Eisenberg Paris, l’elisir di eterna giovinezza

In “La morte ti fa bella” di Robert Zemeckis esiste un elisir di lunga vita che le donne prese da una crisi di mezza età bevono per ringiovanire di trent’anni. Sono Meryl Streep e Goldie Hawn a interpretarle, i due premi Oscar della commedia, una donna depressa per la decadenza del suo aspetto fisico e una diva assetata di fama e gloria. 



La fialetta di elisir costa uno sproposito, ma gli effetti sono miracolosi: già al primo sorso le rughe si appianano, i seni tornano turgidi, il viso è steso come quello di un’adolescente, la pelle è subito rimpolpata. La giovinezza eterna a cui ogni singola donna ambisce, ammettiamolo, ed è per questo che la ricerca ossessiva di prodotti efficaci ha portato ad una formula unica nel suo genere, la Formula TRI-MOLECOLARE, il cui creatore è Josè Eisenberg, fondatore dell’omonima casa cosmetica. E questa non è commedia ma realtà!


Formula TRI-MOLECOLARE è una speciale miscela di principi attivi associati, che viene studiata in laboratorio da anni, rivoluzionaria perchè diretta sull’azione combinata delle molecole attinte dalla natura. Sono tre le molecole che lavorano in sinergia tra di loro: gli Enzimi, le Citochine, le Biostimoline

Gli Enzimi hanno effetto rigenerante, aiutano e aumentano l’assimilazione dei principi attivi; le Chitochine, estratte dal latte e purificate bio-tecnologicamente, agiscono sul rinnovamento cellulare rendendo così la pelle subito più luminosa e hanno effetto energizzante, regalando un aspetto tonico e rimpolpato; le Biostimoline, estratte dai germogli di faggio, favoriscono l’ossigenazione delle cellule, quelle che danno turgore alla pelle e sono una grande risorsa per favorire la proteina “collagene”, presente nel tessuto derma, fondamentale per sostenere la cute e renderla resistente ed elastica

Insomma il collagene dovrebbe diventare il nostro miglior amico e in ogni prodotto Eisenberg, sono 97 allo stato attuale, è presente nella speciale Formula TRI-MOLECOLARE. 

Per una perfetta beauty routine noi consigliamo tre prodotti della linea: una maschera liftante, un serio da usare mattina e sera e una crema Hydra Lifting. 



La maschera è un valido plus per le occasioni speciali, quando volete apparire subito più rilassate e fresche anche se avete avuto una giornata infernale! E’ magica perchè elimina ogni segno di stress e fatica e dura tutto il giorno. Contiene vitamina A ed E, oli di semi d’uva ed estratti di tè verde che eliminano le macchie di iper-pigmentazione.

Eisenberg Serum Affinant Visage


Ricordiamo che il siero è la parte liquida/acquosa che va applicata prima della crema e dopo una lozione tonica. Il Face Refining Serum di Eisenberg è un vero e proprio trattamento lusso cosmetico: grazie al’estratto di cacao le zone in cui la pelle tende a rilassarsi, tipo sotto mento e guance, vengono tonificate nell’utilizzo quotidiano lavorando in sincro con la Glaucina che inibisce la maturazione dei grassi e aiuta la produzione di collagene. I sieri vanno applicati con costanza mattino e sera, e sono super efficaci se uniti ad un massaggio viso che parte sempre dalla parte bassa e centrale, per poi stendersi lievemente verso l’esterno. Il nostro bagno può diventare una vera spa di lusso se sappiamo scegliere i prodotti validi e se vogliamo dedicare quei 15 minuti al giorno alla cura della nostra pelle. 



Per finire, lo step successivo è la parte fluida e cremosa, data da una crema che può essere la base per il nostro make up. Eisenberg ne ha creata una dalla consistenza leggera che assorbe facilmente ed è molto adatta alle pelli che necessitano idratazione. Si applica sempre mattina e sera e può anche essere miscelata insieme al siero per un effetto strong e più veloce. L’Hydra Lifting è un trattamento Protezione Capitale Giovinezza, il vero fiore all’occhiello di Eisenberg che assicura risultati spettacolari!



Oggi basta un clic per aggiudicarsi il premio dell’eterna giovinezza, scegliendo i prodotti Eisenberg più adatti alla nostra pelle; non invidiamo la divina Cleopatra che invece doveva riunire un gregge di pecore per potersi immergere nel loro latte appena munto. Altri tempi! 

