Altaroma 2021: La magica donna fiore di Maison Luigi Borbone

Una collezione che parla di sogni e introspezione, la donna come la vita rappresenta un fiore da non cogliere per paura di sciupare la sua effimera bellezza eterea.



“Mi sono sempre chiesto quanto valga un momento. Ammesso che sia possibile per noi quantificare in qualche modo davvero questo valore. Quanto sia importante la sua bellezza effimera, a volte limitata e tramutata dal ricordo. Mi sono domandato quanti attimi abbiamo inesorabilmente perso in questi lunghi mesi, ma anche quanti altri ne abbiamo costruiti, timidamente, inconsapevolmente, con nuove parole e gesti che non conoscevamo e cercando di cogliere quel tremore etereo e insondabile dello sbocciare di un sentimento o di un fiore”.



Iniziano così le parole del designer Luigi Borbone parlando della collezione portata sulla passerella di Altaroma per la stagione A/I 2021/22, parole che sembrano uscire da un racconto magico in cui volteggiano donne su magiche ali di farfalla.




Un intreccio tra passato, presente e futuro legato ai sentimenti, l’importanza di lasciare e lasciarsi andare, ma se il primo è un concetto legato alla libertà, il secondo vuole scrollarsi di dosso la paura di sbagliare, di perdersi, di non essere abbastanza.

La collezione di Maison Luigi Borbone ha un titolo che parla da sé “Il fiore che non ho mai colto”, perché il designer mette la stessa cura e delicatezza che ha usato per raccontare la sua anima, in ogni creazione.

Le donne di Luigi Borbone, sono come boccioli delicati e forti al tempo stesso, da non cogliere per non sciupare la loro bellezza eterea, pronte a difendersi dalla vita a suon di pieghe, plissé, orli arrotondati e gonne costruite come calici per accogliere il fiore più bello.




“Quel bocciolo non lo ho mai colto – continua il designer – Per timore, per emozione, per impossibilità. Forse, l’ho perso, ma allo stesso tempo non l’ho sacrificato estirpandolo, portandolo lontano da dove era nato. Ho voluto preservarlo, custodirlo. Ho sacrificato il mio piacere per il suo essere. E lui mi ha ripagato mostrandomi la sua bellezza intatta, quella di un desiderio che noi tutti ci siamo costruiti e che accudiamo nella speranza di vederlo crescere tra le nostre mani”.



Un gioco di transizione tra la sensualità e l’innocenza, la donna regina o umile giardiniera, che si diverte a riversare sul suo corpo i colori più audaci dei prati o fasciare il corpo di giacche bustier, lembi di stoffe fluttuanti e trasparenti che celano una morbida nudità illuminata da bagliori di luce preziosa come cristalli.




“Come una preghiera laica, le mie (ma)donne sono fatte di terra, profumano di essa, sanno rimescolarsi per cambiare, stupire, essere sempre diverse – racconta un sognante Luigi Borbone -. Trovano in sé stesse i raggi dei cristalli di cu si inebriano. Soffiano sulla sabbia con abiti di vento, ne traggono bagliori dorati di polvere che ricoprono le loro vesti di polline. Sono cieli stellati, costellazioni ignote ancora tutte da esplorare. Scrutano i naviganti tra gli abissi più scuri, li tengono per mano, li guidano e li portano alla perdizione nello stesso istante, regalandogli il prezioso, unico fiore del proprio giardino.»

Bentornato Luigi!





Photo credits: Altaroma

Altaroma 2021: La rivincita femminile anni ’20 di Gretel Z

La collezione “The New 20S” di Gretel Z racconta di una rivincita tutta al femminile combattuta a suon di abiti eleganti, misteriosi e sensuali accompagnati dalle note di un Charleston.



Ha il profumo degli anni ’20 la passerella di Gretel Z (Gretel Zanotti), che ha portato ad Altaroma, una collezione ricca di fascino, mistero, misto a eleganza con un pizzico di innocenza.

Atmosfere che ricordano il capolavoro cinematografico “Il grande Gatsby”, ma non fatevi ingannare perché l’ispirazione di Gretel Zanotti ha radici più significative e profonde.




La collezione “The New 20S” A/I 2020/21 racconta la storia di una rivincita, quella della donna negli anni ’20, una figura che era sempre stata vista come il sesso debole, priva della libertà e di rivendicare i propri diritti, attraverso la designer si riappropria di una nuova immagine.

Una donna fiera, che ostenta la propria bellezza, che veste abiti eleganti e sensuali, con gonne corte, frange di seta, piume, cristalli e trucco eccessivo.

Guida automobili e con sigaretta sempre alla mano si dimostra disinvolta anche con il sesso, privilegiando quello casuale ma solo per sfuggire alle rigide e bigotte regole sociali.



