L’uomo senza gravità di Marco Bonfanti

L’uomo senza gravità di Marco Bonfanti

Di Enrico Maria Albamonte

Un film vibrante e illuminato sulla ‘sostenibile’ leggerezza dell’essere che mette le ali alla fantasia con la magia del cinema. In ‘l’uomo senza gravità’, prima preapertura della Festa del Cinema di Roma distribuito da Fandango, che sarà nelle sale dal 21 al 23 ottobre per poi passare dai primi di novembre sulla piattaforma Netflix che lo distribuirà in 190 paesi, il regista Marco Bonfanti mette in scena il dramma di un ‘super eroe sotto sopra’ alla ricerca della normalità. Il film è un gioiello di ironia e di cultura estetica e cinematografica. Tratto da un libro di Italo Calvino e interpretato da un Elio Germano in stato di grazia, questa pellicola rappresenta una fusione ideale fra sperimentazione romanticismo. Gli effetti speciali, realizzate fra gli altri anche dalla Edi Digitali Italiani, si sposano con atmosfere poetiche, montagne innevate, le strade di Calvenzano, le scenografie allestite in 3.500 location diverse, Cinecittà compresa.


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The actors Elio Germano (Oscar) and Silvia D'Amico (Agata) acting during a scene L’uomo senza gravità, director Marco Bonfanti, Dop Michele D’Attanasio. Italy-Belgium 2019


Dietro la leggerezza, che è la chiave di lettura del film, si cela Oscar (Elio Germano, David di Donatello e miglior attore al Festival di Cannes) è un bambino prodigio: riesce a volare e a fluttuare nell’aria. La madre sarta (Michela Cescon, David di Donatello e Nastro d’Argento come migliore attrice) è una donna ingenua e molto pura e la nonna (Elena Cotta coppa Volpi come migliore attrice) è una signora anziana molto grintosa che sa elevare il suo scetticismo a dogma. Oscar cresce in una bolla di vetro allevato ed educato dalla mamma e dalla nonna intransigente, finché incontra Agata una bambina amante dei super eroi che gli regala uno zainetto rosa, un pegno d’amore che il protagonista dai super poteri si porterà dietro come un talismano di felicità per tutta la vita. Risucchiato dalla macchina mediatica e dalla televisione che cannibalizza i sogni, Oscar rimane deluso dalla celebrità e decide di ritirarsi dalla scena fingendosi morto. Ma il bello deve ancora venire per lui.


The young actors Pietro Pescara (Oscar) and actress Jennifer Brokshi (Agata) acting during a scene L’uomo senza gravità, director Marco Bonfanti, Dop Michele D’Attanasio. Italy-Belgium 2019

The actors Elio Germano (Oscar) and Silvia D'Amico (Agata) acting during a scene L’uomo senza gravità, director Marco Bonfanti, Dop Michele D’Attanasio. Italy-Belgium 2019


La vicenda, divisa in fasi temporali, è una favola ancorata alla realtà che ripercorre 45 anni della storia personale del protagonista che muore e rinasce come l’araba fenice. Con garbo, con leggerezza appunto, si possono dire le cose bisbigliandole, perché in un mondo violento si può guardare la realtà più dura con gli occhioni teneri di Oscar e tutto può farti volare. Chi scrive è rimasto colpito da due aspetti tematici del film: la riflessione sull’identità maschile che passa per una nuova coscienza virile della propria vulnerabilità, finalmente accettata e metabolizzata, e una rappresentazione della televisione come metafora dell’apparenza. Se da un lato lo zaino simboleggia l’innocenza e la scuola che ci tiene ancorati alla realtà e con i piedi per terra ma anche l’amore (è legato ad Agata l’unica donna nella vita di Oscar che nella maturità è impersonata da Silvia d’Amico) il rosa, colore pop dell’ottimismo (la vie en rose) trasformato dai mass media nell’epitome del trash, rimanda a Dumbo ed è la risposta a un mondo pesante e aggressivo(qualche riferimento anche alla situazione politica attuale?). Oscar vuole volare ma tutti lo tengono giù, anche il suo agente, uno spregiudicato dottor Faust televisivo Vincent interpretato abbastanza bene da David Fedeli, che però rivela anche il suo lato umano. E veniamo al ruolo della televisione, altro fulcro tematico del film ambientato negli anni’80, l’epoca del Berlusconismo e della televisione rampante che azzera l’autenticità essendo solo ‘un bancomat che dà e toglie’. Dice Elio Germano del suo personaggio: “ Oscar non sa stare con i piedi per terra, ama scrivere, cerca di nascondere la sua diversità per essere accettato, e quando la mostra al mondo viene mercificato e la mercificazione è sempre una violenza, nel film grande sapienza registica e c’è una grande ricerca di semplicità dietro cui c’è però un lavoro complesso; io mi sono ritrovato appeso per ore a dei macchinari che il pubblico non potrà vedere, ma credetemi non è stato facile”. E la vita si sa è dura soprattutto per chi vuole affermare la ragione dei più deboli.


The actors Michela Cescon (Natalia) and Elio Germano (Oscar) acting during a scene L’uomo senza gravità, director Marco Bonfanti, Dop Michele D’Attanasio. Italy-Belgium 2019

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L’uomo senza gravità, director Marco Bonfanti, Dop Michele D’Attanasio. Italy-Belgium 2019