Paola Santarelli: il mio Capucci fra arte e moda nel segno dell’eternità

Paola Santarelli: il mio Capucci fra arte e moda nel segno dell’eternità

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Roma, culla d’arte e di storia, caput mundi e città eterna, meta di turisti e di amanti dell’arte. E’ nella capitale, definita da Luigi Pirandello ‘acquasantiera e posacenere’, che Paola Santarelli, affermata imprenditrice del settore immobiliare che avrebbe voluto vivere nel Rinascimento, ha deciso di mettere radici in nome della bellezza, dell’arte e della cultura. La sua famiglia, una vera e propria dinastia di mecenati di origini abruzzesi capostipite di una munifica fondazione intorno alla quale hanno gravitato Federico Zeri, Andrea Carandini, Antonio Giuliani e Andrea De Marchi, ha donato 600 opere d’arte rarissime realizzate con la tecnica della glittica ai Musei Capitolini. Nel suo meraviglioso studio incastonato nei cunicoli dell’Aventino e immerso nel verde, a pochi passi dall’aranciera, Paola Santarelli, colta e raffinata collezionista con il pallino dell’arte che sogna una Roma città europea, porta avanti il retaggio di una gloriosa maison dell’alta moda italiana: Capucci.

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Per me è un gioiello inestimabile, piccolo ma carico di storia e di luce, depositario di grande maestria artigianale, uno dei simboli della grandeur dello stile italiano, in perenne equilibrio fra moda e arte. Capucci è sinonimo di lusso vero, una nicchia esclusiva che va preservata e che nel gotha fashion si situa a mio avviso fra Chanel e Hermès”.

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Ne è passato di tempo da quando Roberto Capucci, figlio di un medico e architetto mancato, conquistò Parigi con la benedizione di Christian Dior che negli anni’50 lo definì lo stilista italiano più promettente della sua generazione. Alla sua scuola si sono formati Maurizio Galante e Giambattista Valli; le sue forme scultoree, le sue volute di seta sauvage, i suoi scenografici plissé, le sue vestali angelicate come la ‘Norma’ di Bellini, la sua palette di tinte sature pervasa da una teatrale magniloquenza, hanno ispirato centinaia di creatori di moda e hanno calcato le passerelle più prestigiose del mondo entrando fin dagli anni ’80 nelle gallerie d’arte più blasonate. Un archivio sensazionale oggi conservato dalla Fondazione Capucci che temporaneamente ha trovato sede a Udine, all’interno di Palazzo Manin. E a Roberto Capucci si riferisce sempre con estrema ammirazione questa elegante signora dalle lunghe chiome corvine che sembra quasi bisbigliare le parole, circondata dai marmi e dalle sculture che decorano gli ambienti della sua magione capitolina in un silenzio ieratico, lo stesso che circonda ed esalta la magnificenza delle ‘sculture seriche’ del maestro romano che ha sempre ripudiato l’appellativo ‘stilista’.

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Capucci è un genio, mia madre e le mie sorelle si vestivano nel suo atelier, è così che l’ho conosciuto-racconta Santarelli-è stato un autentico visionario e ha cambiato la storia della moda, la sua non è neppure haute couture, è arte pura. Oggi, dopo aver acquisito la maison nel 2015, stiamo cercando di ringiovanirla proponendo un ready-to-wear valido e fruibile dalle 9 del mattino alle 9 di sera, ricco di eleganti capi passe-partout da sfruttare costantemente sia per il giorno che per la gran sera e la cerimonia, in linea con le esigenze delle giovani donne di oggi sempre connesse, dinamiche ed emancipate. In un certo senso sono l’evoluzione di quelle donne sofisticate che un tempo si abbigliavano in Capucci sulla falsariga di una casta diva come Silvana Mangano che Roberto vestì sul set di ‘Teorema’: da Olivia Hussey a Maria Pia di Savoia, da Esther Williams a Gloria Swanson, da Valentina Cortese a Raina Kabaivanska, da Elvira Pallavicini che a Roma creò il circolo delle ‘capuccine’ a Rita Levi Montalcini. Fino all’ammaliante Naomi Campbell che poco tempo fa ha deciso di indossare una nostra recentissima creazione per la copertina di Vogue Spagna”.

La prima boutique di Capucci in via di Fontanella Borghese, nel cuore del Tridente, ospita le nuove collezioni di demi couture della maison italiana attualmente affidate alla vena creativa di Luisa Orsini e Antonine Peduzzi, it-girls e fondatrici del marchio di borse TL-180, che Santarelli ha scelto, in tandem con la figlia, la talentuosa curatrice d’arte Vittoria Bonifati, per ‘la loro cultura e il loro background personale e familiare’ per citare l’imprenditrice romana.

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“I capi delle nostre collezioni, che potrebbero in futuro essere completati da una linea di accessori, hanno un’allure contemporanea e sono realizzati per lo più nel Lazio con un elevato tasso di sapienza manifatturiera; oggi non mi interessa espanderci a livello globale oppure fare grandi numeri, mi interessa piuttosto mantenere e conservare la dimensione unica e irripetibile di questo gioiello di fashion design perché la moda è cultura e aspirazionalità, proprio come dimostra la lezione del grande ‘ricercatore’ dell’alta moda italiana”.