Quello della donna negli anni ’20 diventa affermazione, voglia di lottare contro gli stereotipi che l’hanno imprigionata nel passato, combattendo con fierezza verso una società ipocrita e contro una figura maschile che l’ha sempre sottomessa senza dare spazio a quello che aveva da dire.

Gretel Zanotti con la sua collezione vuole omaggiare il coraggio e l’intraprendenza di quelle donne, puntando su abiti con tessuti preziosi lavorati a mano esclusivamente Made in Italy, dalle forme morbide, che scivolano sul corpo con fluidità.

Se la morbidezza la troviamo su abiti da giorno, la sera predomina la componente sexy e misteriosa in stile “garçonne” (tipica del periodo), ma anche outfit da “flapper girl” con lunghezze al ginocchio, frange di seta, Swarovski, piume, accessori preziosi.



Una collezione che rimanda anche ai balli tipici dell’epoca sulle note di un “Charleston” e con una scelta cromatica non casuale, ma finalizzata a esaltare la bellezza e la forza di un riscatto, quello della libertà femminile!



Photo credit: Altaroma – Gretelz.com

MALCOM & MARIE: IL NUOVO DRAMMA ROMANTICO GIRATO IN LOCKDOWN

Mettiamo una splendida location a Carmel in California, una coppia di amanti, un post serata e alcune rivelazioni scottanti sulla coppia. Questo film costituisce una vera e propria sfida per il cinema e per lo stesso regista Sam Levinson che si ritrova a scrivere e dirigere un progetto proprio durante la quarantena. Starete pensando infatti che sia stata una pazzia, ma Levinson in ben sei giorni finisce la sceneggiatura di Malcom & Marie, il 5 febbraio 2021 esce su Netflix.

Girato, in segreto, nel pieno della pandemia di Covid-19, è un film che da subito fa parlare molto di sé: interamente in bianco e nero, racconta la storia di una coppia e del lungo litigio che affronta durante la notte, in cui emergono alcune problematiche della loro relazione. É chiaro che i due si amino, ma sanno farsi del male attraverso lo scambio pungente delle loro battute e dei loro gesti.

Il dramma inizia con il ritorno a casa di un giovane regista Malcom che impersona l’attore John David Washington e della sua fidanzata Marie, interpretata dall’attrice emergente Zendaya, dopo il trionfo dell’anteprima del suo film, in cui lui è certo dell’imminente successo finanziario e della critica. La serata però non continua in maniera pacifica perché si accende una forte discussione tra i due ed emergono alcune rivelazioni della coppia e che ne mettono a dura prova la solidità dell’amore.

La telecamera è fissa, si sposta a destra e sinistra, avanti e indietro, nella sala principale della casa, Caterpillar House, un gioiello architettonico in legno e vetro, si concentra sui primi piani dei volti dei due fidanzati per leggerne meglio l’espressione dei loro gesti. La ragazza è bellissima e veste un lungo abito elegante e sexy, ma si mostra a lui subito irritata: lo si nota dai gesti nervosi, dalle parole stentate, dallo sguardo. Il capo che indossa è di seta lamé cut-out con schiena nuda, spalle e addome scoperto. L’abito doveva anche compensare il bianco e nero delle immagini. 

Marie è la musa ispiratrice di Malcom, ex tossicondipendente, è la donna che ha contribuito alla genesi del film. Infatti lei lo rimprovera di non averla menzionata tra i ringraziamenti, da lì a far presente la gelosia nei confronti dell’attrice che recita nel suo film. In questo modo gli equilibri della coppia iniziano a vacillare per alcune mancanze di attenzione, litigi, distanziamenti e riavvicinamenti (anche erotici) e  riaffiorano i lati più oscuri di ciascuno dei due. 

L’interpretazione dei due attori è fenomenale, soprattutto Zendaya nell’ultimo monologo e nell’ultima parte, alza inevitabilmente il livello di questo lungometraggio. La fotografia si sposa molto bene con il mood che vuole trasmettere questa produzione, anche grazie al bianco e nero che dà quel tocco vintage/romantico al film. La musica è azzeccata, va e viene, spezza i momenti tragici e alleggerisce l’animo dei due amanti, si sposa bene con il genere del film. La trama sarà pure statica e non avrà grossi sviluppi, ma il film merita la visione perché rispecchia l’immagine di una normale coppia e dei suoi problemi, soprattutto se visti in un periodo come questo dove possiamo avvertire più la vicinanza o la lontananza della persona amata. 

Altaroma 2021: La tanto cara “A Emilia” di Federico Cina

Un destino lega Federico Cina e Guido Guidi, quello della famosa “Via Emilia”. Un viaggio tra passato, presente e futuro presentato a Altaroma per la collezione A/I 2021-‘22


Può una “Via” collegare il destino di due persone?

La risposta è Sì, ed è quello che è accaduto a Federico Cina e Guido Guidi (classe 1941 e fotografo di successo), perché a distanza di anni quella stessa “Via” in cui ancora abitano, ha ispirato le loro suggestive creazioni.


