Moschino manda in scena il “game show” della moda – collezione FW 2019/20

MOSCHINO COLLEZIONE AUTUNNO-INVERNO 2019/20

Chi pensa che sia solo uno show, minimizza. E sbaglia. Jeremy Scott osserva e riporta la fotografia di una società, le loro abitudini, i loro bisogni, i loro svaghi. Con questa collezione, molto attesa anche come evento più cool durante la settimana della moda milanese, Moschino ha riportato quello che noi italiani ricordiamo come “Ok il prezzo è giusto”, un game show adattamento dell’originale statunitense “The Price Is Right”, dove i concorrenti avevano la possibilità di vincere ricchi premi e cotillons.

In apertura vallette in Moschino che mostrano ogni sorta di premio, dal televisore alla cyclette, dal tosaerba al Ferrari testa rossa. Più che uno studio stilistico sembra essere uno studio sociologico, su quanto questi programmi popolari, che ricordiamo tra i più longevi della rete Mediaset, nel dettaglio “Ok il prezzo è giusto” con 3466 puntate, siano la forma di intrattenimento più desiderata dalle famiglie. Menti leggère che scelgono programmi leggèri, format in cui poter sognare il premio per cui si risparmia una vita intera.

Perché sono nati per durare questi game show? Pensiamo che metà di quello che viene formattata in tv appartiene ai “game show” e che negli Stati Uniti c’è una stazione Channel 83, the Game Show Network, che manda in onda per il suo intero palinsesto vecchi game show e che è stato definito “una finestra sociologica sull’America”. Durano perché fanno sognare, nello stesso modo in cui vendono i biglietti della lotteria, regalando quel pizzico di speranza illusoria.

Non a caso il presentatore a inizio sfilata annuncia:

È una fuga audace e colorata dalla monotonia, che ti attende puntuale alla fine di ogni giornata. Non è un caso che i giochi a premi siano amatissimi da milioni di telespettatori in tutto il mondo. Sono tanti e differenti, proprio come il pubblico a casa ”.


Il game show ci allontana dalla noia, dalla monotonia, dalla routine familiare e Moschino lavora sempre sull’intento di far sentire ciascun “telespettatore”, ciascun “fruitore”, un vincitore, un vincente!
Lo veste di dollari, come l’abito in denim stampato, lo agghinda di lustrini e paillettes, come pronta per andare al Casino’ a giocare la fortuna.
Il packaging dei prodotti domestici si illumina sugli abiti come se fossero saldo di una ricompensa, una medaglia al valore da mostrare. E’ tutto perfettamente imbellettato come in tv, cotonature da far invidia a Marge Simpson, trucco da vera star televisiva, e il capo Moschino che basta indossarlo per sentirti il re del jackpot. Se questo non è marketing…
Bravo Jeremy, non ci deludi mai!




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