Corsi, ricorsi e commissioni di garanzia per il PD in Campania

C’è qualcosa che non funziona nelle primarie PD. E quello che non funziona ha un nome e un luogo. Si chiama “commissione di garanzia” e collegio dei probiviri. Un organo apparentemente politicamente irrilevante, in cui spesso vengono nominate persone quasi come un contentino politico, ma che in realtà dovrebbe e potrebbe avere una funzione fondamentale per un partito politico.


A queste commissioni dovrebbero accedere persone da tutti riconosciute come equibrate e moderate, dalla specchiata esperienza di partito, e anche quando “in rappresentanza delle rispettive componenti”, capaci di andare oltre, e di dare dei paletti invalicabili nel rispetto delle regole condivise da tutti. Ma a queste commissioni compete anche qualcosa di più alto e importante: censurare con forza comportamenti non corretti, allontanare persone che usano il partito come un pullman per essere “accompagnati comodamente” da un seggio ad un altro, e quelle che con il proprio comportamento possono ledere l’immagine collettiva.
Per fare questo, i membri degli organi di garanzia non devono avere favori da chiedere, candidature (per sé e proprio congiunti) da difendere e garantire, e devono avere una capacità di motivazione delle proprie scelte al di sopra di ogni sospetto.
Tutti requisiti che – strano a dirsi – molti, anche nel PD hanno, ma che – stranamente – quei molti, in quelle commissioni, non vengono nominati mai.
E da questo difetto congenito iniziale dipende poi tutto quello che in ogni senso, in ogni regione, in modo più o meno manifesto, abbiamo visto e stiamo vedendo.
Provo a fare una sintesi di questi ultimi anni.


Succede che nel 2011 a Napoli per 44 (contati!) votanti di nazionalità cinese si è creato un caso nazionale che ha portato all’annullamento delle primarie. Roma decise quindi di nominare candidato il prefetto Morcone, che nessuno a Napoli conosceva, facendo scivolare il Pd al 16% e consegnando la città a De Magistris. In quell’occasione venne rimosso il segretario provinciale Tremante, il quale fece causa al partito e venne anche economicamente risarcito (sic!).

Nelle primarie nazionali che videro eletto Matteo Renzi i casi “strani” sono stati numerosissimi,
 spesso imbarazzanti, ed hanno visto coinvolta la magistratura ordinaria e la DDA di Salerno. 
In quel caso la commissione nazionale è stata salomonica (se vogliamo usare un eufemismo): sono stati “sospesi” i risultati delle sezioni sotto indagine, ma non “il risultato” emerso da quelle sezioni (qualcuno più bravo di me riuscirà un giorno a spiegarmi l’escatologia e l’esegesi della decisione).
In pratica “il risultato parziale viene congelato in attesa di verifiche” (che non sono mai state fatte e il verbale di quella consultazione non è mai stato completato) ma “il risultato netto” dei totali delle preferenze dei vari candidati resta invariato e conteggiato (sic!).
Gli episodi di quella consultazione li ho raccontati qui.

C’è poi il caso delle consultazioni in Liguria, dove – a risultato netto invariato – si è scelto di “congelare” il voto di alcune sezioni. Non poche, ben 38. ma su quegli episodi nessuno è entrato nel merito. E qui però va chiarita una cosa. Una commissione di garanzia che riceve segnalazioni documentate, e afferma “non essendo annotate nel verbale non possiamo procedere” in sé nega se stessa. Se infatti c’è stata una irregolarità nel verbale, come si può pensare che quella stessa irregolarità risulti nel verbale?
[ne parlo anche qui]


