Intervista a Kourtney Roy: “Voglio vivere vite parallele attraverso il mio lavoro”

Kourtney Roy è una giovane fotografa di origini canadesi, nota soprattutto per gli autoritratti che la ritraggono in travestimenti e situazioni sempre differenti. Interpretando stereotipi, spesso e volentieri dal gusto retro, in realtà non fa altro che distruggerli. Nelle immagini della Roy, tutto diviene magicamente altro, in una compenetrazione di realtà e illusione, quotidianità e alienazione, esistenza e fotografia.


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Qual è la sua idea di Fotografia?


Non ho un’idea di Fotografia. Semplicemente esiste e non dipende dalla mia soggettiva visione di essa.


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Quando ha iniziato a fotografare?


Ho iniziato a praticare la fotografia mentre frequentavo gli studi d’arte, quando ho cambiato laurea da “general fine arts” a “media studies”. Fino ad allora avevo fatto qualcosa a livello amatoriale, ho iniziato a fotografare seriamente solo dopo un corso extra.


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Esiste una relazione tra la sua fotografia personale e il cinema?


Decisamente. Ho scoperto il cinema un po’ tardi. La gente spesso guardava i miei lavori e veniva a dirmi: “Quest’immagine mi ricorda questo film”, oppure “Mi ricorda l’universo cinematografico di questo regista”. Mi hanno incuriosita e ho iniziato, in questo modo, a guardare film.


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Quali sono i suoi registi preferiti?


E’ sempre una domanda difficile a cui rispondere. Ce ne sono così tanti e la lista continua a crescere incessantemente, così come si affievolisce e scorre. Werner Herzog, Andrea Arnold, Jane Campion, Jean Pierre Melville, Nicolas Winding Refn, Early Spielberg, Douglas Sirk, Debra Granik. Ci sono anche tantissimi film che sicuramente non rintrano nella categoria dei registi preferiti: Animal Kingdom di David Michôd, Donnie Darko di Richard Kelly , Blade Runner di Ridley Scott , Wisconsin Death Trip di James Marsh, Don’t Look Know di Nicolas Roeg. Insomma, è realmente complicato tracciare una mappa di influenze e ammirazioni.


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Come vive la sua relazione con l’Autoritratto?


L’Autoritratto mi permette di vivere nei mondi che io fotografo. Fotografarli non è sufficiente, io voglio assolutamente vivere vite parallele attraverso il mio lavoro.


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Cosa può dirci riguardo gli ultimi progetti o lavori?


Ora, per oltre un anno, sto lavorando su un progetto in Canada su un’autostrada che registra un numero eccessivo di donne che sono sparite o uccise su di essa. Trascorro il mio tempo guidando sull’autostrada, dormendo in vecchi hotel e incontrando gente.


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La sua fotografia è un’esplosione di colori. C’è un motivo?


Il mondo è a colori, ed è semplicemente stupendo, voglio mostrarlo nei miei lavori.


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L’Arte può essere una terapia?


La miglior terapia.


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http://www.kourtneyroy.com/