De Magistris e la sua lista dei desideri

Siamo in piena campagna elettorale verso le amministrative, e come sempre miracolanti candidati – specie quelli improvvisati dalla società civile – esibiscono miracolosi programmi elettorali. L’ultima è di Bertolaso, che a Roma assicura “Tevere balneabile entro cinque anni”. 
A rivangare il passato ce ne sarebbero da raccontare, soprattutto – è bene ripeterlo – da quei tanti che aspirano al massimo a entrare in consiglio comunale, senza preferenze personali, e quindi “candidati sindaco” di immaginifiche liste civiche.
Tra i tanti, e non per partito preso, vorrei ricordare il sindaco pentastellato di Civitavecchia, che promise di risanare il bilancio con una cartolarizzazione di beni pubblici (sic!), ed oggi la sua città è pressoché in fallimento.
Lo dico – e queste cose le ricordo – perché è bene ricordare che le elezioni amministrative non sono suppletive di elezioni politiche, secondi tempi, vendette, ma momento di scelta di quegli amministratori e di quelle amministrazioni da cui dipenderà la qualità della vita nel nostro quotidiano.
Mentre ricordiamo tutto questo, dovremmo chiedere ai candidati di far lavorare di più, meglio e con maggiore dignità i dipendenti pubblici, di pensare a strade, parchi, verde, asili, trasporti, e mentre “promettono” ci dicessero anche dove e come trovano le risorse.
Ebbene a Napoli la sfida è inesistente, con un De Magistris la cui sconfitta sarebbe non vincere al primo turno, visto che “gli altri” in questi cinque anni non hanno saputo costruire alcuna alternativa credibile, presi (tutti) da conte interne e da ottuse battaglie per leadership di bassissimo cabotaggio.



Nel gruppo Facebook “cittadinanza attiva in difesa di Napoli” (con circa 15mila iscritti di ogni partito, storia e pensiero) Pierluigi Trise si è preso la briga di fare archeologia politica e ripescare un pezzo raro: il programma “2011 Luigi de Magistris Sindaco” da cui citiamo :
1) no ai grandi eventi, occasionali e particolarmente costosi;

2) potenziamento dell’Istituto per gli studi filosofici;

3) creazione di un Museo per le arti e le tradizioni popolari;

4) niente più buche nelle strade;

5) differenziata al 70% entro sei mesi;

6) eliminazione dei cassonetti dalle strade;

7) l’istituzione di uno sportello anticorruzione presso ogni municipalità;

8) accesso facilitato al microcredito per giovani e le donne;

9) rete di trasporti pubblici efficiente, puntuale e organizzata oltre che economica;

10) istituzione di un biglietto low cost al prezzo di 50 centesimi per un viaggio di 20 minuti, e l’estensione dell’orario del trasporto pubblico servizio fino alle 00.30 e tutta la notte nel week end;

11) modifica degli STIR in TMM con estrusore;

12) introduzione di un sistema a tariffa per i rifiuti che premi economicamente chi si comporta correttamente;

13) vendita di prodotti alla spina e recupero dei prodotti freschi invenduti della distribuzione commerciale per cederli ai più bisognosi;

14) sviluppo e l’istituzione di impianti che sfruttino energie rinnovabili;

15) abbattimento delle vele di Scampia e la costruzione di nuovi alloggi di edilizia residenziale pubblica;

16) collocare l’università e uno studentato a Scampia;

17) promuovere contratti di comodato, soprattutto per immobili in attesa di essere riattati, a favore di artisti, per farne atelier e sale musicali;

18) lanciare un’agenzia comunale per il microcredito specializzata nel sovvenzionare attività ad alto tasso di creatività ed innovatività, per giovani e creativi;

19) convocazione del consiglio comunale allargato alla cittadinanza nella gestione dei beni comuni;

20) realizzazione del progetto “Casa delle donne” attraverso la costruzione di quattro strutture;

21) portare gli edifici pubblici ad una maggiore efficienza energetica, puntando, al risparmio e all’utilizzo delle energie rinnovabili (pannellizzazione degli edifici pubblici non sottoposti a vincolo artistico-architettonico);

22) potenziamento della dotazione di telecamere;
23) sfruttare il Forum delle culture 2013 per un grande rilancio di Napoli.



C’è un solo problema in questo elenco, ed è quella sottile linea rossa tra ciò che dice e la realtà della città. Tra ciò che è facile scrivere come intenzione, ed avere la cognizione di ciò che ci si appresta a fare. Come a dire “sapere di che si parla”. Perché amministrare è molto più complesso che scrivere una lista di desideri.
p.s. Però sono curioso di leggere il programma 2016.