Henri Cartier-Bresson in mostra a Monza

Foto dal fascino unico, capaci di emozionare immortalando un semplice momento: in mostra alla Villa Reale di Monza Henri Cartier-Bresson. La retrospettiva, inaugurata lo scorso 19 ottobre, resterà aperta fino al 26 febbraio 2017: un percorso esclusivo a cura di Denis Curti, che si snoda attraverso 140 fotografie, che ripercorrono la vita e la carriera dell’artista, considerato il padre del foto-giornalismo.

Nessuno è riuscito a cogliere l’attimo in fotografia come lui: gli scatti di Henri Cartier-Brisson sono basati sulla spontaneità e sulla poesia. “Per me, la macchina fotografica è come un block notes, uno strumento a supporto dell’intuito e della spontaneità, il padrone del momento che, in termini visivi, domanda e decide nello stesso tempo. Per “dare un senso” al mondo, bisogna sentirsi coinvolti in ciò che si inquadra nel mirino. Tale atteggiamento richiede concentrazione, disciplina mentale, sensibilità e un senso della geometria. Solo tramite un utilizzo minimale dei mezzi si può arrivare alla semplicità di espressione”.

Un approccio del tutto nuovo alla fotografia, che rompe con il passato: per lui in ogni scatto si compie il passaggio dall’immaginario al reale, attraverso la capacità di cogliere la contemporaneità delle cose. “Fotografare è trattenere il respiro quando tutte le nostre facoltà di percezione convergono davanti alla realtà che fugge. In quell’istante, la cattura dell’immagine si rivela un grande piacere fisico e intellettuale”.

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L’immagine guida che è stata scelta per la rassegna monografica risale a quando l’artista ha appena 24 anni: ancora incerto sul suo futuro professionale, il giovane Henri ha comprato la sua prima Leica da appena due anni ma non sa ancora se indirizzare la sua professione verso il cinema o verso la pittura. “Sono solo un tipo nervoso, e amo la pittura.” …”Per quanto riguarda la fotografia, non ci capisco nulla” affermava.