Il Cristo Giudice di Coppo di Marcovaldo

La volta del Battistero di Firenze è interamente decorata da bellissimi mosaici che raffigurano episodi biblici, storie di Giovanni Battista e il Giudizio Universale. L’opera, su fondo oro, si svolge in sei fasce, mentre ogni scena è distinta dalle altre mediante colonnine pittoriche.

La zona absidale è dominata dalla gigantesca figura del Cristo Giudice, alta più di otto metri, che appare in un cerchio che definisce la sua divinità. Ai suoi lati, su tre fasce sovrapposte, notiamo gli angeli che annunciano il giudizio, la Vergine Maria, il Battista e gli Apostoli. Ai piedi del Cristo, al suono delle trombe angeliche, i morti sorgono dai loro sepolcri e si compie la divisione dei beati dai dannati.


Il Cristo Giudice di Coppo di Marcovaldo


Gesù indossa la vestepurpurea tipica dell’imperatore e siede su un trono formato dai cerchi celesti: egli, dunque, è al di sopra dei cieli e domina incontrastato, perché per i credenti il suo regno, a differenza di tutti i regimi umani, non avrà mai fine. Ben visibili, sulle mani e sui piedi, sono i segni della sua passione: il Cristo glorioso porterà in eterno la «memoria» della croce e della sofferenza trasfigurata nell’amore.


L’intero ciclo fu compiuto in pochi decenni fra il Due e il Trecento probabilmente da mosaicisti veneti, ma su disegni e cartoni forniti dai migliori artisti fiorentini dell’epoca. Qui lavorarono, oltre ad alcuni maestri anonimi, anche personalità più conosciute, quali Gaddo Gaddi, Meliore di Jacopo e soprattutto Coppo di Marcovaldo e il suo allievo Cimabue, dal quale avrà inizio la rivoluzione artistica occidentale che troverà in Giotto il suo grande interprete. Perciò l’insieme dei mosaici del Battistero costituisce un saggio collettivo della pittura fiorentina immediatamente precedente a Giotto e, nonostante il suo impianto tradizionale, mostra già un nuovo senso della monumentalità delle figure e del loro risalto plastico.