 


 

“Via Emilia” è un’antica strada romana che collega Milano alle principali città dell’Emilia Romagna, passando per Cesena, la città in cui appunto abitano Federico e Guido Guidi.

Guido è considerato un pioniere nella scena fotografica italiana contemporanea, basti ricordare l’opera “Per strada”, una raccolta di immagini scattate lungo la via Emilia tra il 1980 e il 1994, lo stesso anno di nascita di Federico. La copertina dell’opera è stata disegnata a mano dallo stesso Guidi, in cui rappresenta in scala la cartina della Romagna sottolineando la famosa strada “via Emilia”.

Un incrocio di destini quello che unisce Federico e Guido, un amore verso la terra che ha portato il designer a rendere protagonista della collezione l’illustrazione del fotografo, preservandone l’autenticità.

 



 

La collezione “A Emilia” nasce da una connessione tra passato, presente e futuro, un legame profondo con la terra, i valori, l’amore e i ricordi più belli riposti in fondo al cuore.

Nasce come un percorso reale, pieno di storie intime e quotidiane la collezione Autunno/Inverno 2021/22 di Federico Cina, che è stato capace di catturare la Romagna in ogni singolo modello realizzato dandole nuove forme di libertà, una profonda ricerca di forme armoniche, fluide, ma reali.

Silhouette svasata per le giacche che mirano a sottolineare una voluta e ricercata fluidità oversize dei pantaloni, unione perfetta tra tradizione e moderno che si materializza su giacche sartoriali in cui predominano la pulizia e l’armonia, seguita da una composizione di linee morbide, arricchite da elementi (come l’uva) legati ai ricordi più profondi del designer romagnolo.


 


 

Federico non ha mai abbandonato il concetto dell’artigianalità e della sostenibilità rendendo spesso partecipe proprio la terra in cui è nato e cresciuto, anche per la collezione “A Emilia” e la realizzazione di gioielli e accessori, ha collaborato con i designer Camilla Marchi (italiana e specializzata per le borse fatte a mano) e Alexandersson (norvegese ma con base in Italia) per le scarpe.


 


 

Senza dimenticare Manteco Spa, azienda leader produttrice di tessuto, che ha sostenuto il progetto e la realizzazione della collezione nel pieno rispetto dell’eco-sostenibilità, delle persone e dell’ambiente in cui è stata creata.

“Ricordo ancora il profumo dell’uva appena appena raccolta”

(Federico Cina)


 

Photo credit: federicocina.com – web

L’evoluzione digitale di Altaroma 2021

Lo splendido palco di Cinecittà sarà il monumentale e scenografico palcoscenico per l’edizione 2021 di Altaroma in una versione completamente digitale innovativa e interattiva


Il fantastico mondo di Cinecittà diventerà nuovamente scenario di moda per l’edizione Febbraio 2021 di Altaroma, immaginate la passerella, gli abiti da sogno, nuove idee e tanta creatività tutto in un unico contenitore, la piattaforma digital inaugurata già a Settembre 2020 e che riscosse grande successo.

A differenza della precedente edizione, quella del nuovo anno sarà completamente in digitale, gli eventi dell’ultimo anno hanno toccato tutti da molto vicino, creando uno stop momentaneo che però non ha fermato la voglia di andare avanti e che porterà sulla passerella circa 90 brand emergenti, protagonisti della più alta forma di espressione dell’artigianato e della sartorialità Made in Italy.

L’obiettivo di Altaroma per promuovere giovani designer, outsider e realtà indipendenti attraverso la settimana della moda, si lega e si rafforza con le altre manifestazioni di Firenze e Milano in un unico calendario continuo con il mondo del fashion italiano, grazie a una strategia di condivisione.

«Nulla ci riempie più di orgoglio quanto il fatto di essere riusciti a essere presenti – dichiara Adriano Franchi, Direttore Generale di Altaroma – garantire un’edizione completa, se pur in forma digitale, è per noi e per i nostri brand importantissimo. Abbiamo lavorato duramente in questi anni per fare sì che la Roma Fashion Week fosse parte integrante del sistema, insieme a Agenzia ICE, il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale e i nostri soci. Lavoriamo in sinergia con Firenze e Milano, fungendo da veicolo di promozione per tutte quelle giovani realtà indipendenti che iniziano il loro cammino nel Fashion System, e saremo qui per loro».

Rinnovando il sodalizio con l’Istituto Luce – Cinecittà, Altaroma presenterà un’edizione 2021 di grande impatto monumentale e scenografico, grazie agli Studios, simbolo indiscusso del cinema internazionale.

Attraverso la piattaforma digitale – https://digitalrunway.altaroma.it/it/ – si potrà partecipare insieme a tutti gli addetti ai lavori e a coloro che vorranno partecipare, dando così la possibilità di accesso anche a coloro che sognano il mondo luccicante delle sfilate.

