Prada: la ribellione all’insegna dell’understatement

Echi esistenzialisti attraversano la collezione autunno/inverno 2017-2018 di Prada. Una ribellione all’insegna dell’understatement per Miuccia Prada, che rielabora un’estetica nuova per l’eleganza maschile, all’insegna della semplicità. Naïf ed autentico, l’uomo che calca la passerella sfoggia capi dall’appeal urban e dal retrogusto beat: tra grandi occhiali da vista e l’immancabile basco alla francese, must have della collezione, rivivono gli echi di una ribellione giovanile mai sopita nelle coscienze.

Un po’ artista maledetto e un po’ nerd, l’uomo ricalca il filone già sdoganato da Alessandro Michele in casa Gucci, impreziosito qui dallo stile iconico firmato Prada. Sfilano suggestioni hippie nella pelle all over e nei volumi, dai pantaloni alle pellicce shaggy: i Seventies rivivono nel look dell’uomo Prada, che sfoggia barba incolta e capelli lunghi. In mano un album da disegno per lasciare a briglia sciolta l’immaginazione, sempre pronto a tracciare schizzi della realtà che lo circonda. Un’aura Parisien attraversa la collezione, che elogia la semplicità e l’umanità. E semplice e lineare è il guardaroba dell’uomo che sfila, eccezion fatta per qualche accessorio, come le collane fatte di conchiglie e i monili porte-bonheur.

Sullo sfondo del défilé scorci di una quotidianità nei letti con lenzuola in pelle e nelle piastrelle, che profumano di scene casalinghe. L’uomo Prada sfila in maglione e pantaloni beige: l’elogio della tranquillità, si potrebbe dire, se non dessimo ai dettagli l’attenzione che meritano, come la cintura in pelliccia. Dominano angora e velluti, tra sciarpe e berretti sfila un’estetica concettuale e ribelle. Tripudio di effortlessy-chic nei montoni e nella pelle all over, tra nappine e grafismi che rimandano al cubismo.

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Miuccia Prada lancia un messaggio di natura politica: un cambio di rotta rispetto ai fasti del passato, portatore però di una nuova estetica, ricca di messaggi subliminali e di virtuosismi stilistici. “Non aspettatevi grandi cose. Dopo sfilate grandiose e fantasiose, avverto la necessità di fare l’opposto e di parlare di umanità, di semplicità, di modestia”. Sfila la ribellione anni Settanta, tra trench in lana e colli alti.



Distopica e mai scontata la realtà rappresentata da Miuccia Prada nei dettagli, come i maglioni, che “riprendono tutto quello che un artista non dovrebbe dipingere: i panorami stereotipati, i mazzi di fiori. Li ho voluti in collezione, sotto forma di stampe, disegni e ricami non tanto per ribadire il mio interesse per il cattivo gusto, ma piuttosto per raccontare l’importanza della debolezza, il suo rispetto in un momento in cui mi sembrano tornare di moda la prepotenza e il culto di una forza, di un potere che mi preoccupano”. Snob ma democratico, l’uomo Prada si ribella ai diktat provenienti dal circo mediatico: non più relegato nella sua torre d’avorio, ma battagliero in piazza a combattere per gli ideali in cui crede, l’uomo che sfila sfoggia sciarpe fatte a mano e tocchi stilistici di ispirazione rétro.

(Foto: WWD)

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