Monkey 47, il gin della scimmia che salva gli animali

Curiosità ci dicono che anche il gin, come altri distillati, nasce quale rimedio contro dolori e malesseri fisici; cure da marinaio a cui veniva aggiunta acqua di chinino per smorzarne il pessimo sapore. Ma le gole assetate degli uomini duri hanno trasformato questo liquido alcolico fatto di cereali ed essenze naturali, in una eccellente bevanda dal proprio gusto caratteristico.
 
Tra tutti, Monkey 47 ha una storia davvero speciale: lo si deve a Montgomery Collins, il comandante della Air Force che nel ’45 si trova nella Berlino occupata, a ricostruire lo zoo della città. Qui scopre un’amica, una simpatica scimmietta di nome Max a cui dedicherà “The Wild Monkey”, l’albergo che costruisce nel ’51 nella regione della Foresta Nera; nello stesso periodo, in memoria di Max, produce un gin davvero speciale che contiene l’esotismo delle spezie indiane, le erbe e l’acqua della Black Forest e gli ingredienti della tradizione britannica. 

La storia poi racconta che durante la ristrutturazione dell’hotel di Collins venne ritrovata una piccola scatola in legno contenente lo schizzo di una scimmia, le parole “Max The Monkey” e dettagli di botanicals originali del gin; difficile non restarne affascinati, tant’è che un grande imprenditore, Alexander Stein manager di Nokia in USA, ne rileva la proprietà e mette un fuoriclasse quale Christoph Keller a occuparsi della distillazione. 

Al sogno, alla magia, al rapporto speciale tra uomo e animale, dobbiamo un Gin unico al mondo con ben 47 botanicals, il Monkey 47. Ginepro, lavanda, coriandolo, cardamomo, liquirizia, bergamotto, citronella, mandorle, noci, chiodi di garofano, fiori di sambuco, cannella, zenzero, hibiscus, melissa, rosa canina, angelica, fiori di acacia selvatici, sono solo alcuni degli aromi che caratterizzano la personalità di Monkey 47, un gin così completo e complesso che risulta piacevole a tutti i palati

La bottiglia classica è scura per proteggere il distillato dalla luce, l’etichetta vi presenta Max, su un design che ricorda i francobolli dell’era vittoriana coloniale; piccola chicca l’anello metallico sul collo della bottiglia, forgiato a mano, che riporta la dicitura “Unum ex pluribus” (Da molti, uno), concetto di unione e rarità, giochetto utilizzato dai barman che regalano l’anello alle clienti più fidate. 

Ma la grandezza di Monkey 47 si dimostra anche in ambito ambientale, per festeggiare i 10 anni di anniversario lancia infatti delle “special edition” e la mostra all’Isola Design District di Milano, “Can creativity save animals’ lives?”. 

la special edition Monkey 47 

Nelle sei bottiglie in edizione limitata ogni etichetta riporta l’illustrazione di uno dei 6 primati in pericolo di vita: Milton’s Titi, Roloway Monkey, Western Gorilla, Bornean Orangutan, Golden Lion Tamarin, Proboscis Monkey. 

La mostra vuole sensibilizzare al cambiamento, alla salvaguardia delle specie in via d’estinzione e si compone di 6 progetti internazionali di 6 talenti emergenti tra cui il panda guerriero di Elena Salmistraro x Bosa (in ceramica simbolo e icona del WWF, a cui andrà una quota del ricavato); lo squalo bianco di Porky Hefer in collaborazione con l’artista tessile Ronel Jordaan (delle alcove in tessuto la cui vendita andrà in beneficio della Leonardo Dicaprio Foundation); i 100 elefanti di argilla della ceramista inglese Charlotte Maty Pack (creati in 24 ore, pone l’attenzione sulla stima che si fa dell’uccisione di 100 elefanti le cui zanne giornalmente vengono utilizzate per il mercato illegale dell’avorio). 
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Per cui il gin non passa solo tra le mani di un grande glamourous come Gatsby, ma anche nelle menti di chi lo nobilita, un bagliore speciale che gli ha donato Monkey 47! 

Qui vi consigliamo due cocktail freschi a cui Monkey 47 si sposa perfettamente:

BREAKFAST MARTINI:

50ml Monkey 47
15ml Cointreau
20ml Limone fresco
1 spoon di Marmellata d’arancia amara
Garnish: Zest di Arancia
Bicchiere: Coppetta martini
Metodo: Shaken

BASIL SMASH:

50ml Monkey 47
20ml Limone fresco
10ml Sciroppo di Basilico Home Made
12 foglie di Basilico
Garnish: Foglia di Basilico
Bicchiere: Rock Glass (bicchiere basso) on the rock (con ghiaccio a cubi)
Metodo: Shaken


Sciroppo di Basilico:

100ml di acqua
10/15 foglie di basilico
100gr di zucchero
Portare l’acqua ad ebollizione, levare dal fuoco. Aggiungere il basilico e lasciarlo in infusione per 5/10minuti. Filtrare, aggiungere zucchero e mescolare fino a scioglimento.