Gli eventi dell’ultimo anno legati all’ emergenza sanitaria che stiamo vivendo, hanno dato vita a nuove possibilità di interazione e confronto con i designer.

Sono dodici le sfilate in programma, che vedranno tra l’altro anche i finalisti di Who is on next? 2020, tre talk – uno per ogni giornata – realizzati in collaborazione con la Business School del Sole 24 Ore, performance varie come la settima edizione di Showcase, format dedicato a giovani brand emergenti, una vetrina (seppur virtuale in questa edizione) che dà la possibilità a Buyer e stampa proveniente da ogni angolo del mondo, di scoprire nuovi talenti da far conoscere a livello nazionale e internazionale.

I brand selezionati sono settantotto, alcuni di loro già presenti nel circuito Altaroma: Delirious Eyewear, 0770, 107 Gioielli, Alessandra Balbi, Alldaylong, Amato Daniele, Annagiulia Firenze, Aru Eyewear, Asciari, Asiana, Ballerì Sorrento, Bams, Batog, Bav Tailor, BGBL – bouncing bags, Camera Creativa, Carolina Ravarini, Casa Preti, Chiara Perrot, Chitè, Dejamis, Dellamonica, Delve Artisanal jewelry art, DeRosis, EllemenTi, Eticlò, Face to face style, Ferilli Eyewear, Fili Pari, Francesca Cottone, Francesca Marchisio, Frei und apple, Frida Querida Firenze, Froy, Gaiofatto, Giulia Barela Jewelry, Gretel Z., Habanero, Id.eight, Italo Marseglia, Jajo Made in Italy, Lana Volkov, Lavinia Fuksas, Le Nine’, Les Jeux Du Marquis, Maiorano, Maison Luigi Borbone, Malìa Lab, Marco Trevisan, Maria Sapio, Massimo Melchiorri, Matt Moro, Mich Vasca, MSB Cameos, Of handmade, Officine 904, Paoli, Pomees de Claire, Rifò, Roberto di Stefano, Roberto Lucchi, Sabrina Formica, Sartoria 74, Scilé, SG 83 di Silvia Gatti, Skato’ design, Tepito, The Beatriz, Valentina Poltronieri, Valeria Vezzani, Vanessa Saroni, Verybusy, VillaTrentuno, Vitelli – Maglieria Italiana, Yarden Mitrani, Yekaterina Ivankova, Zerrobarracento, WUULS.

Non ci resta che attendere con trepidazione questa nuova edizione, che di certo resterà nella storia dell’era digitale, simbolo di continuità, innovazione e rinascita, perché niente e nessuno può fermare i sogni e la voglia di farcela!

Photo credit: Altaroma – Laura Gagliano

Sofía Fernández Stenström – Inner Nature

Sofía Fernández Stenström 

Inner Nature

18 febbraio – 10 aprile 2021

Victor Lope Arte Contemporaneo 

Carrer Aribau 75, 08036 Barcellona 

La fotografa Sofía Fernández Stenström presenta dal 18 febbraio al 10 aprile 2021 la sua prima mostra alla galleria Victor Lope Arte Contemporaneo di Barcellona, città scelta dall’artista da alcuni anni per vivere e lavorare.

Nata a Stoccolma nel 1974, Sofía Fernández Stenström ha trascorso la sua infanzia tra Svezia e Spagna, dualità che ha fatto nascere il suo interesse per la fotografia come esigenza di comunicare contrasti e ricerca di identità. Dopo aver studiato arte a Londra ed essere diventata mamma ha iniziato a sviluppare un suo proprio stile fotografico esplorando il proprio corpo e catturandone la risposta emotiva. Il contrasto tra il freddo esterno e il caldo interno rappresentato dai due Paesi a cui è legata è evidente nelle sue opere e, parafrasando il regista svedese Ingmar Bergman, le sue foto vanno “dritte alle nostre emozioni, nel profondo della stanza buia dell’anima”.

Femminilità, nudo e natura sono elementi ricorrenti nel suo lavoro, con l’intento di esprimere una carica emotiva di intimità attraverso il personaggio ritratto che si fonde in ambienti onirici, Più che scenari, la natura e la casa si presentano come primitive , habitat della vita, come qualcosa di più di un semplice spazio in cui le relazioni personali si manifestano nel loro ambiente più organico. Dall’esplorazione di temi come la malinconia, la disperazione e la fragilità dei rapporti umani, l’artista attraverso il suo obiettivo cerca di invitare lo spettatore a riconoscersi emotivamente nei volti e nei corpi dei personaggi ritratti.

