Il workwear sartoriale di Lemaire

Atmosfere monastiche si alternano a note workwear sulla passerella di Lemaire: Christophe Lemaire e Sarah-Linh Tran gettano le basi di una estetica nuova, che intende violare deliberatamente i diktat imperanti: dimenticate il dress code professionale, che qui si arricchisce di spunti inediti, in perenne bilico tra meditazione malinconica e suggestioni timeless. La musa a cui il duo di stilisti si ispira è una fashionista, ristretta entro gli angusti confini di un ufficio: cosa indosserebbe una it girl contemporanea se si trovasse dietro la scrivania? Questo il sunto da cui il duo creativo parte, in una riflessione tutt’altro che banale, che intende anche coniugare le molteplici correnti della moda attuale, dalle ardite sovrapposizioni tipiche dello streetwear alle note sporty-chic fino allo charme evergreen dei capi sartoriali, protagonisti del défilé. La sfilata si apre con uno shirt dress in lana nera con austero colletto bon ton e maniche extra long: domina quindi una classicità dal piglio sartoriale, che trascende i confini fino a toccare vette inusitate, che strizzano l’occhio a certo conservatorismo. Gonne al ginocchio si alternano a cappotti oversize, tra colli alti dal piglio esistenzialista e tripudio di velluto a coste. Largo a blazer senza collo in grigio, tra proporzioni angolari che enfatizzano la silhouette. Il duo creativo addolcisce il mood imperante attraverso tocchi più femminili, come in certe tuniche e nei blouson da indossare con gonna a tubo. Non mancano inediti coup-de-theatre, come la blusa con rouches in suede gigio da indossare con cargo pants, o le sete preziose declinate su gonne e bluse che divengono i nuovi abitini da cocktail.

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