Roma celebra il genio di Thayaht, eccentrico futurista

Roma omaggia il genio di Ernesto Michahelles, in arte Thayaht: si intitola “Thayaht, un futurista eccentrico” la mostra organizzata dalla Galleria Russo. Un percorso espositivo che esplora la vita e le opere dell’artista, in bilico tra Art Déco e avanguardia futurista. Sculture, progetti e memorie saranno esposte al pubblico attraverso una selezione di circa 200 opere, tra sculture, disegni e dipinti risalenti al periodo compreso tra il 1913 e il 1940.

L’esposizione, curata dalla storica dell’arte Daniela Fonti, con la consulenza dell’Archivio Seeber Michahelles e con l’Associazione per il patrocinio e la promozione della figura e dell’opera di Ernesto e Ruggero Alfredo Michahelles, sarà anche arricchita da un catalogo a colori edito da Manfredi edizioni: il catalogo è corredato da testi critici scritti dalla stessa Fonti, oltre che della studiosa Carla Cerutti e della scrittrice Elisabetta Seeber. La mostra resterà aperta fino al 2 marzo.

Ernesto Michahelles, noto come Thayaht, nacque a Firenze il 21 agosto 1893. Personalità poliedrica e versatile, si cimentò con grande successo in diverse discipline come la scultura, la pittura, il disegno, l’architettura e l’oreficeria. Artista eclettico, fin da subito la sua opera di distinse per le geometrie di squisita eleganza. Marinetti, padre del Futurismo, lo arruolò nella corrente insieme al fratello Ruggero Alfredo Michahelles, in arte Ram.

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Bozzetti disegnati da Thayaht per Vionnet


Thayaht è ricordato anche per il suo apporto alla moda, disciplina a cui si avvicinò dopo il 1918, anno del primo incontro a Parigi con Madeleine Vionnet: per lei l’artista disegnò il logo del brand e lavorò come consulente e stilista dell’atelier sito in Rue de Rivoli. Per Vionnet Thayaht disegnò alcuni capi caratterizzati da arditi accostamenti cromatici e caleidoscopiche geometrie. Il suo stile, altamente innovativo per l’epoca, esercitò una notevole influenza sulle scelte stilistiche della designer. La collaborazione, che durò fino al 1925, diede vita a creazioni che rimasero impresse indelebilmente nella moda francese ed europea.

Similmente a Thayaht si devono altre invenzioni sempre legate alla moda, a partire dalla tuta, capo che inventò nel 1919 insieme al fratello Ram: concepita come capo universale ed unisex, la tuta venne lanciata dalle pagine del quotidiano La Nazione. Dopo aver ottenuto un successo internazionale a seguito di una sua mostra personale, Thayaht si recò negli Stati Uniti, dove venne invitato a tenere dei corsi ad Harvard. L’artista morì a Marina di Pietrasanta, Lucca, il 29 aprile 1959.

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