La fotografia deve essere sentita, non letta o spiegata” è l’idea su cui Sofía basa il suo lavoro: un atto intimo tra lei e la modella, dove entrambe sono aperte l’una all’altra e le loro emozioni si riflettono. Nel processo per poter entrare, le maschere vengono rimosse e gli strati di pelle vengono delicatamente sfogliati. Di conseguenza, le immagini hanno una forte femminilità e nascondono la connessione astratta tra l’una e l’altra. Un’unione sottile che si spezza al tocco.

Sofia ha realizzato diverse mostre nel corso della sua carriera in Spagna, Svezia e Italia. Il suo lavoro è stato pubblicato su riviste, tra le altre, come Vogue Italia, La Mono Magazine, MiND # 9, Jute Fashion Magazine.

LA GALLERIA

Victor Lope Arte Contemporáneo è una galleria d’arte fondata a Barcellona nel 2009. La sua è lanciare e consolidare la carriera di artisti noti ed emergenti che hanno un approccio unico all’arte contemporanea, al fine di valorizzarli a livello globale nel mercato dell’arte europeo e internazionale. Situata nella zona delle gallerie di Barcellona, Victor Lope Arte Contemporáneo dispone di due sale espositive per un totale di 130 metri quadrati. La Galleria organizza una decina di mostre all’anno, alcune curate da esperti, e partecipa anche a varie fiere internazionali e al Barcelona Gallery Weekend. La galleria Víctor Lope è anche membro del consiglio dell’associazione delle gallerie Art Barcelona e del Consortium of Contemporary Art Galleries.

www.sofiaf.com

SKIN POSITIVITY: IL BELLO DI ESSERE DIVERSI

Sarà capitato a tutti di imbattersi in stories e post sui social che esaltano l’incarnato naturale della pelle e non lasciano spazio ai filtri: la Skin Positivity infatti non è solo un hashtag ma è diventata una vera e propria comunità di persone che si raccontano e condividono le personali esperienze sull’accettazione del proprio corpo.

In particolare ai giorni nostri è diventata quasi un’abitudine postare foto sui social per mostrarci agli altri con o senza filtri. Solo che a volte il filtro può nascondere molto più che un difetto, un blocco verso l’accettazione di sé. La Skin Positivity prende ispirazione da un altro movimento che è il Body Positive, il quale mira a celebrare il nostro corpo nella sua unicità e con tutte le imperfezioni.

Se prima questi due movimenti potevano costituire un grosso taboo, adesso sono tematiche all’ordine del giorno e che, grazie anche all’aiuto di specialisti e persone influenti, aiutano a far riflettere coloro che provano vergogna del proprio corpo o della propria pelle. 

Già da un po’ alcune personalità vip hanno esordito sui social con alcuni post che miravano a scoprire ogni angolo del proprio viso e dimostrarsi umani come tutti. Soprattutto parlo di donne che per mestiere sono sempre in scena, come l’attrice Matilda De Angelis, che ha esordito ultimamente in scena al fianco di Nicole Kidman e Hugh Grant, Aurora Ramazzotti, figlia di Michelle Hunziker, Giulia De Lellis, nota influencer, Emma Marrone e persino due volti stranieri come Bella Thorne e Kendall Jenner. 

Loro così come tante altre hanno ammesso pubblicamente di aver avuto o avere problemi con la pelle, soprattutto con brufoli o altre imperfezioni. 

Matilda afferma infatti: «Accadono cose paradossali nella vita no? Bene, per me essere un’attrice e lavorare con il volto mangiato dall’acne è una di queste. Ogni giorno devo svegliarmi e presentarmi prima davanti allo specchio e poi davanti alla macchina da presa con tutto il carico emotivo che già comporta ed essere “splendida”, in parte e concentrata insieme a tutte le mie paure e insicurezzeletteralmente a fior di pelle. Ci sono problemi ben più grandi nella vita, ne sono consapevole, ma volevo condividere questa piccola verità forse per sentirmi più forte, forse per accettarmi meglio».

Aurora in un altro post dice: «Per postare una foto così, come l’hai scattata, ormai ci vuole coraggio. Soprattutto per chi da sempre fa a botte con la sua insicurezza, il suo peso, i suoi brufoli. Abbiamo dato vita ad una piattaforma dove essere “umani” spicca perché è quasi strano. Siamo tutti belli, famosi, felici e realizzati. Certo, condividere il bello è giusto e lo sarebbe ancor di più se non fosse un mondo un po’ contorto in cui tutti fanno a gara con gli altri». 

Raccontare in questo modo la diversità e renderle omaggio è la chiave migliore per accettare e amarsi. Non è affatto semplice, richiede tempo ma possibile. Kasia Smutniak ne è la dimostrazione. L’attrice si è fatta paladina della lotta a pregiudizi e stereotipi, mostrandosi in tutta la sua bellezza, vitiligine compresa. «Rendete visibile quello che, senza di voi, forse non potrebbe mai essere visto». Ancora: Per gli ultimi 6 anni ho imparato ad accettare e amarmi per quello che sono». Kasia è andata oltre omaggiando la bellezza di una diversità che accomuna tantissime persone che soffrono di questa malattia cronica della pelle con il lancio su Instagram di un filtro ad hoc che ne simula proprio l’effetto, chiamato #Beautyligo.

