Paul Smith sfila tra déja vù e sartorialità

Paul Smith ritorna indietro nella sua storia, ripristinando le sue radici sartoriali in una collezione che omaggia lo stile British nella sua essenza più autentica. La collezione AI2017-18, che ha sfilato nell’ambito della Paris Fashion Week, porta in passerella un uomo dall’eleganza classica: il vestito, capo evergreen per antonomasia, trova nuova interpretazione.

Se la classica combinazione di giacca e cravatta sembrerebbe vivere un periodo di crisi, Paul Smith riporta in auge suggestioni tailoring dal fascino intramontabile. E se l’uomo moderno preferirebbe optare per t-shirt e sneaker, l’eleganza che calca la passerella parigina conferisce nuova dignità a certe ispirazioni vintage mai dimenticate.

Sfila un giovane gentiluomo inglese che non teme di sfoggiare una classicità rivisitata prendendo a modello i nuovi divi contemporanei ammirati dalle giovani generazioni, come i Millennials. Tra nuance vitaminiche sfila un nuovo check: i capi sono impreziositi da stampe patchwork in un tripudio di mix & match che unisce un tartan verde e blu a stampe sofisticate che evocano foglie e uccelli.

“La sartorialità è ciò che conosco davvero bene ed è bello mostrare le mie capacità”, ha commentato lo stilista. I tessuti che sfilano ricordano quelli provenienti dal Nord dell’Inghilterra utilizzati dallo stilista all’inizio della sua carriera, nella metà degli anni Settanta. “Quando ho iniziato, i tessuti pesavano il doppio rispetto ad oggi”, ricorda Paul Smith. Non mancano preziosi velluti mentre il tartan affiora su lunghi cappotti ma anche su camicie, giacche, pantaloni e cravatte.

smith

Ma il tartan non è l’unico protagonista della sfilata: largo anche ad iconici maglioni di lana provenienti dall’isola di Fair, un altro pezzo tratto dall’archivio del brand. Inoltre piume luminose fanno capolino da camicie ed abiti per lei, in impalpabile seta e chiffon, mentre uccelli dai variopinti piumaggi vengono raffigurati su camicie in jeans e giacche: le immagini sono state riprese da un libro risalente al 18esimo secolo. Silhouette iperfemminili per lei, anche questo retaggio del passato: “Sono solo tornato al motivo per cui ho iniziato a disegnare collezioni femminili, ossia perché le supermodelle e molte donne famose compravano il mio menswear”, così ha commentato lo stilista, con la consueta ironia.

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