Haute Couture 2017: Francesco Scognamiglio celebra la principessa Diana e la sua Napoli

Per la seconda volta ospite della Chambre Syndicale de la Haute Couture, Francesco Scognamiglio è grato a Parigi per avergli permesso di presentare la sua collezione d’alta moda, ma non intende piegare il suo stile per adattarsi alle altre maison. La collezione haute couture primavera estate 2017 firmata dallo stilista napoletano è un inno alla sua città e una dedica alla principessa Diana, e di entrambe coglie sia la bellezza che la grinta. Le roselline e le applicazioni floreali sono quasi un obbligo nelle creazioni d’alta moda, ma Francesco Scognamiglio le inserisce su minigonne di pelle, sexy bustier e striminziti abiti sottoveste. Capi sensuali e ammiccanti come è nel dna della sua griffe, ma anche abiti scultura e preziose decorazioni che lasciano a bocca aperta.


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I fiori con cui Francesco Scognamiglio ha cosparso i suoi tailleur dal gusto rock, i lunghi abiti trasparenti e i capispalla ricamati si ispirano alle porcellane del Museo di Capodimonte, fiore all’occhiello della sua Napoli. Fragili germogli che «rappresentano la fragilità interiore di una donna», come lo stesso designer ha dichiarato dietro le quinte della sfilata d’alta moda, e che ripropone anche nel delicato abito da sposa in una tenue sfumatura di rosa. E ancora fiori di chiffon sull’abito lungo in pizzo dai riflessi cangianti che, insieme ai cristalli sparsi sul tulle, alle cinture di Swarovski e all’uso della maglia metallica, accendono la collezione haute couture primavera estate 2017 firmata Francesco Scognamiglio. Lo stilista ha poi raccontato con una certa emozione di aver dedicato lo show di Parigi alla compianta principessa Diana, che la scorsa estate avrebbe compiuto 56 anni. Scognamiglio ha raccontato di averla incontrata nel 1994, quando lavorava da Versace. E non è difficile immaginare Diana con indosso la blusa bianca dal design anni ’80, cosparsa di pietre e cristalli e irrimediabilmente chic. L’alta moda incontra la grinta della principessa e il calore della città partenopea, alla quale lo stilista è grato tanto quanto a Parigi.


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