Come lei, anche Ludovica Bizzaglia, giovane attrice e influencer, afferma in un suo post: «Mi è stata diagnosticata una malattia autoimmune che produce questa terribile dermatite atopica su tutto il mio corpo, prevalentemente sul viso. Brucia tanto, mi viene all’improvviso e nonostante tutte le cure e le medicine possibili non va via, ed ora è tornata più forte di prima. Però ora basta, perché prima questa mia nemica mi impediva di uscire, perché mi vergognavo, perché mi sentivo insicura, perché odiavo i kg di fondotinta che dovevo applicarci sopra».

Queste donne costituiscono sicuramente un esempio decisivo per tutte quelle ragazze che si nascondono per paura di non essere accettate dagli altri ed essere prese in giro.  Grazie a questo messaggio dovremmo tutti imparare ad amare in primis i nostri difetti e mostrarli senza vergogna agli occhi di tutti. 

Gingegneria applicata” – tutto quello che c’è da sapere sui GIN italiani

Gingegneria applicata” – tutto quello che c’è da sapere sui GIN italiani 

Il giro d’Italia in 100 gin, raccontati dal gingegnere 

In un libro il viaggio da Nord a Sud a recuperare botaniche e imbottigliarle nel distillato più amato del momento, il gin 

Forse non tutti sanno che la nascita del gin è di casa nostra: già nel lontano 1555 un testo alchemico di Alessio Piemontese riportava ricette del noto distillato; e nell’ XI secolo i monaci italiani, uomini colti e dediti alla ricerca, distillavano insieme vino e bacche di ginepro aggiungendovi botaniche raccolte nei boschi e nelle campagne, realizzando così una bevanda dalle proprietà toniche e terapeutiche sorprendenti (testi tratti dal Compendium Salernitanum). E’ così che sono nati diversi distillati, che da curativi si sono trasformati in drink di piacere. 

Nella nostra bella Italia non dobbiamo dimenticare di avere ricchissime terre dove nasce e cresce il ginepro, come la Toscana e l’Umbria, e che i nostri paesaggi marini e montani sono floridi di erbe, fiori, frutti e piante da utilizzare quali botaniche per impreziosire i nostri gin. 

Se un tempo il gin veniva letto come drink da battaglia, oggi gli esperti, gli amateur e gli appassionati si fanno sentire, a partire dalla nascita delle Gintonerie o GinTonicherie. 

Ma come nasce il Gin Tonic? 

Il signor Franciscus de le Boe Sylvus, dottore olandese creatore del primo “Jenever”, l’antico gin bevanda curativa, aveva scoperto per l’appunto che il Chinino (contenuto nell’acqua tonica) era l’unico rimedio per la cura della malaria, ma essendo troppo amaro necessitava di essere diluito e si pensò al gin. Et voilà il primo gin tonic che curava tutti i mali. Non sarà certo il rimedio medico per eccellenza, ma possiamo confermare che un ottimo gin tonic può tirarci su il morale!



E’ un bel viaggio indietro sulla macchina del tempo insieme a Lorenzo Borgianni quello di “Gingegneria applicata” il libro che vi racconterà tutti i trucchetti del mestiere, quello del barman e tutte le chicche sui gin più deliziosi e introvabili che potrete assaggiare, perchè avrete nomi, indirizzi, link utili, terre da visitare. Tra i consigliati vi svela la storia di 25K Gin, un gin dalla ricerca circolare perchè completa, nata dalla passione di Simone e Riccardo per i viaggi, la cucina e i sapori. Rosmarino italiano, lavanda di provenza, cardamomo verde, anice stellato della Grecia, coriandolo e semi di finocchietto dell’Egitto, pepe nero del Marocco e i grandi e succosi limoni d’Amalfi! E la nota perfetta trovata in Calabria, la liquirizia, l’oro di Tropea!

Con una introduzione di Federico S. Bellanca (specialista in Marketing settore beverage, conduttore su Wine Tv in “Chiacchiere da bar” e organizzatore della Florence Cocktail Week), la collaborazione di Giacomo Iacobellis (giornalista enogastronomico e sportivo, autore de “Il Decocktailone), e le illustrazioni di Alfredo Del Bene in arte “TheAnimismus”, “Gingegneria applicata” vi lascerà con l’acquolina in bocca e tanta, tanta, tanta voglia di bere! 

