Biennale Gherdëina. Va in scena l’arte contemporanea ad Ortisei

12 artisti, tutti di fama internazionale, si sono dati appuntamento a Ortisei, in Val Gardena, per la V edizione della Biennale Gherdëina.

Curata da Adam Budak, la Biennale Gherdëina, inaugurata lo scorso 21 luglio, ospita le opere di: Xavier Veilhan (Francia), Fernando Sánchez Castillo  (Spagna), Michele Bernardi (Italia),  Anna Hulačová (Repubblica Ceca), Stephan Balkenhol (Germania), Katinka Bock (Gemania), Symons Kobylarz (Polonia), Christian Kosmas Mayer (Germania), Franz Kapfer (Austria), Adrian Paci (Italia/Albania), Marzia Migliora (Italia) e Nicola Samorì (Italia).

 

STEPHAN BALKENHOL. Grand homme chemise blanche, jean bleu, 2003.  Photo © Simon Perathoner
STEPHAN BALKENHOL. Grand homme chemise blanche, jean bleu, 2003. Photo © Simon Perathoner

 

XAVIER VEILHAN. Cedar, 2016 photo © Simon Perathoner
XAVIER VEILHAN. Cedar, 2016 photo © Simon Perathoner

 

Nicola Samorì. Ascia Romana, 2015  2016 photo © Rolando Paolo Guerzoni
Nicola Samorì. Ascia Romana, 2015 2016 photo © Rolando Paolo Guerzoni

 

 

Il centro e il Circolo Artistico e Culturale di Ortisei, sono oggetto di installazioni di vario genere come le statue in bronzo di Katinka Bock o l’olio su legno dal titolo “Ascia Romana” dell’artista Nicola Samorì.

La complessità di questo evento che si protrarrà fino al prossimo 11 settembre 2016, si desume dal parterre di artisti che vi hanno preso parte e che con generosità, hanno accettato di esporre le proprie opere, attraverso una variegata concentrazione artistica proveniente da diverse parti del vecchio continente.

 

FRANZ KAPFER. Die letzten Tage der Menschheit, 2016 wood, collage. © Simon Perathoner
FRANZ KAPFER. Die letzten Tage der Menschheit, 2016 wood, collage. © Simon Perathoner

 

CHRISTIAN KOSMAS MAYER. Atlas  Pilot 2016 4 pine trunks photo © Simon Perathoner
CHRISTIAN KOSMAS MAYER. Atlas Pilot 2016 4 pine trunks photo © Simon Perathoner

 

 

Come affermato da Adam Budak,  Chief Curator alla National Gallery di Praga: “La mostra è intesa come una conversazione tra posizioni artistiche diverse che impiegano materiali, economie, linguaggi formali e fonti attingendo al vernacolare come una preziosa risorsa, posta al centro di un necessario processo di trasformazione che coinvolge in un unico flusso storie, tradizioni ed eredità”.

 

 

Per la cover Marzia Migliora, Fil de sëida, 2016, fine art pigment print,courtesy the artist and Galleria Lia Rumma Milan / Naples