Lettera agli studenti

Ieri sono stato invitato a far parte della giuria che ha avuto l’onere e l’onore di valutare i progetti di StudentsLab. Ragazzi delle scuole superiori della Campania che hanno realizzato una “mini azienda” con prodotti concreti da loro immaginati e realizzati. 
Per me non è stata una sorpresa vedere l’energia, la qualità, le idee, l’impegno dei “nostri ragazzi”, di quelli che comunque è andata si sono messi in gioco e in discussione ed hanno accolto critiche e consigli. C’erano molte buone idee e molte su cui lavorare. Ma quello che conta di più è che c’era uno spaccato di una intera generazione di ragazzi che ha mostrato di essere “pronta a entrare” con coraggio nelle sfide che si aprono davanti a loro. 
Io, lo ammetto, sono stato tra i giurati più duri, meno transigenti, ed ho cercato di dare almeno un consiglio e di valorizzare almeno un elemento positivo a tutte le squadre e per tutti progetti in competizione. Ma sono stato duro, ed è stata una scelta. 
Non c’è stato molto tempo per parlare con tutti, ma c’è qualcosa che, partendo dall’esperienza di ieri, vorrei dire a quei ragazzi, e partendo da loro a tutti gli studenti dei licei, che si apprestano a scegliere studi specialistici o ad entrare nel mondo del lavoro.


Siate esigenti. Prima di tutto da voi stessi. Vi apprestate a confrontarvi con i ragazzi di tutta Italia, non accontentatevi del luogo e del ruolo e dello stereotipo in cui qualcuno vi ha già mentalmente relegato. Chiedete alla scuola, ai vostri genitori, ai vostri insegnanti, di dirvi sempre dove migliorare, di non accontentarvi delle cose che “fate bene” e di mettervi alla prova su quelle che “ancora fate male”. Puntate all’eccellenza, esigete l’eccellenza, pretendete che vi si diano gli strumenti per essere forti davanti alle critiche, anche le più feroci. Puntate i piedi e stringete i pugni e gridate con forza che avete bisogno di vincere, e per questo dovete esigere di “saper perdere”.
Il mondo vi dirà le cose male, non sarà sempre sensibile con voi e pronto a consolarvi, vi faranno sgambetti e certamente le persone corrette che incontrerete saranno di gran lunga meno di quelle scorrette. Scegliete con tenacia e coerenza a quali di queste due categorie appartenere.
Perdere nel confronto con un’idea migliore della vostra è un onore, che deve insegnare ad avere idee sempre migliori. Perdere con un’idea “peggiore” ma presentata meglio, genera rimpianto, senso di ingiustizia e crea demotivazione. E quindi esigete l’eccellenza, pretendete di incontrare nella vita qualcuno che certe cose ve le dica con durezza e onestà, professionale e umana. Vi sta facendo un regalo, se non per oggi, certamente per domani. Perché chi vi vuole davvero bene, e crede in voi, vi darà un voto in meno di quello che meritate se sa che potete dare di più, e mai un voto in più che vi fa rallentare nella vostra crescita.


La libertà, ha scritto di recente Vasco Rossi, costa soltanto qualche rimpianto. E nell’augurarvi di essere sempre liberi, il mio augurio è che quel conto di rimpianti sia il minore possibile.
Per questo non fate sconti. Chiedete di fare un tema in più, un esercizio in più, un’interrogazione in più, di ottenere una spiegazione in più. È vostro diritto, ma è anche vostro dovere. E non per “dio e per la patria”, ma per voi stessi, per mettere da parte il capitale più prezioso da investire in ciò che più vi appartiene: il vostro futuro.


Si ripete spesso che nella vita non bisogna accettare compromessi, in una vita che è fatta di compromessi, alle volte severi. I primi cui non dovete concedere compromessi siete voi stessi, quando vi accontentate, quando “la sufficienza” (ben al di sotto delle vostre potenzialità) tutto sommato vi sta bene. Chi vi vuole mediocri vi dirà che “va bene così”. Abbiatene timore, e certamente non ditegli grazie.


Voi avete avuto più coraggio e voglia di mettervi in gioco di quanti, di altri licei spesso più blasonati, non si sono presentati: un’occasione che spesso non hanno scelto i ragazzi di non cogliere, ma che i loro insegnanti non hanno nemmeno proposto. Per questo siete stati bravi, ed avete avuto un’esperienza che a tanti vostri coetanei è mancata. Adesso, a ciascuno di voi, compete di metterla a frutto nel migliore e più produttivo dei modi. Cosa potevate fare di più e di meglio? Cosa è stato al di sotto delle vostre aspettative e potenzialità? Rispondete a queste domande ogni volta che finite un compito, che chiudete un lavoro, che finite un progetto. Vi scoprirete ogni volta migliori di quanto voi stessi pensavate. E davvero sarete liberi di fare quello che vorrete della vostra vita. Senza che nessuno vi dica di accontentarvi, qual è il posto dove dovete stare, e i sogni troppo grandi per voi. 
L’unico limite ve lo date voi. Il mondo, tutto quanto e tutto intero, è li che vi aspetta.