HARMONT&BLAINE FESTEGGIA IL GIORNO DI SAN VALENTINO

HARMONT&BLAINE FESTEGGIA IL GIORNO DI SAN VALENTINO 

CON UNA NUOVA T-SHIRT ‘ARTISTICA’ ISPIRATA ALL’AMORE

Harmont&Blaine celebra la festa degli innamorati lanciando una nuova t-shirt in edizione limitata realizzata in collaborazione con Jay C. Lohmann.

La personalizzazione della t-shirt trae ispirazione dalla serie Casual Conversations, nuovo spazio creativo ed espressivo che il marchio ha appena inaugurato con l’artista americano invitandolo a ‘giocare’ con il bassotto iconico Blaine

Per l’Episodio 1 della serie, Lohmann ha disegnato una gallery di 14 bassotti cartoonesque in cui ogni cagnolino rappresenta un mood o un’emozione speciale che lo rende quasi umano e ancora più adorabile.

Tra questi compare anche il “Blaine in Love”, con il muso circondato da cuoricini, raffigurato sulle nuove t-shirt unisex con un’originale stampa a colori sul jersey bianco. 

La t-shirt di San Valentino è solo il primo modello della fantasiosa “Blaine T-Shirt Series by Jay C. Lohmann” che nel corso dell’anno, mese dopo mese, svelerà una nuova illustrazione del bassotto Blaine disegnata dall’artista per Harmont & Blaine.

Le t-shirt sono disponibili in esclusiva presso una selezione di boutique Harmont & Blaine e su harmontblaine.com.   

LA SERIE “CASUAL CONVERSATIONS”

Casual Conversations svela una serie originale di collaborazioni e sinergie vibranti in cui non manca mai il tempo per fare “due chiacchiere” tra amici all’insegna del talento e della creatività.

Episodio 1 

In conversation with Jay C. Lohmann

Il primo capitolo della serie Casual Conversations vede l’artista americano Jay C. Lohmann interpretare e reinventare il bassotto iconico di Harmont & Blaine tramite la sua particolare tecnica pittorica. 

Formatosi in Italia come pittore affreschista e noto per la sua profonda comprensione del colore, della materia e dello spazio, Jay ha disegnato una gallery colorata di 14 bassotti in cui ogni cagnolino rappresenta un mood o un’emozione specifica che lo rende audace, divertente, giocoso e perfino attorcigliato su sé stesso. Blaine è felice, è innamorato, è appassionato e a volte rimane senza fiato. Può indossare un collare punk con le borchie, ama mandare baci e battere il cinque con la zampa, si sente in estasi o annoiato.  

Uno dopo l’altro, i 14 bassotti formano una gang unica di amici adorabili e irresistibili, dall’ aspetto cartoon ma con un tocco umano autentico.

Le illustrazioni create da Jay C. Lohmann per Harmont & Blaine si trasformano anche in una serie di sticker brandizzati disponibili in esclusiva su Instagram.

Harmont & Blaine SpA 

Harmont & Blaine è l’azienda italiana, contraddistinta dal noto marchio del Bassotto, che produce e distribuisce abbigliamento smart upper-casual di fascia alta destinata al segmento premium del mercato. Con un fatturato 2019 di 93,8 milioni di euro, oltre 600 dipendenti diretti e più di 1.000 di indotto, Harmont & Blaine S.p.A. ha la sua sede principale a Napoli. Il marchio è fortemente riconosciuto in Italia e all’estero per la sua capacità di interpretare il Mediterranean lifestyle, con collezioni caratterizzate dall’elevata qualità e dalla costante ricerca di colori, forme e nuovi materiali che rispondano alle richieste di un consumatore internazionale sempre più attento ed esigente. Harmont & Blaine può contare su una rete distributiva di 99 negozi monomarca, 464 boutique multimarca e 58 department store con corner e shop-in-shop attraverso 34 paesi nel mondo. A ottobre 2014 l’Azienda ha aperto il capitale sociale al fondo di investimento Clessidra.  

www.harmontblaine.com 

Jay C. Lohmann

Jay Lohmann, artista dalle mille sfaccettature, nasce negli Stati Uniti e vive e lavora fra Milano e New York. 

Le sue opere d’arte rappresentano la risposta alle domande che nascono nel suo io più profondo e che si risolvono immergendosi nell’atto creativo. In un mondo spesso superficiale e caotico, dove tutto dura il tempo di un flash, la rassicurazione di qualcosa di concreto proviene proprio dal processo creativo e dalle relazioni interpersonali che ne scaturiscono. 

www.jayclohmann.com/works/

Instagram @jayclohmann   

LE CINQUE DONNE AMERICANE DEL MOMENTO: ESEMPIO DI DETERMINAZIONE MA ANCHE DI STILE

L’America è tutta un gran fervore da settimane per la nuova elezione del presidente Joe Biden, che ha vinto le elezioni del 2020 per il Partito Democratico. Al fianco di un grande uomo vi è però l’esempio di una grande donna: Kamala Harris, la 49° vicepresidente degli Stati Uniti d’America.

