E’ morto Peter Lindbergh, il maestro dell’arte fotografica contemporaea

Ci ha lasciati il più grande maestro dell’arte fotografica contemporanea: Peter Lindbergh, 74 anni.

Capirne il vuoto, capirà solo chi comprende cos’è la fotografia, con pensiero intelligente, oltre la sagoma di una bella donna o una bella spiaggia, che quella è superficie, la vera comprensione è quella dell’uomo, dell’essere umano, quella che spingeva Lindbergh verso un’attrice, abituata a vestire i panni dell’attrice, quindi a recitare, a “fingere” in qualche modo, ecco la spinta di lasciarle invece vestire i suoi panni abituali, un jeans ed una t-shirt bianca, indumenti neutri che mettessero invece in risalto l’aspetto più importante: l’espressione. Ebbene, questa espressione, quella immortalata da Peter Lindbergh che ha firmato servizi di moda per i più autorevoli magazine del settore, aveva dei solchi, delle rughe, delle imperfezioni, perché Lindbergh voleva dire la verità, per scelta, per ribellione, per onestà intellettuale, come una Fallaci della fotografia.

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Uma Thurman


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Nicole Kidman


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Julienne Moore


E tutto quello che leggeremo, dai lunghi articoli ossequiosi agli ancor più lunghi post di addio sui social network scritti da account le cui mani e i cui occhi nulla sanno di fotografia, saranno righe di frasi reticenti, dozzinali, scontate e di una banalità imbarazzante, se non irritante, per lo più destinate alle belle donne che Lindbergh ha fotografato e bla bla bla. Quello che si deve ricordare è invece qualcosa di più grandioso, più maestoso di una bella donna che sa posare, è il fatto che Lindbergh abbia inventato un genere di fotografia, quello che molti dopo di lui hanno tentato di emulare, quello “dirty” che piace tanto, con quell’effetto granuloso della pellicola, quei mossi studiati, l’assenza di post produzione, Lindbergh ha messo nella “piazza della moda” la verità, quando fino ad allora andava il costruito, l’artefatto, la ricerca della perfezione, il finto, l’imbellettato, la menzogna, il sogno. Era tutto uno sfoggio di colori e di abiti sfarzosi, magnifici, pomposi, smaccati, per copertine patinate, nell’intento di raccontare la vita lussuosa delle celebrities che necessariamente, agli occhi del pubblico, dovevano galleggiare su quell’aura di sogno irraggiungibile. Prima che arrivasse il bianco e nero di Lindbergh. Bam! Solo bianco e nero, solo semplicità, solo una camicia bianca e dei capelli pettinati dal vento, ridotto il make up e ben evidenti nei e quella pelle lucida che i ritoccatori levano con un colpo di spugna. Lindbergh segna la svolta nei magazine di moda, le star si affidano a lui perchè abbraccia la loro immagine come un padre, con affetto e con lo sguardo di chi ti dice “sei bella al naturale”.

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Peter Lindbergh e Penelope Cruz


Jessica Chastain, Penelope Cruz, Nicole Kidman, Rooney Mara, Helen Mirren, Julianne Moore, Lupita Nyong’o, Charlotte Rampling, Lea Seydoux, Uma Thurman, Alicia Vikander, Kate Winslet, Robin Wright, Zhang Ziyi, sono loro le 14 attrici di fama internazionale scelte da Peter Lindbergh per posare sul Calendario Pirelli 2017, che prima aveva accolto solo nudi. E’ lui a riordinare le idee e le regole optando su Premi Oscar e caratteristiche di personalità. Lindbergh sceglie la testa, senza distinzione di età, la più giovane di loro era la Vikander, 28 anni e la maggiore Helen Mirren, 71.

40 scatti per un Calendario che è già storia, una serie intitolata “Emotional“, perché la bellezza della donna sta nelle emozioni che prova e in quelle che suscita, e noi abbiamo la fortuna di vederle immortalate da un vero maestro del sentimento.

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Penelope Cruz


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Kate Winslet