La couture sperimentale di Maison Anoufa

Sperimentale e versatile la collezione presentata da Maison Anoufa durante la settimana dell’alta moda parigina. Una maison che vanta una lunga storia alle spalle: correva l’anno 1939 quando in Algeria i coniugi Anoufa aprivano la loro prima boutique. Successivamente, con l’aiuto dei loro figli, la griffe riuscì ad espandersi abbastanza rapidamente, e presto contava ben 3 negozi. Inoltre il brand già all’epoca creò le uniformi delle hostess e del personale aereo di Air Algeria. Nel 1949 la famiglia Anouga emigrò in Francia: qui aprì il primo atelier parigino, che contava all’epoca oltre 100 impiegati e produceva capi per brand del calibro di Chanel e Yves Saint Laurent, solo per citarne alcuni. Nel 1990 il brand è stato chiuso e i figli dei fondatori si sono ritirati. L’unico a scommettere sul glorioso passato della maison è stato il nipote di Bourak Anoufa, Ylan Anoufa, all’epoca troppo giovane per poter prendere in mano le redini del marchio di famiglia. Nel 2010, dopo 20 anni di pausa, Ylan Anoufa ha rilanciato Maison Anoufa insieme ad Anna Neneman. Ylan vanta una lunga esperienza all’interno dei più importanti brand americani ed è considerato uno dei massimi esperti al mondo nel design di moda. Anna Neneman è stata capo di FashionTV per 12 anni e produttrice di moda per brand internazionali: dopo essersi diplomata in fashion management alla Esmod di Parigi, si è imposta come esperta di moda a livello internazionale. I due sono le menti creative dietro Maison Anoufa: un brand che attinge al passato ma non lesina in sperimentazioni ardite. Le collezioni, sempre declinate unicamente nei toni del bianco e nero, sono state presentate in eventi esclusivi, come il Festival del Cinema di Cannes e l’haute couture parigina. Maison Anoufa ha degli showroom a Parigi e Varsavia, e produce anche linee di cosmetici, sportswear e abbigliamento per bambini. Sulla passerella parigina si alternano modelle col volto dipinto: largo a lunghi abiti in pizzo nero, tra trame intricate e giochi di trasparenze. Largo poi alla più ardita sperimentazione, per una collezione futurista e ribelle.

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