Finiamo quindi nuovamente in Campania, con le primarie di Napoli.
Su queste riprendo, rispetto a quanto ho già detto e scritto, alcuni commenti che mi sembrano semplicemente di buon senso.
Risulterebbe dal verbale sostanzialmente che:
”1) elemosinare un euro, 10 euro . . per un voto è una pratica “normale”;
2) I video di Fanpage sono una montatura e/o comunque non hanno influenza sul voto, “il fine giustifica i mezzi”;
3) Bassolino doveva presentare entro le 24 ore dalla chiusura dei seggi il ricorso, DOVEVA SAPERLO PRIMA, quindi è irricevibile) come dire se ammazzi qualcuno e il corpo lo scopri dopo, il delitto è prescritto;
4) Che è normale e non ci sono dubbi alcuni che “stranamente” in quei seggi, guarda caso, il Candidato indicato spudoratamente raccoglie più consensi in 5 seggi che in 40 seggi (mah)’!);
5) Che se nel regolamento delle primarie non è indicato il divieto di coercire il voto fuori dai seggi, così come previsto dalle leggi elettorali vigenti, beh allora alle primarie si può fare, anzi più soldi investi meglio è, tanto non è vietato;
6) un candidato, un partito e/o una coalizione che vuole governare non faccia della legalità e della trasparenza una Bandiera irrinunciabile; e va beh che fa…..
7) Che in Liguria per molto meno si sono annullati 14 seggi, è un altro PD;
8) Che nel 2011, per molto meno, si sono annullate le primarie; altri tempi o altri interessi;
9) quindi con 13/14 mila euro ci si può candidare a sindaco di Napoli;
10) che questa “pratica” offende la dignità delle persone, a chi riceve e a chi lo “dona” fa niente, l’importante è “vincere”;”


Polemico? Ci va giù di sarcasmo Enrico Pennella:
“È ingiusto ed ingeneroso non riconoscere alla commissione di garanzia napoletana un ruolo fondamentale per le future Primarie PD. Con grande coraggio e determinazione hanno infatti saputo affermare principi nuovi ed in un certo senso rivoluzionari. Sono dei pionieri. Qualche esempio? Dalla prossima volta a Napoli i candidati ed i loro sostenitori potranno con tranquillità senza alcun rischio ed alla luce del sole offrire l’euro nei seggi agli amici sprovvisti, indicare (solo per maggior sicurezza) pubblicamente ad alta voce il nome di chi votare alle persone meno informate e consapevoli, anche pagare o rifiutarsi di farlo questo benedetto noioso euro,altro ancora. Insomma più libertà per tutti, via odiosi vincoli. Si è deciso in assoluta trasparenza di legittimare definitivamente questi comportamenti. Basta ipocrisie! Siamo pur sempre napoletani, queste cose dobbiamo intenderle, capirle , giustificarle. Siamo fatti così. Inutile fare i puritani, sono normali, quasi inevitabili. Lo dice perfino Orfini, il Presidente del PD, uno ovviamente sopra le parti : è tutto ok. Anzi no, si è corretto, ok ma al 99%, ora non facciamo i pignoli. A questo punto il PD napoletano è riuscito così in una straordinaria impresa che nessuno avrebbe mai creduto possibile : combinare nel 2016 un disastro peggiore rispetto a cinque anni prima. Avrebbe detto Totò…onore al merito.”


Angelo Costa semplicemente propone:
“Ma perché non si rivota in quei due, tre, cinque seggi contestati dove Valeria Valente ha già vinto e quindi rivincerebbe? Finirebbero le polemiche e quindi TUTTI andremmo a sostenere chi LEGITTIMAMENTE è il vincitore delle primarie… ”


Sempre Enrico Pennella, stavolta più sobriamente:
“Sono incomprensibili le critiche che dall’interno del PD vengono rivolte a Bassolino per il ricorso ai garanti nazionali. Una procedura assolutamente legittima, estremo tentativo per un iscritto di vedere riconosciute le proprie ragioni ed una chiara, ulteriore, prova di fiducia nel Partito. A quanti sollevano il tema della opportunità di questi ricorsi andrebbe invece consigliata una più attenta lettura dei recenti sondaggi. Non sono infallibili, tutt’altro, ma inutile fingere di non vederli. Il PD nelle attuali condizioni è fuori da tutto, residuale. Anche se oggi Bassolino decidesse di fermarsi non cambierebbe praticamente nulla. Un dato emerge in modo incontrovertibile, assoluto : a tre mesi dal voto il PD in queste condizioni non è competitivo.”


