condiviso, “perché la felicità non è reale se non è condivisa” diceva Chris McCandless. Anche la postazione hi-tech è pensata per lo sharing: un grande schermo a specchio dove fotografarsi e pubblicare immediatamente il selfie su Facebook, Instagram e Twitter.