Ventinove anni senza Dalida

Se ne andava il 3 maggio 1987 una delle donne più affascinanti del mondo della musica: Dalida. Cantante e attrice di successo, icona di bellezza e regina dei tabloid, Dalida si tolse la vita con un’overdose di barbiturici, sconfitta dalla depressione. Il male oscuro l’accompagnava da tempo, e diversi erano stati i tentativi di suicidio, successivi alla morte di Luigi Tenco, sebbene il legame sentimentale con quest’ultimo, attribuitole dalla stampa dell’epoca, non fu mai confermato ufficialmente. Oltre 170 milioni di dischi venduti in tutto il mondo, alla bellissima cantante sono stati dedicati anche dei film: il prossimo è in uscita. Ad interpretare la diva, la modella e attrice Sveva Alviti.

All’anagrafe Iolanda Cristina Gigliotti, Dalida nacque al Cairo il 17 gennaio 1933 da genitori calabresi originari di Serrastretta, in provincia di Catanzaro. Il padre Pietro era primo violino all’Opera del Cairo. Nonostante uno strabismo che la costrinse a sottoporsi a diversi interventi chirurgici, la giovane Iolanda diventa una bellissima donna. Viso perfetto, mascella volitiva e corpo sinuoso, la giovane appena diciassettenne vince il concorso di bellezza Miss Ondine e, successivamente, Miss Egitto, che le apre le porte del mondo del cinema. Nei primi anni Cinquanta arrivano le prime parti in pellicole internazionali. Nel 1954 il trasferimento a Parigi.

Nel 1956 la giovane adotta il nome d’arte Dalila, ispirandosi al film del 1949 Sansone e Dalila. Ma poco dopo cambia il soprannome in Dalida, su consiglio dello scrittore Albert Machard. Il primo disco d’oro non si fa attendere; seguono le versioni francesi di canzoni che hanno fatto storia, tra cui Come prima, Piove di Domenico Modugno e Gli zingari (Les gitans), canzone creata da Hubert Giraud per il Coq d’Or de la chanson française del 1958 e che Dalida cantò in Italia nella trasmissione Il Musichiere, condotta da Mario Riva.

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All’anagrafe Iolanda Cristina Gigliotti, Dalida nacque al Cairo il 17 gennaio 1933


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Fisico da pin up, Dalida giù durante l’adolescenza si aggiudica diverse fasce da miss


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Dalida insieme a Luigi Tenco


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Come una vera diva, Dalida posò per innumerevoli servizi fotografici


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Bellezza iconica degli anni Settanta


Nel 1961 e nel 1962 si aggiudica l’Oscar per la canzone. Nel 1964 entra nella storia, essendo la prima donna a vincere il disco di platino per aver venduto oltre 10 milioni di dischi; nello stesso anno segue il Tour de France (vinto da Jacques Anquetil), cantando più di duemila canzoni lungo i 2900 km percorsi. Tra le canzoni che riadatta anche la celebre La vie en rose. Il 18 giugno ottiene il titolo di Commendatore delle Arti, delle Scienze e delle Lettere, conferitole dal presidente francese Charles De Gaulle, e il 5 dicembre fu la prima donna nella storia a ricevere la medaglia della Presidenza della Repubblica. Lo stesso anno partecipa al Cantagiro. In Italia è una star, presenza fissa in programmi televisivi accanto a Little Tony, Gianni Morandi e altri.

La vita privata della bella cantante fu alquanto turbolenta: nel 1961 sposò Lucien Morisse, direttore di Radio Europe 1, matrimonio che Dalida interruppe dopo appena un mese, quando incontrò Jean Sobieski, giovane attore e pittore. Tra i due nacque una forte passione. Intanto grazie alle nozze con Morisse, la cantante fu naturalizzata francese, con il nome di Yolanda Gigliotti, pur mantenendo la cittadinanza italiana. Tra la fine degli anni sessanta e l’inizio degli anni settanta Dalida intraprese una serie di viaggi in Nepal come percorso di ricerca interiore. Nel 1962 acquistò la villa in rue d’Orchampt, sulla collinetta di Montmartre, dove vivrà fino alla morte.