Nata a Oakland (California) nel 1964 da madre indo – americana immigrata da Chennai e da padre di origine giamaicana. Studia ad Howard University e Hastings College of the Law di San Francisco. Nel 2003 viene eletta procuratrice distrettuale di San Francisco e nel 2010 procuratrice generale della California. Nel 2020 è proprio Joe Biden a volerla come vicepresidente degli Stati Uniti. 

Durante la cerimonia d’insediamento del presidente, compaiono diverse figure femminili ad applaudirlo e supportarlo, come Kamala e la moglie Jill Biden. Entrambe spiccano sulla scena al fianco dei rispettivi mariti sfilando con eleganza outfit brillanti e con un importante significato. Kamala Harris indossa un purple look dello stilista Christopher John Rogers per la cerimonia e un total black di Sergio Hudson per i festeggiamenti. Il viola è ispirato al colore delle Suffraggette, il movimento di emancipazione femminile per il diritto al voto. La tinta si ottiene mescolando blu e rosso, che rappresentano i noti colori dei partiti americani: Democratici e Repubblicani uniti in un unico colore. 

Joe Biden sceglie Kamala Harris per attuare delle riforme decisive in America e far in modo che emergano anche le voci più deboli. Kamala afferma in uno dei suoi discorsi:

«Per superare queste sfide, dobbiamo comunicare in modo chiaro, onesto e trasparente con il popolo americano». Lei può rappresentare il vero cambiamento dell’America e l’insieme di culture diverse che convivono all’interno della nazione americana. Kamala aggiunge anche un tocco di classe al suo look giornaliero indossato durante la campagna elettorale, tanto da apparire in prima copertina su Vogue: la combinazione delle sneakers con sue le amate perle, al collo e al polso, contribuisce a mostrare un’immagine di sé equilibrata e organizzata. Kamala, che si propone come modello d’ispirazione per ogni ragazzina manda un messaggio anche attraverso i look anticonformisti: «Sono quel che sono. E mi va bene così. Non si può mai sbagliare essendo se stesse».

Non passa inosservata nemmeno Jill Biden, la First Lady, che il giorno dell’Inauguration Day sfoggiaun outfit in tonalità azzurro con il tocco del cappotto tweed scintillante dai dettagli in velluto, suggerisce in tutti coloro che la guardano empatia, fiducia e lealtà, valori importanti per l’America. Per l’evento serale invece Jill indossa un total white con delle decorazioni floreali della stilista Gabriela Hearst.

Un’altra donna a spiccare sulla scena americana è sicuramente l’ex First Lady Michelle Obama, con un look strepitoso e in linea con i colori della stagione Autunno Inverno 2020/2021. Indossa un outfit con un paio di pantaloni a vita alta color borgogna, con una cintura spessa e fibbia tonda e dorata. Completa il look un cappotto lungo fino ai piedi sempre color borgogna.

Personalità emergente che cattura l’attenzione del pubblico e anche l’ammirazione durante l’inaugurazione è la giovane poetessa Amanda Gorman, che ha l’onore di leggere i suoi versi della poesia The Hill We Climb dopo il giuramento del presidente. Amanda è scelta come ospite della cerimonia direttamente dalla First Lady Jill Biden, impressionata dai suoi versi. La giovane indossa un cappotto giallo molto acceso, abbinato ad una camicia bianca, un pantalone nero e un cerchietto rosso del noto brand Prada. Particolare ed estrosa la scelta dei gioielli, che la stessa Amanda confida ai lettori di essere un regalo di Ophrah Winfrey: «Ricevere un dono da Oprah è stata una grande sorpresa». 

La sua presenza sul palco e il suo grande carisma hanno catturato la scena e la curiosità di tutti, soprattutto dell’agenzia di moda IMG Models, che ha sedi in tutto il mondo, da Los Angeles a Milano e ha deciso di seguire Amanda nelle future partnership con brand di moda e beauty.

Ultima figura non meno importante che risalta agli occhi del pubblico è Ella Emhoff, figlia acquisita di Kamala Harris. Ragazza giovane e amante della moda, oltre che già studentessa di design tessile alla Parson School di New York. Ella rappresenta con il suo outfit ricercato e chic una personalità autentica e audace.

Il giorno dell’inaugurazione indossa infatti un cappotto made in Italy Miu Miu, firmato Miuccia Prada, con maxi colletto bianco e cristalli ricamati sulle spalle, l’abito borgogna di Batsheva abbinato a stivali, guanti e cerchietto, tutti total black.

Solo qualche giorno fa, l’agenzia IMG Models ha firmato un contratto anche con la giovane Ella, sostenendo che la ragazza rappresenti per le nuove generazioni un’estetica androgina e ultra-contemporanea, che ama re -interpretare a suo modo capi colorati e d’ispirazione vintage.