Ma sul caso dei ricorsi interviene il re dei ricorsi in Campania, il governatore De Luca. 
Colui che è già stato protagonista di numerosi ricorsi in tutte le primarie svoltesi nel suo territorio quando era Sindaco di Salerno.
“Mi auguro che prima o poi qualcuno chieda scusa per questa immagine della politica che stiamo trasmettendo ai cittadini con la vicenda delle primarie” afferma Vincenzo De Luca nel corso della rituale intervista-fiume su Lira Tv, in onda questa sera. “Mi viene la depressione sulle piccole cose della politica italiana – spiega il governatore – Ormai c’è una rissa politica generalizzata che riguarda tutti. Una pena enorme. La mia preoccupazione crescente è che sta arrivando nelle nostre case un’immagine di balcanizzazione generale della politica italiana”. “Quanto alle primarie di Napoli la cosa incredibile è che per la prima volta abbiamo avuto primarie corrette, con tutti i rappresentanti che hanno firmato i verbali la sera stessa. Poi è uscito un video strano dopo 24 ore”.


Inquientante che nessuno abbia rilevato un dettaglio tra le affermazioni di De Luca: ” la cosa incredibile è che per la prima volta abbiamo avuto primarie corrette”.
Nessuno ha chiesto conto di questa affermazione, che implicitamente afferma che tutte le altre primarie corrette non siano state. E se lo dice uno come lui, per vent’anni sindaco, che nelle primarie nazionali e regionali è sempre stato più che determinante… c’è sta stare tutt’altro che sereni.


Alle scorse primarie regionali ne abbiamo viste di tutti i colori, ma per tutti non ci furono problemi.
Le ho ampiamente raccontate qui ma vorrei ricordare un paio di episodi sul come si sono svolte.
Primarie di partito, richieste 1200 firme. Gli iscritti a livello regionale erano 10.800, ma il sindaco di Salerno abbonda e di firme ne presenta 13.000! Il presidente della commissione di garanzia afferma (testualmente) che è tutto regolare, anche se non sono iscritti (e la matematica non è un’opinione) potrebbero sempre farlo entro la fine dell’anno! (sic!)
Le primarie poi diventano di coalizione, ma subito il Pd si appresta a precisare: allarghiamo ma non accettiamo altre candidature del Pd. Più ad personam di così!
Chi lo afferma? Tonino Amato, ex consigliere e assessore comunale, ex pluri consigliere regionale, che – da indipendente presidente della commissione di garanzia! – voleva candidare la figlia (che è anche stata eletta) e dichiaratamente appoggiava De luca.
Di lui si è anche parlato durante queste primarie per il Sindaco di Napoli – in cui appoggiava Valeria Valente – ma questa, è un’altra storia…


Ecco. Finchè non mettiamo seriamente mano a cosa debba essere e come debba comportarsi una commissione di garanzia, le primarie non andranno mai come si deve e conviene.
Non esisterà un organo che sia davvero deterrente rispetto a comportamenti che poi – a parole – tutti censuriamo. E non esisterà quell’autorevolezza necessaria a prendere decisioni davvero libere e autonome dalle componenti.
In fin dei conti le commissioni di garanzia sono state trasformate in organi di ratifica della maggioranza – seppur eterogenea e momentanea – di turno. E quello che dovrebbe essere un organo di controllo e di garanzia, elemento di forza e democrazia nei partiti strutturati, diventa – semplicemente – un elemento di vulnerabilità, risibilità e debolezza.
Basta essere chiari e prenderne atto.