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Dopo una storia di tre anni con Christian de la Mazière, nel 1966 inizia la relazione più importante per Dalida: la bella cantante fa ora coppia fissa con Luigi Tenco. Belli e dannati, i due sembrano fatti l’uno per l’altra, ma molti insinuano che sia solo una trovata pubblicitaria della casa discografica. I due partecipano al Festival di Sanremo del 1967 con la canzone Ciao amore ciao, scritta da Tenco. La canzone venne tuttavia eliminata dalla giuria: è l’inizio di un dramma destinato a tenere banco per oltre trent’anni nella cronaca nera del nostro Paese. Tenco, fascino tenebroso e talento unico nel panorama musicale italiano, avverte questa come l’ennesima sconfitta; il mancato riconoscimento da parte della giuria sanremese, poco propensa per antonomasia ad aprirsi al nuovo, getta il cantante nel più nero sconforto. Lasciato l’Ariston per ritirarsi nella sua camera d’albergo, Tenco resta da solo fino a quando Dalida, preoccupata, decide di raggiungerlo. Ma lì la cantante avrà il dolore più grande della sua vita: Luigi Tenco, appena ventisettenne, giace a terra senza vita. Le circostanze non furono mai chiarite e l’ipotesi del suicidio, inizialmente data per certa, nel corso degli anni è stata oggetto di numerose speculazioni. Ma per Dalida, già provata dalla vita, perdere Tenco è un lutto da cui non si riprende più. Tornata in Francia, decide di farla finita: il piano che mette a punto è perfetto, degno del migliore film noir. La famiglia la crede in Italia, mentre lei, recatasi all’Hotel Principe di Galles di Parigi, ingerisce una dose letale di barbiturici. Ma viene prontamente soccorsa da una cameriera e portata in ospedale, dove si risveglia sei giorni dopo.

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La bella cantante in una foto degli anni Settanta


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Nelle vene di Dalida scorreva sangue calabrese


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Tanti i successi musicali della cantante


Qualche mese dopo inizia una relazione con uno studente ventiduenne di nome Lucio. La cantante resta incinta e decide di abortire; non essendo la procedura ancora legale, si sottopone ad un intervento clandestino in Italia, che la rende sterile. Il dolore è insopportabile. Dalida è una donna forte e intelligente, cerca di sconfiggere i suoi fantasmi attraverso la psicoanalisi; tra il 1969 e il 1971 ha una relazione col filosofo Arnaud Desjardins. Ma anche questa volta l’amore le volta le spalle; lui si rivela infatti già sposato. Nel 1970 il colpo che le è fatale: Lucien Morisse, suo ex marito e protettore ai suoi albori nel mondo musicale, si toglie la vita. Due anni più tardi la bellissima cantante inizia una liaison con Richard Chanfray; nonostante i caratteri ribelli, sarà la relazione più lunga della sua vita. Ma nel 1981 anche Chanfray decide di farla finita, suicidandosi insieme alla nuova compagna. Nel 1985 Dalida vive l’ultimo amore con il medico François Naudy. Dopo un secondo tentativo di suicidio, nel 1977, Dalida nel 1986 torna al Cairo, che le ha dato i natali, per interpretare il personaggio di Saddika nel film Le sixième jour. La catarsi è totale: troppi i punti in comune con questa donna disperata. Per Dalida è un confronto con se stessa. Saddika sembra impossessarsi di lei, fragile e provata dalla vita. Una grave forma di depressione ne mina il già precario equilibrio; infine, la più tragica decisione. La bella cantante, simbolo degli anni Settanta, trova la morte nella notte tra il 2 e il 3 maggio 1987. Stavolta nessuno può salvarla. Ma il suo mito non smette di affascinare. Dopo l’interpretazione di Sabrina Ferilli, presto un nuovo film sulla cantante: nei suoi panni la bella attrice e modella Sveva Alviti.


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