Libertà di stampa: l’Italia scende in classifica

L’organizzazione non governativa Reporter Senza Frontiere ha diramato la sua classifica annuale sulla libertà di stampa in 180 Paesi del mondo. Il rapporto giudica il World Press Freedom Index (la libertà di stampa) in base a diversi fattori: pluralismo, indipendenza dei media, autocensura, ambiente in cui si opera, trasparenza, infrastrutture, leggi in materia di informazione. L’Italia continua a perdere posizioni, quattro rispetto allo scorso anno, arrivando al 77° posto. Siamo uno dei Paesi europei in cui i giornalisti incontrano più ostacoli. Cipro, la Grecia e la Bulgaria sono gli unici, nell’Unione Europea, a trovarsi in classifica al di sotto del Bel Paese.


In merito alla libertà di stampa in Italia gran parte del peso è da attribuire allo scandalo Vatileaks e alle sue pesanti conseguenze. “Nel 2015 La Repubblica ha denunciato che tra 30 e 50 giornalisti sono sotto protezione perché sono stati minacciati – si legge nel rapporto di Repoter Senza Frontiere –  Il livello di violenza contro i giornalisti (incluse violenze verbali, intimidazioni fisiche e minacce di morte) è allarmante“. L’attenzione è soprattutto sul giornalista de L’Espresso Emiliano Fittipaldi e il conduttore di La7 Gianluigi Nuzzi: entrambi rischiano fino a 8 anni di prigione per aver scritto dei libri in cui denunciano la corruzione e gli scandali in Vaticano. L’ingerenza della Santa Sede sembra essere quindi uno dei fattori che minano la libertà di stampa in Italia, insieme al conflitto di interessi di gruppi editoriali che possiedono attività anche in altri settori.


In generale l’Europa riesce a mantenere la posizione di testa tra i cinque continenti, ma non mancano casi negativi, in cui la libertà di stampa è fortemente limitata. In Polonia una legge approvata all’inizio dell’anno permette direttamente al governo di licenziare e assumere i giornalisti della radio e della tv pubblica; in Ungheria un consiglio dell’informazione controllato dal governo attua una sorta di censura per difendere la pubblica decenza; in Bulgaria (ultimo Paese dell’Unione Europea in classifica) sono i politici a controllare gran parte dell’informazione. In aumento anche le ripercussioni fisiche sui giornalisti, soprattutto in Croazia e Serbia, e le minacce in Gran Bretagna e in Italia.

Al primo posto in classifica, ormai fissa dal 2010, la Finlandia, all’ultimo l’Eritrea. Promossa in generale l’Africa che si trova al secondo posto tra i continenti (prima dell’America quindi) grazie a una società giovane che cerca di riappropriarsi dei diritti, compresa la libertà di stampa.